Glaxo e Novartis: azioni in impennata grazie al vaccino

Caso mai qualcuno avesse ancora dei dubbi sull’efficacia del vaccino contro l’influenza A nel rimpinguare le tasche di Big Pharma, ecco due grafici che mostrano l’andamento negli ultimi 6 mesi, aggiornato ad oggi pomeriggio, delle azioni di GlaxoSmithKline e Novartis, due dei produttori di maggior rilievo.

Il grafico principale è quello di Glaxo, per vedere quello di Novartis cliccate sulla piccola icona nell’angolo a sinistra dell’embed principale.

Gli altri potete cercarli tranquillamente da voi a questo indirizzo.

Condividi
11 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
Sciuscia

‘Azzo, e chi poteve prevedere un esito simile..?

Il Veronesi

In realtà è molto interessante osservare anche il periodo precedente. Dal marzo 2008 al marzo 2009 si è registrato un calo notevole, culminato proprio con marzo 2009. In quel periodo esce la notizia della nuova forma virale H1N1. E da lì parte l’impennata delle quotazioni. So di essere sempre eccessivo nei miei dubbi, ma vogliamo considerare il tutto in un quadro più ampio e leggere insieme la rivoluzionaria riforma sanitaria ottenuta da Obama? Riforma che dovrebbe interessare circa una quarantina di milioni di cittadini (vado a memoria, perdonatemi se non è esattissima la cifra) e che non toccherà le tasche degli americani… Sicuramente non avremo mai modo di sapere tutta la verità, ma una vaga idea ce la possiamo fare, credo, grazie al Franz ed al suo blog.

Criel

Premesso che non m’importa proprio un fico secco né di Glaxo né di Novartis (che non producono solo vaccini), una curva praticamente uguale ce l’ha pure Johnson & Johnson (che non produce solo Tylenol, il paracetamolo per la febbre). Vogliamo parlare, per l’Italia, del Gruppo Angelini (Tachipirina, Amuchina)?

Tanto per prevenire qualche malignità, il paracetamolo nel 2005 ha mandato in ospedale in Italia 103 persone e ce le ha tenute in media 3 giorni. Per non parlare dei casi risolti in Pronto Soccorso… C’è chi va in rianimazione o deve subire un trapianto epatico. Allora fa male pure il paracetamolo e dobbiamo boicottarlo?

Il Veronesi

A parte che in realtà credo che nessuno sottovaluti il peso che certe epidemie hanno anche su altre aziende. A titolo esemplificativo: è ovvio che se le maestre delle scuole elementari mandano avvisi alle famiglie chiedendo, per via della pandemia, di portare una confezione di crema antibatterica per le mani (sappiamo che la Johnson & Johnson la produce) è palese che anche chi produce tali articoli avrà un effetto positivo. Secondo punto: uno può finire al pronto soccorso anche perché fa indigestione di peperoni, ma per come la vedo io questo non significa nulla. Terzo a titolo informativo, anche se centra meno: il Build ha pubblicato oggi una notizia che cio racconta che sette persone sono morte in Germania dopo aver fatto la vaccinazione. Buona giornata al mondo.

Il Veronesi

Errata corrige: ovviamente la testata era Bild non Build…

Criel

Infatti è proprio così per tutto quello che hai detto tu, Il Veronesi: non c’entra nulla.
Se cade una tegola in testa a un vaccinato, non diamo la colpa alla tegola. Esistono stime serie su cose molto serie (Gullain-Barré, neurite ottica, aborti spontanei): ci sono eventi che accadono comunque, vaccino o meno, e sono stati calcolati. Questo se vogliamo avere la testa sulle spalle…

Il Veronesi

Certo. Peccato che si sia creata un’influenza pandemica innoqua che, supportata da una imponente campagna mediatica, abbia fatto una delle più brillanti iniziative di marketing della storia. Chi paga? Nel dubbio i contribuenti (attraverso i soldi che i governi danno alle farmaceutiche per il vaccino). Quindi se muore anche una sola persona per causa del vaccino a me girano i coglioni. E pare che non siano teorie così folli, visto che oggi il parlamento polacco si è espresso definendo i vaccini come una truffa. Visto che in Germania sono morte sette persone a causa di tale vaccino. Quindi lo so che può cadermi in testa una tegola, ma se c’è sopra uno che me la tira e lucra sul tirarle io mi incazzo, se mi è ancora concesso.

Valeria

Scusate se mi inserisco in questo interessante dibattito ma leggendo l’esempio dei peperoni (stupendo!) mi sono venute in mente le parole di una mia insegnante di chimica che ripeteva spesso che tutto può essere tossico, dipende non solo dall’intrinseca pericolosità di una sostanza ma anche dalla quantità assunta.
In altre parole anche l’acqua se bevuta ad ettolitri fa male.
Voglio dire questo: non credo ci siano dubbi sul fatto che i farmaci (tutti) hanno una lunga serie di effetti collaterali e controindicazioni; infatti se non ne abbiamo bisogno non è che li ingurgitiamo così, tanto per essere sicuri…
Allora la questione non è credere o non credere alla potenziale pericolosità di un vaccino (e non voglio entrare nel merito della possibile tossicità dello squalene, ma fra un po’ mi verranno a spiegare che, siccome è un metabolita del colesterolo, avere il colesterolo alle stelle fa bene alla salute!) ma piuttosto stabilire se l’inoculazione del vaccino in questione comporta un rischio maggiore o minore che contrarre la malattia. Statistica quindi e non atti di fede!

E in effetti le statistiche mi sembrano parlare chiaro: questa benedetta influenza A comporta un rischio di mortalità inferiore (e di molto!) a quello determinato da una qualsiasi influenza stagionale.
Allora il dubbio (e anche l’incazzatura) viene anche a me: non sarà che alla fine della fiera la A è davvero benedetta… per le azioni delle case farmaceutiche?

Il Veronesi

Ecco, in effetti è quello che dicevo parlando di operazione di marketing…

Valeria
Reply to  Il Veronesi

🙂