Tracce di Profumo: l’ultimo treno. By Valeria
La mia immagine è riflessa nell’acqua… Io chi sono?
Per molto tempo mi sono specchiata in occhi estranei cercando di scorgervi frammenti della mia anima.
Ma vi trovavo soltanto turbolenze della mente; oggi in un modo, domani in un altro.
Un cammino tortuoso e incomprensibile, una intricata foresta di opinioni, giudizi, preconcetti, convenienze…
E dunque, io chi sono?
Tutto brulica di vita, ma io questa vita non la capisco.
Le urla di bambini durante il gioco… bimbi che ad occhi adulti sembrano tanto innocenti…
Ma in molti di loro già dimorano i semi della crudeltà.
Provo ad immaginare il pianeta Terra visto da lontano; un puntolino blu nell’universo che ruota nel silenzio degli spazi siderali.
Da quell’immensità silenziosa è impossibile capire questo brulicare scomposto che ogni giorno si compie sotto il sole.
Io questo gioco crudele davvero non lo comprendo…
Un giorno ho incontrato occhi nei quali non riuscivo a specchiarmi.
Speravo di trovare lì delle risposte e invece quegli occhi non davano ne segni di incoraggiamento e nemmeno di celato rimprovero.
Nulla.
Solo silenzio.
A volte interrotto da parole che forse volevano essere soprattutto “riempitivi”, giusto per non farmi sentire a disagio.
Ma da quel lungo sottofondo silenzioso non avrei più voluto separarmi.
Ricordava un sottobosco profumato, un contatto più forte con la natura, una finestra aperta sulla vita così com’è, senza filtri né intermediazioni, senza lenimenti o sedativi…
Ci sono silenzi che obbligano ad una riflessione.
La vita ha veramente un significato oppure noi lo cerchiamo nel disperato tentativo di colmare un vuoto altrimenti spaventoso?
Ma forse la domanda è mal posta…
Perché purtroppo in questo mondo “drogato di materialismo” abbiamo imparato a dare maggiore importanza al contenitore che al contenuto…
È chiaro che il benessere materiale è uno strumento per vivere meglio ma confondendo lo strumento con lo scopo finiamo col sentirci così tanto vuoti da dimenticare che la vita, se non altro, vale la pena di essere vissuta.
Vissuta così com’è senza filtri ne intermediazioni. Una grande occasione.
Una volta un mio amico, malato terminale, mi disse: “Mi sono reso conto soltanto ora di quanto sia bella la vita”.
Lui forse in quel momento, dopo aver rincorso l’apparenza per tanto tempo, aveva trovato se stesso. E improvvisamente la sua esistenza era uscita dall’eterno grigiore quotidiano e si era riempita di significati.
Ed è veramente un peccato prendere soltanto l’ultimo treno …
…mi lasci senza parole
^_^
^_^
Non c’è che dire. Questa donna è una poetessa nata a cui le parole escono così naturalmente da far sembrare che scrivere sia l’unica cosa che ha sempre fatto per tutta la vita.
Onore al talento e grazie per il profumo di questo articolo.
😉
Ilia, mi fai arrossire… cribbio 🙂
Non so perché, forse per la tua dolcezza, ho la sensazione che qualsiasi Maestro sarebbe felice di averti come discepola…
Ciao Vale
Inshallah…
Credo che si faccia parte di una cerchia di persone “fortunate”.
Perchè abbiamo scorto una fenditura nel materialismo che ci ha portato a farci delle domande, a cercare di dare un senso a quel brulichio di vita, a incontrare ochhi nei quali non è possibile specchiarci, a cogliere un profumo. Di qualcosa “oltre”.
E siamo fortunati anche se prendiamo l’ultimo treno. C’è chi non ne sospetta neanche l’esistenza..
E perchè abbiamo persone che, come te, sanno esprimersi con tanta leggerezza e tanto cuore, che sanno dare voce anche a chi sente, ma non sa esprimere.
E chissà che qualcuno, leggendo, non colga quel “profumo”.…
Grazie. A tutti voi.
… Ma la fortuna non è sempre tutta colpa del caso …
Grazie Sting 🙂