Giordano Bruno. La Bellezza di un film. – By Giuseppe

Senza volerlo in questa mia rassegna di recensioni dedicata ai Grandi Film sono finito quasi sempre col parlare di Eroi.

La cosa, a ben guardare, non è poi tanto strana. Chiunque abbia studiato un po’ di sceneggiatura sa che il tema dell’eroe è l’anima portante del film. Non certo dei film proposti dalla cinematografia italiana degli ultimi tempi, s’intende. Ma tutti i grandi film hanno come tassello portante “la storia di qualcuno a cui succede qualcosa”.

In un film vi deve sempre essere un protagonista che insegue un obiettivo elevato, e per fare questo mette in gioco tutto il suo desiderio e la sua volontà pur di raggiungere il fine che si è proposto.

In pratica il protagonista del film è sempre un eroe, sia che debba recuperare un microfilm, salvare il pianeta da una qualche minaccia, trovare la Pietra Verde o roba del genere.

Vogler stilò le dodici tappe della storia di un film, che poi sono le dodici tappe dell’eroe:

1- La Partenza da casa (dal mondo della quotidianità);

2- Richiamo all’avventura;

3- Rifiuto del richiamo, esitazione, dubbi;

4- L’entrata in scena del Mentore, della Guida che incoraggia l’eroe e gli fornisce gli strumenti per affrontare le sfide;

5- La prima soglia, il primo ostacolo da superare;

6- Prove, nemici, alleati;

7- Avvicinamento alla meta, all’obiettivo;

8- Prova suprema;

9- Premio per le proprie fatiche superate (la spada);

10- Il ritorno a casa dell’eroe;

11- Resurrezione, l’inizio di una nuova e più elevata vita;

12- La conquista dell’elisir.

Per questo a tutti piacciono i film. Tutti sembra che amino gli eroi. Tutti si immedesimano in un qualche tipo di eroe.

Ma la vita, quella vera, non è un film.

Nella vita vera l’essere umano comune non realizza neanche la prima tappa, cioè quella della partenza da casa, eppure continua ad immedesimarsi con gli eroi.

In poche parole a farsi delle pippe mentali.

Ed arriviamo a quel grandissimo eroe che è stato Giordano Bruno. L’eroe per eccellenza.

Di solito si pensa al Nolano come ad una Mago, Filosofo, Monaco spogliato o grande pensatore dalla memoria prodigiosa.

A me piace pensare a Giordano Bruno come un Uomo Vero, un Ricercatore di Verità.

Un uomo che per tutta la vita ha indagato sui misteri dell’esistenza col corpo, la mente e con l’anima.

Un uomo che voleva veramente capire, insomma.

E vivere a trecentosessanta gradi.

Un eroe che sempre si è rifiutato di cedere ai compromessi, a prostituire il proprio pensiero e il proprio sentire in cambio di una vita comoda o, addirittura della sua stessa vita.

Ma il fuoco che ha consumato il suo corpo terreno non era una finzione cinematografica.

E i lunghi anni di prigionia in Castel Sant’Angelo nemmeno.

Eppure questo eroe, quest’uomo, sempre ha tenuto duro, fedele alla Verità che aveva trovato (o ricevuto da qualche misterioso Mentore).

I dottorati su Giordano Bruno mi interessano poco o niente.

Si è scritto (e ancora si scrive) tanto su quest’uomo meraviglioso, gloria dell’Italia e di tutto il genere umano, ma la sua figura si può tracciare in pochissime, chiare pennellate.

E in questo film, interpretato mirabilmente da Gian Maria Volonté, mi sembra quasi di rivedere il vero Giordano Bruno.

Ecco la bellezza di un film.

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