Senza volerlo in questa mia rassegna di recensioni dedicata ai Grandi Film sono finito quasi sempre col parlare di Eroi.
La cosa, a ben guardare, non è poi tanto strana. Chiunque abbia studiato un po’ di sceneggiatura sa che il tema dell’eroe è l’anima portante del film. Non certo dei film proposti dalla cinematografia italiana degli ultimi tempi, s’intende. Ma tutti i grandi film hanno come tassello portante “la storia di qualcuno a cui succede qualcosa”.
In un film vi deve sempre essere un protagonista che insegue un obiettivo elevato, e per fare questo mette in gioco tutto il suo desiderio e la sua volontà pur di raggiungere il fine che si è proposto.
In pratica il protagonista del film è sempre un eroe, sia che debba recuperare un microfilm, salvare il pianeta da una qualche minaccia, trovare la Pietra Verde o roba del genere.
Vogler stilò le dodici tappe della storia di un film, che poi sono le dodici tappe dell’eroe:
1- La Partenza da casa (dal mondo della quotidianità);
2- Richiamo all’avventura;
3- Rifiuto del richiamo, esitazione, dubbi;
4- L’entrata in scena del Mentore, della Guida che incoraggia l’eroe e gli fornisce gli strumenti per affrontare le sfide;
5- La prima soglia, il primo ostacolo da superare;
6- Prove, nemici, alleati;
7- Avvicinamento alla meta, all’obiettivo;
8- Prova suprema;
9- Premio per le proprie fatiche superate (la spada);
10- Il ritorno a casa dell’eroe;
11- Resurrezione, l’inizio di una nuova e più elevata vita;
12- La conquista dell’elisir.
Per questo a tutti piacciono i film. Tutti sembra che amino gli eroi. Tutti si immedesimano in un qualche tipo di eroe.
Ma la vita, quella vera, non è un film.
Nella vita vera l’essere umano comune non realizza neanche la prima tappa, cioè quella della partenza da casa, eppure continua ad immedesimarsi con gli eroi.
In poche parole a farsi delle pippe mentali.
Ed arriviamo a quel grandissimo eroe che è stato Giordano Bruno. L’eroe per eccellenza.
Di solito si pensa al Nolano come ad una Mago, Filosofo, Monaco spogliato o grande pensatore dalla memoria prodigiosa.
A me piace pensare a Giordano Bruno come un Uomo Vero, un Ricercatore di Verità.
Un uomo che per tutta la vita ha indagato sui misteri dell’esistenza col corpo, la mente e con l’anima.
Un uomo che voleva veramente capire, insomma.
E vivere a trecentosessanta gradi.
Un eroe che sempre si è rifiutato di cedere ai compromessi, a prostituire il proprio pensiero e il proprio sentire in cambio di una vita comoda o, addirittura della sua stessa vita.
Ma il fuoco che ha consumato il suo corpo terreno non era una finzione cinematografica.
E i lunghi anni di prigionia in Castel Sant’Angelo nemmeno.
Eppure questo eroe, quest’uomo, sempre ha tenuto duro, fedele alla Verità che aveva trovato (o ricevuto da qualche misterioso Mentore).
I dottorati su Giordano Bruno mi interessano poco o niente.
Si è scritto (e ancora si scrive) tanto su quest’uomo meraviglioso, gloria dell’Italia e di tutto il genere umano, ma la sua figura si può tracciare in pochissime, chiare pennellate.
E in questo film, interpretato mirabilmente da Gian Maria Volonté, mi sembra quasi di rivedere il vero Giordano Bruno.
Ecco la bellezza di un film.
Giordano Bruno. La Bellezza di un film. – By Giuseppe
Senza volerlo in questa mia rassegna di recensioni dedicata ai Grandi Film sono finito quasi sempre col parlare di Eroi.
La cosa, a ben guardare, non è poi tanto strana. Chiunque abbia studiato un po’ di sceneggiatura sa che il tema dell’eroe è l’anima portante del film. Non certo dei film proposti dalla cinematografia italiana degli ultimi tempi, s’intende. Ma tutti i grandi film hanno come tassello portante “la storia di qualcuno a cui succede qualcosa”.
In un film vi deve sempre essere un protagonista che insegue un obiettivo elevato, e per fare questo mette in gioco tutto il suo desiderio e la sua volontà pur di raggiungere il fine che si è proposto.
In pratica il protagonista del film è sempre un eroe, sia che debba recuperare un microfilm, salvare il pianeta da una qualche minaccia, trovare la Pietra Verde o roba del genere.
Vogler stilò le dodici tappe della storia di un film, che poi sono le dodici tappe dell’eroe:
1- La Partenza da casa (dal mondo della quotidianità);
2- Richiamo all’avventura;
3- Rifiuto del richiamo, esitazione, dubbi;
4- L’entrata in scena del Mentore, della Guida che incoraggia l’eroe e gli fornisce gli strumenti per affrontare le sfide;
5- La prima soglia, il primo ostacolo da superare;
6- Prove, nemici, alleati;
7- Avvicinamento alla meta, all’obiettivo;
8- Prova suprema;
9- Premio per le proprie fatiche superate (la spada);
10- Il ritorno a casa dell’eroe;
11- Resurrezione, l’inizio di una nuova e più elevata vita;
12- La conquista dell’elisir.
Per questo a tutti piacciono i film. Tutti sembra che amino gli eroi. Tutti si immedesimano in un qualche tipo di eroe.
Ma la vita, quella vera, non è un film.
Nella vita vera l’essere umano comune non realizza neanche la prima tappa, cioè quella della partenza da casa, eppure continua ad immedesimarsi con gli eroi.
In poche parole a farsi delle pippe mentali.
Ed arriviamo a quel grandissimo eroe che è stato Giordano Bruno. L’eroe per eccellenza.
Di solito si pensa al Nolano come ad una Mago, Filosofo, Monaco spogliato o grande pensatore dalla memoria prodigiosa.
A me piace pensare a Giordano Bruno come un Uomo Vero, un Ricercatore di Verità.
Un uomo che per tutta la vita ha indagato sui misteri dell’esistenza col corpo, la mente e con l’anima.
Un uomo che voleva veramente capire, insomma.
E vivere a trecentosessanta gradi.
Un eroe che sempre si è rifiutato di cedere ai compromessi, a prostituire il proprio pensiero e il proprio sentire in cambio di una vita comoda o, addirittura della sua stessa vita.
Ma il fuoco che ha consumato il suo corpo terreno non era una finzione cinematografica.
E i lunghi anni di prigionia in Castel Sant’Angelo nemmeno.
Eppure questo eroe, quest’uomo, sempre ha tenuto duro, fedele alla Verità che aveva trovato (o ricevuto da qualche misterioso Mentore).
I dottorati su Giordano Bruno mi interessano poco o niente.
Si è scritto (e ancora si scrive) tanto su quest’uomo meraviglioso, gloria dell’Italia e di tutto il genere umano, ma la sua figura si può tracciare in pochissime, chiare pennellate.
E in questo film, interpretato mirabilmente da Gian Maria Volonté, mi sembra quasi di rivedere il vero Giordano Bruno.
Ecco la bellezza di un film.
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