Quando ci vuole, ci vuole.
Street view potrà anche essere comodo, ma quanto ci costa? Una cifra in termini di privacy. I furgoni di Street View hanno girato per tuta Europa, fotografando le strade. Peccato che oltre alle strade abbiano anche fotografato persone, targhe e auto.
Poco importa se poi hanno sfuocato i volti e le targhe; una volta che sai che qualcuno abita in una certa zona e lo vedi in una foto, non ci vuole molto a riconoscerlo.
Qualche tempo fa era stata resa nota la notizia secondo cui Google non solo registrava foto, ma anche posizione e MAC Address di tutte le reti Wi-Fi private che trovava per strada.
Oggi invece, scopriamo che non solo aveva preso nota di posizione e indirizzo di accesso ma ha pure registrato su disco tutti i dati su cui è riuscito a mettere le mani.
Chi aveva la Wi-Fi aperta adesso sa che quello che ha fatto, i siti su cui ha navigato, la posta che ha letto, le chat in cui ha scritto, molto probabilmente sono in mano a Google.
La risposta di Mountain View? “Non l’abbiamo fatto apposta”.
Eh già, uno registra uno stream dati Wi-Fi e non lo fa apposta! Ma che cazzo! Meno male che il garante per la privacy ‘stavolta si è svegliato (naturalmente dopo quello tedesco) e ha fatto partire un’inchiesta.
Ma il punto è un’altro. I furgoni di Google girano indisturbati da circa due anni per tutta Europa. Nel frattempo, i dati registrati dove sono finiti? Ovviamente non lo sapremo mai, anche se in teoria proprio questa è una delle domande ufficiali dell’inchiesta.
O meglio: non lo sapremo ma lo potremo immaginare benissimo, non appena ci arriverà a casa la pubblicità di una bellissima auto, stranamente simile a quella di cui abbiamo guardato le foto in un tranquillo pomeriggio di due mesi fa.
Oppure quando qualcuno scoprirà di non essere gradito negli Stati Uniti perchè in una chat ha dato del figlio di troia a qualche petroliere.
Ma vaffanculo, va’!
Google: la mania di non farsi mai i cazzi propri
Quando ci vuole, ci vuole.
Street view potrà anche essere comodo, ma quanto ci costa? Una cifra in termini di privacy. I furgoni di Street View hanno girato per tuta Europa, fotografando le strade. Peccato che oltre alle strade abbiano anche fotografato persone, targhe e auto.
Poco importa se poi hanno sfuocato i volti e le targhe; una volta che sai che qualcuno abita in una certa zona e lo vedi in una foto, non ci vuole molto a riconoscerlo.
Qualche tempo fa era stata resa nota la notizia secondo cui Google non solo registrava foto, ma anche posizione e MAC Address di tutte le reti Wi-Fi private che trovava per strada.
Oggi invece, scopriamo che non solo aveva preso nota di posizione e indirizzo di accesso ma ha pure registrato su disco tutti i dati su cui è riuscito a mettere le mani.
Chi aveva la Wi-Fi aperta adesso sa che quello che ha fatto, i siti su cui ha navigato, la posta che ha letto, le chat in cui ha scritto, molto probabilmente sono in mano a Google.
La risposta di Mountain View? “Non l’abbiamo fatto apposta”.
Eh già, uno registra uno stream dati Wi-Fi e non lo fa apposta! Ma che cazzo! Meno male che il garante per la privacy ‘stavolta si è svegliato (naturalmente dopo quello tedesco) e ha fatto partire un’inchiesta.
Ma il punto è un’altro. I furgoni di Google girano indisturbati da circa due anni per tutta Europa. Nel frattempo, i dati registrati dove sono finiti? Ovviamente non lo sapremo mai, anche se in teoria proprio questa è una delle domande ufficiali dell’inchiesta.
O meglio: non lo sapremo ma lo potremo immaginare benissimo, non appena ci arriverà a casa la pubblicità di una bellissima auto, stranamente simile a quella di cui abbiamo guardato le foto in un tranquillo pomeriggio di due mesi fa.
Oppure quando qualcuno scoprirà di non essere gradito negli Stati Uniti perchè in una chat ha dato del figlio di troia a qualche petroliere.
Ma vaffanculo, va’!
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