Questa crisi non è solo economica!
Dovrebbe essere quantomeno evidente: la crisi che sta colpendo l’Italia non è solo un effetto locale. Benchè ci sia una notevole omertà anche all’estero (presumo che per una volta i media pubblici abbiano deciso di non soffiare sul fuoco), le difficoltà economiche stanno travolgendo l’intera società umana.
A ben guardare però, il periodo è molto oscuro da tutti i punti di vista. Fateci caso: disastri ambientali, terremoti, esplosioni di violenza e una dilagante, terribile mancanza di profondità in qualunque aspetto della vita.
Se la crisi economica sta colpendo l’occidente infatti, il resto del mondo non se la passa comunque bene. La povertà endemica di tre quarti della popolazione del pianeta, cosa di cui ci si guarda bene dal parlare, è in aumento. Le malattie croniche, i tumori, le infezioni, la fanno sempre più da padroni.
Metà del mondo rischia di morire di fame, e della metà rimanente un quarto si ammala gravemente.
La tensione sociale nel bacino del mediterraneo è in costante aumento, la violenza e la criminalità sono sempre più organizzate mentre i governi marciano a passo sempre più serrato verso il soffocamento di ogni dignità e libertà personale.
Ovunque ci si giri la politica non mostra neppure uno di quei governanti illuminati che nella storia del mondo hanno di quando in quando segnato un’epoca.
Ma non è questo quello che dovrebbe preoccupare, nonostante sia un insieme di problemi autoalimentati di profonda gravità.
Quello che dovrebbe davvero far rizzare i capelli in testa è la sempre più grave mancanza di desiderio verso qualsivoglia forma di interiorità.
Se è vero infatti che una malattia, la povertà o grossi problemi economici portano ad una vita infame o ad una morte infausta, è anche vero che il progressivo quanto sempre più veloce allontanamento degli esseri umani da una visione di ricerca del vero, non può che trascinare sempre più l’umanità intera nel baratro dell’ignoranza, dell’impossibilità e di una vita completamente snaturata, priva di valori e, di conseguenza, vuota.
Basta guardarsi attorno, per rendersene conto: fonti di informazione completamente asservite al potere di pochi, multinazionali che arrivano ad influenzare governi al punto da fargli emettere leggi del tutto dannose nei confronti della popolazione, governanti che fanno di tutto per togliere alle persone il diritto di parola, religioni che hanno completamente perso la strada e il lume della ragione…
C’è una tensione sociale che si taglia col coltello, ma le persone sembrano non rendersene conto. Come in molti altri aspetti della vita quotidiana, l’inconsapevolezza sempre più pronunciata impedisce alla quasi totalità della popolazione di rendersi conto che la natura umana viene sempre più snaturata, pervertita, resa inutile e vuota di ogni significato.
La continua corsa verso l’effimero fa sempre più dimenticare la mancanza dell’essenziale.
Non credo che questo andazzo potrà proseguire ancora molto. Qualche anno, forse. Perchè esiste un limite a quanto si può comprimere l’essenza di un essere umano. A quanto si può defraudarlo della sua dignità, della sua libertà e della sua natura più intima.
La vera crisi deve ancora arrivare. Solo che quando arriverà rischia di essere così violenta e così repentina, da sovvertire completamente tutto quanto.
Non occorrono i Maya, Nostradamus o qualunque altro profeta per comprendere che ci stiamo avvicinando a passi lunghi e ben distesi verso un punto di rottura.
Cosa ci sia dall’altra parte di detto punto, non mi riesce proprio di immaginarlo, se non che non sarà di certo qualcosa di piacevole.
Giunti a questo punto, il mio personale pensiero è che sia ormai inevitabile uno shock, un evento in qualche modo su scala planetaria, che porrà la parola fine all’attuale precipizio di tutti i valori “veri” nel dimenticatoio.
Altrettanto ritengo che sia compito di ognuno scegliere quale strada continuare a calcare: se quella autodistruttiva, fuorviante e negativa della rincorsa a tutto ciò che non ha alcun senso, oppure anche solo iniziare, o proseguire con maggior forza, in quella della ricerca di valori più veri, in barba a ciò che questo mondo ormai completamente impazzito vorrebbe farci credere.
A questo punto credo che la differenza davvero conti.
Condivido le tue supposizioni su questi tempi e sicuramente quelli più bui che verranno,comunque sono convinto che non tutto il male viene per nuocere,anzi sicuramente ci sarà un cambiamento a livello mondiale e spero che da questo la gente impari.
Ciao Franz, hai ragione e penso che fra poco ci sarà quel punto di rottura che dici tu.
Dopo l’umanità inizierà un vero percorso interiore. Io di natura sono molto ottimista e vedrai che non mi sbaglio. (Naturalmente dopo il punto di rottura non sarà tutto roseo).
Ciao
Già… temo sarà proprio così! Ciao a te! :bye:
Temo fortemente che dopo questo “shock” non vi saranno altre possibilità per le persone di ricercare qualcosa di “vero” …
Non so quanto l’umanità dopo un tracollo terribile sotto ogni aspetto della vita comincerà ad innalzarsi, o quanto piuttosto si abbasserà al livello più infimo a causa del panico e della mancanza di risorse. Già le persone non hanno scrupoli ora a calpestare le altre per i propri interessi.
Spero disperatamente nella prima ipotesi, ma ho tanta paura della seconda.
Ciao :bye:
Ciao Luna, in questo periodo sul pianeta c’è gente adatta per treghettare l’umanità dalla
vecchia visione di essere alla nuova visione. Mi sembra di aver capito che Franz fà parte di un Istituto per l’evoluzione umana. Naturalmente ce ne sono altri. Pertanto andrà tutto bene vedrai.
Ciao.
Franz, intendi dire che ci sono due crisi, una economica e una interiore? Ritieni che possano essere in qualche misura connesse? Io credo che lo siano…
Infondo cosa succede anche nel piccolo di ciascuno di noi quando la vita si svuota di significato?
Succede che si pensa solo al “profitto” immediato. Non si costruisce nulla, non si fanno progetti a lungo termine, non si desidera lasciare in eredità i frutti del proprio operato, e se si lasciano macerie “chissenefrega”.
Non si cerca di costruire un futuro migliore nemmeno per se stessi, figuriamoci per gli altri.
Alcuni accumulano con la stessa frenesia e noncuranza delle conseguenze con cui altri sperperano.
Con quel vuoto dentro si smette di vivere. Si sopravvive pensando: “arraffo tutto quello che arriva tanto domani non ci sono più”.
In realtà chi pensa così non solo non ha un futuro ma ha perso anche il presente. Tutto diventa consumismo e noia, una noia mortale. Tutto si brucia in un attimo.
…Che desolazione questo commento, stavo quasi per non postarlo nemmeno…
P.S.: per fortuna abbiamo degli ottimisti fra noi… Ciao Artos!
Wej-ji è l’ideaogramma cinese del termnine crisi, ed è composto da due ideogrammi che significano, rispettivamente: pericolo e….opportunità!
E questo è interessante.
La storia è colma di crisi, ma anche la singola vita individuale: la crisi adolescienziale, la crisi dee passaggio dalla condizione di studente a quella di lavoratore, quella che segue la fine di una relazione etc.
Ma a guardar bene anche una singola giornata può essere attraversata da piccole crisi, perfino l’essere indecisi mentre ci si prepara per andare ad una cena tra mettere la t-shirt o la camicia.
In questo caso il pericolo è di arrivare in ritardo alla cena oppure di andarci con l’abito “sbagliato”. L’opportunità è cogliere l’occasione di ascoltarsi e scegliere ciò che più in quel momneto sentiamo di voler esperimere, oppure applicare l’arte di sapersi adattare nel modo migliore alle situazioni anche nell’abito.
Per quanto riguarda la crisi globale attuale, il principio è lo stesso, solo molto, molto amplificato.
Come dire: maggiore la crisi, maggiore il pericolo……….e maggiore l’opportunità!
Il che dona alla situazione, secondo me, un volto diverso.
Secondo me il fatto che non si fanno piu’ guerre e si accumulano tensioni fa si che si accumulano violenza,per giunta non c’ e’ neanche il lavoro che influisce sulla vita in particolar modo che la gente non si stanca e accumulando tensioni scoppia la violenza.Secondo me c’ e’ bisogno di lavoro,il resto viene dopo.
Secondo me ci vorrebbero delle innovazioni a livello di fabbriche per il lavoro,tipo una fabbrica di macchinari ospedalieri,oppure fabbriche per colonine elettriche visto e considerato che il futuro sarà elettrico,oppure delle fabbriche che producono compiuter che quando si romopono si aggiustano da soli,e chi piu’ ce ne ha piu’ c’ è ne metta.