Ricordi
Il volto è in penombra, tagliato a metà dalla luce giallognola del fuoco. Ma la metà in ombra offre comunque un punto luminoso: un occhio così lucido da riflettere in parte la luce delle fiamme che si agitano nel camino esterno. Il riflesso è per un attimo così definito che sembra possibile distinguere ogni singola fiamma.
Sull’altra metà di quel volto senza tempo, il destino e la natura hanno scolpito una poesia. O forse addirittura un’ode: alla bellezza.
Iridi verdi come l’acqua, o forse blu come il mare, difficile dirlo in quelle condizioni. Un taglio a mandorla, sopra la linea delicata per una mascella così raffinatamente cesellata da far ricordare i disegni di Okusai.
Quando la ragazza si muove, spostandosi dall’appoggio al muro, mantenuto immobile fino a quel momento, lo fa con un colpo di reni improvviso, senza che nulla faccia prevedere il movimento.
Uscendo dalla penombra, la cascata improvvisa di capelli lisci come la seta e neri come il giaietto, si precipita in avanti a coprirne il seno delicato, quasi minuto che si indovina sotto la veste di seta.
E’ come se una grande aquila nera avesse deciso di abbracciarla con le sue ali.
Tempo zero
Lampioni dalla luce giallastra al posto dei fuochi. Asfalto al posto della terra e dei sassi. Solo la polvere sembra essere rimasta la stessa: paziente, uguale nei secoli, si alza ancora sotto la brezza di mare.
Stessa danza, altra nazione. Forse.
Anche il volto sembra essere rimasto lo stesso: raffinato, la linea volitiva della mandibola che si scioglie in un mento delicato. Occhi a mandorla verdi o blu.
Per più di qualche minuto rimbalzo tra ora e allora, tra ricordo e presente.
Ma il passato non è più chiaro di così.
Più che un’immagine è una sensazione. Il ricordo lontano di tempi andati.
Una terra e una città perdute nel tempo; quale tempo, è difficile dirlo.
Tempo zero meno ?
Un profumo dolce di fiori, intenso come il miele. Una voce roca, forse. O forse dei sussurri, di quelli che si scambiano a volte due amanti nel cuore della notte. Il patio nella notte tiepida il cui silenzio è rotto solo dallo scoppiettare dei fuochi e dalla chitarra pizzicata sommessamente, da qualche parte lì vicino. La ragazza porta sul tavolo un boccale di terracotta, pieno di vino speziato.
Tempo zero
Ho pagato il conto, mi alzo e mi incammino verso casa, mentre volto le spalle e scarico la mente.
Ieri è andato, domani è una promessa.
Oggi è un dono: per questo si chiama presente.
Presente? Tempo zero
Dico ben ostregheta? (:
yes!