L’apprendista stregone
L’ultima fatica di casa Disney non è un brutto prodotto.
Intendiamoci: è un film destinato più ad un pubblico giovane che adulto, ma credo che anche qualche ultraquarantenne potrà comunque trovarlo piacevole.
Merlino aveva tre apprendisti; Balthazaar (Nicholas Cage), Veronica (Monica Bellucci) e Hovart (Alfredf Molina). Veronica si innamora di Balthazaar e Hovart si consegna al male per gelosia, aiutando la perfida Morgana ad uccidere Merlino.
Veronica si sacrifica, imprigionando al proprio interno l’anima di Morgana, ed entrambe vengono confinate all’interno di una bambola magica insieme ad altri stregoni malvagi (Hovart compreso) da Balthazaar, che sopravvive per un millennio ricercando il successore di Merlino, l’unico che potrà distruggere Morgana e liberare Veronica. Lo troverà finalmente ai nostri giorni e… via che scatta il casino per il dominio del mondo.
Molto ricco negli effetti speciali, purtroppo il film non lo è altrettanto dal punto di vista dei contenuti, della recitazione e di tutto il resto.
Monica Bellucci a parte (fortunatamente fa una parte molto piccola in cui parla pochissimo) che è e rimane sempre una delle donne più belle, ma che come attrice lascia davvero a desiderare, il cast è stato messo su veramente coi piedi, e la sceneggiatura presenta dei buchi grossi come case.
Nicholas Cage è fuori luogo, fuori tempo, fuori dalle righe, approssimativo e inadatto. Il protagonista Jay Baruchel, ragazzo che vorrebbe essere presentato nelle vesti di un antieroe erede del grande Merlino è più che altro un campionario di psicopatologie che finisce per darti solo sui nervi (alla fine parteggi per Morgana, sperando che riesca a farlo fuori).
Fa eccezione Alfred Molina, perfetto e perfido cattivo, anzi cattivissimo.
La storia salta di qui e di là, con degli autentici “buchi” di sceneggiatura per cui a volte non si capisce esattamente cosa diavolo sia successo.
Unica scena davvero decente: la rivisitazione dell’episodio dell’apprendista stregone all’interno del film “Fantasia”, qui ripetuta fedelmente al punto che in alcuni fotogrammi fa una comparsata persino la scopa originale di Fantasia, disegnata quasi come allora.
Altro aspetto decente è quello di fornire un’interpretazione della magia che si interseca con la fisica quantistica e con le più moderne teorie sulla vibrazione e sull’energia.
Insomma, come al solito a me è piaciuto, mi sono fatto quattro risate al momento giusto e mi sono divertito.
Però il film è un po’ una cagata, lo riconosco!