Caso Yara: l’uomo arrestato per un errore di traduzione
Una cosa da far venire i brividi… l’uomo arrestato come possibile assassino della ragazza scomparsa è finito in galera per un errore di traduzione.
La cosa in se’ fa venire davvero la pelle d’oca, ma è il corollario di condizioni al contorno che rendono il tutto da horror.
La frase che lo ha fatto finire in carcere spunta fuori da una intercettazione. E già uno si chiede: perchè lo intercettavano? Perchè per qualche motivo aveva a che vedere con la persona scomparsa, o perchè era un extracomunitario?
Ma poi si può anche proseguire con l’incubo: le sue conversazioni devono essere tradotte, perchè l’intercettazione abbia un senso. Questo implica tempo, ma soprattutto, personale. Qualcuno che traduca e che, come dimostrato dai fatti in questo caso, non era madrelingua.
Quindi l’uomo viene arrestato sulla base di un’intercettazione (che non si sa quando sia avvenuta e per quale motivo), sulla base di una traduzione fatta da qualcuno di poco competente, ma soprattutto in mancanza di altre prove indiziarie a giustificare l’arresto, come sembra di capire dai vari articoli pubblicati sull’argomento dalle testate nazionali, e nonostante le testimonianze di varie persone, tra cui il suo datore di lavoro che ha garantito che l’uomo era al lavoro in cantiere nel momento in cui avveniva il delitto.
Quello che desidero sottolineare è che, stando così le cose, chiunque potrebbe essere arrestato in qualsiasi momento, senza prove, senza indizi e sulla base dell’incompetenza di qualcun altro.
E’ questo che fa veramente venire la pelle d’oca.
Anch’io fino a poco tempo fa, pensavo che, se un arresto avviene, qualche motivo ci deve essere; ma avvenimenti come questo mi hanno fatto nel tempo davvero ricredere.
Certo, a Mohamed Fikri è andata bene: pochi giorni dopo l’arresto l’equivoco si è chiarito, grazie al PM Letizia Ruggeri che si è fatta venire un dubbio quando ha capito che lil fermo di quest’uomo era basato unicamente su una singola frase. Ha quindi fatto ritradurre la stessa da suoi periti di fiducia e ha così scoperto che la traduzione incriminante “Allah mi aiuti, non ho ucciso nessuno” (che già non si capisce come possa giustificare un arresto) era invece “Allah ti prego fa che risponda”, perchè Fikri stava semplicemente sperando che un tizio che gli doveva del denaro si facesse trovare al telefono.
Intanto però un uomo innocente è finito in galera ed ha rischiato di vedersi la vita rovinata grazie all’irresponsabilità e alla voglia di trovare un colpevole a tutti i costi.
Ripeto, questa volta il PM si è fatto venire un dubbio. Ma quante altre volte non è successo?
E’ questa la domanda che dovrebbe fare davvero venire un incubo a tutti.
Perfettamente ragione Franz, esattamente quello che ho pensato anche io. La “giustizia” è una macina trita-tutto, non oso pensare quanta gente innocente c’è finita dentro. Per non parlare poi del giornalismo italiano, che se ne frega altamente non solo di un minimo di verità ma neanche di un briciolo di controllo.
Già, anche in questo caso tra l’altro la pressione mediatica ha giocato non poca importanza nella fretta con cui si è deciso di procedere contro quest’uomo.
Come mi diceva poco fa un mio carissimo amico, il problema è che in Italia la giustizia è troppo nelle mani del singolo.
Un essere umano può sbagliare, chiaro, ma in questi casi ci sono in gioco la vita e la dignità di altri esseri umani.
Non ha senso che tutto sia nelle mani di un singolo.
Che in questo paese la giustizia sia malata è oramai impressione comune.
Che la pressione mediatica alle stelle per “sbattere il mostro in prima pagina” porti anche ad una certa superficiale celerità nella risoluzione di un caso è evidente.
Troppe volte, negli anni, abbiamo sentito storie incredibilmente “pasticciate” in fase di indagine dando anche, purtroppo, una bruttissima impressione di dilettantismo da parte di chi dovrebbe chiarire i fatti.
Un altro aspetto che ritengo importante è l’assenza di controllo sul territorio che induce certa gente (attenzione lontano da mè ogni pensiero riguardante le nazionalità) a pensare ad una sorta di impunità e di inafferabilità.
Non stiamo parlando di grandi città ma di paesini dove, se le forze dell’ordine avessero le necessarie risorse, sarebbe per loro “naturale” conoscere una buona parte degli eventi.
Nel posto dove vivo (40 km da Roma, mica sperduto) vedere una volante od una pattuglia in giro dopo una certa ora è evento da ricordare ma, parlando con loro, ti rispondono semplicemente che non hanno risorse per la benzina!!!
Se le risorse fossero gestite con un filo più di accortezza si potrebbe pensare, forse, alla prevenzione.
Poi, ragionandoci, rimane sempre il dubbio che tutto sia in qualche modo di aiuto a qualcuno. Un popolo che vive nel terrore della criminlità o degli errori giudiziari si tiene sotto controllo più facilmente.
Ho fatto lo stesso ragionamento Franz.
E’ veramente un incubo.
L’altra faccia della faccenda non lo è da meno.
Malgrado siano un incubo anche le prigioni cosi come sono,l’incubo più “palpabile” è anche quello di chi si ritrova un “colpevole di reato”,magari grave (tipo perseguitare e uccidere qualcuno)che gironzola libero perchè un avvocato può difendere anche l’indifendibile e anche quando arriva a capire benissimo qual’è la realtà dei fatti o a volte anche slo per un “buonismo” difficile da comprendere,può continuare a cercare vie di “fuga” per il “cliente”.
Poi,almeno in Italia,lo straniero, è un dato di fatto che sia perseguitato,basta vedere alla radice la difficoltà a regolarizzarsi in qualche modo mantenendo le persone in situazioni talmente precarie da metterle in situazioni da schiavi o nella peggiore situazione,a delinquere.
Anche se hai figli italiani con un Italiano e hai un lavoro regolare riescono a non dare tranquillità.
A volte poi capita che,anche in questo caso,l’altra faccia della faccenda sia dare permessi di soggiorno8 o addirittura asili a persone non provenienti da paesi di guerra o perseguitati politici) a persone,soprattutto donne,che vengono in italia comprati per essere sfruttati,dando la possibilità ai loro sfruttatori di poter continuare a tenerli incatenati allo sfruttamento.
Se non c’è capacità di discernimento,che sia un singolo a decidere o alcuni,è un incubo che riguarda tutt’e due le “facce della medaglia”.
Mancano persone sagge o perlomeno sveglie e con mente acuta in molte posizioni importani come responsabilità verso “il Prossimo”.
Quindi alla fine mi stupisco di stupirmi.
Molte,troppe volte “non è successo”.
Non è successo quello che ” sarebbe giusto succedesse”.
Quindi alla fine ciò che di “giusto” possiamo fare è stupircene ancora.
Per parlarne e lavorare affinchè si possa continuare a credere che la capacità di discernimento “possieda“le menti di chi ha grosse responsabilità sulla vita degli “altri…e perchè no…tra tutti.
E sia
:coffee:
Grande Alli! Ciao! :bye: