Grandi visioni soggettive – By Giuseppe

In un post precedente ho tentato di dire la mia sulla differenza tra visione soggettiva e oggettiva.

Naturalmente per visione non intendevo quello che vediamo con gli occhi, ma l’idea generale che abbiamo della vita e di noi stessi.

E credo di poter riaffermare che “quasi tutti” abbiamo una visione strettamente personale della realtà.

Questo ci porta a due considerazioni: o vi è un numero illimitato di realtà (una per ognuno di noi), oppure nessuno che non abbia realizzato la “coscienza oggettiva” vede la realtà per quella che è (e cioè quasi tutti).

Certo, sicuramente siamo parte integrante di un “qualcosa”, ma dobbiamo riconoscere che non sappiamo cosa sia questo qualcosa: noi abbiamo solo delle idee su cosa sia la Realtà.

Né possiamo basarci sui sensi per saperlo, perché i sensi sono limitati e non mostrano quel “qualcosa” di cui siamo parte per quello che è.

Allo stesso modo per conoscere la realtà sono inutili anche gli strumenti tecnologici, perché essendo costruiti e usati da sensi limitati non possono che dare delle “visioni” altrettanto limitate: quale è più vera la vista normale? quella a raggi x? quella a raggi gamma? a raggi infrarossi o ultravioletti?

Ad esempio gli astrofisici ammettono di vedere solo il quattro per cento della massa di un pianeta o di un astro…della materia insomma: quindi come possono dirci com’è fatto l’Universo se non lo vedono per quello che è?

Ma un altro fattore che considero veramente importante è che, pur essendo vero che abbiamo una visione strettamente personale della realtà, è altrettanto vero che questa visione si colloca all’interno di più vaste visioni soggettive: quella di famiglia, quella della regione di nascita, quella religiosa, politica, economica, scientifica…

Quindi la nostra visione personale della realtà è fortemente “colorata” da una visione generale che ingloba e influenza tutte le altre piccole visioni.

Da qui l’importanza per i “detentori del potere” di avere in mano i mezzi di informazione (e di colorazione della coscienza).

Questa visione generale è come uno “stile” di fondo (creato ad hoc) all’interno del quale si vanno ad inserire le nostre piccole visioni personali.

Potrei paragonare la “visone generale soggettiva” agli stili pittorici o musicali.

Ad esempio, all’interno dell’Impressionismo vi sono differenze “personali” dei singoli pittori: vi è l’Impressionismo di Renoir, di Monet, di Manet, di Cezanne…ma pur sempre Impressionismo rimane.

La stessa cosa possiamo dire dei vari generi musicali: melodico, rock, classico…all’interno dei quali si vanno a collocare i singoli interpreti e autori.

Ecco che, ad esempio, noi italiani qualunque cosa viviamo, anche nuova, l’andiamo a collocare (di solito inconsapevolmente) all’interno dello “stile” col quale siamo stati formati.

Che musica suoniamo?


Lo “stile” col quale siamo stati formati, è bene ripeterlo ogni tanto, è quello dell’Italia di questi ultimi trenta o quarant’anni (dipende dalla nostra età) e le sue tendenze familiari, socio-politiche, economiche e soprattutto religiose – senza dimenticare che sopravvivono nella nostra cultura ancora le Guerre Puniche, la Roma Repubblicana e Imperiale, l’avvento del Cristianesimo, il Medioevo, l’Inquisizione, il Rinascimento, il Risorgimento, la Prima e la Seconda Guerra Mondiale…l’assassinio di Moro, le BR  e la pastasciutta -.

Tutto questo intendo per Visione soggettiva generale.

Questo “colore di fondo” (cioè la visione soggettiva generale) è talmente impercettibile che neanche lo notiamo, eppure ha il potere di colorare ed inquadrare tutto al suo interno, anche le cose nuove: vi è un’ondata di extracomunitari? Ecco che la inquadriamo attraverso la visione soggettiva generale in cui siamo nati e cresciuti.

Noi vediamo i cinesi, la crisi mondiale, la new age, la guerra (pardon, la missione di pace) in Afghanistan, l’America, il Papa…tutti inseriti per benino nel “quadro Impressionistaeducativo-giornalistico-televisivo italiano in cui siamo nati e col quale è stata formata (o colorata) la nostra coscienza e autocoscienza.

Chi non crede a quello che dico, e ritiene di essere libero da queste colorazioni coscienziali, non ha che da provare a liberarsene (andando per esempio a vivere in un altro emisfero planetario per un po’ di tempo, che ne so, in Paraguay) vedrà allora piombargli addosso tutta l’italianità che non pensava di avere; vedrà i suoi condizionamenti morali e religiosi, quelli alimentari, comportamentali e mille altre cosucce di cui neanche sognava l’esistenza.

In definitiva la nostra piccola bolla, la nostra visione soggettiva, si trova in un’altra più grande bolla che è la visione soggettiva generale.

In effetti le cangianti e fluttuanti bolle-visioni in cui siamo identificati sono veramente tante, fino a quella gigantesca Occidentale in contrapposizione a quella Orientale, per finire a quella terrestre: nulla di oggettivo in tutto questo…

…ma solo un gran giramento di bolle….false.

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