Un uomo duro, Daniel Plainview, duro, determinato, scaltro e amorale.
Arrivato nell’Ovest degli Stati Uniti a fine ’800, come tanti altri in cerca di argento, il giovane Daniel vi trova invece il petrolio.
In breve l’uomo si ritrova ricco e in grado di espandere la sua nuova attività di “petroliere”.
Da allora in poi la sua vita sarà dedicata esclusivamente alla ricerca di maggior ricchezza e potere, senza riguardo per nulla e nessuno, anche a scapito del suo rapporto con l’unico figlio (che in seguito a un incendio sul cantiere diviene sordo), e finisce con l’allontanarlo da sé che è ancora un adolescente, facendone un suo nemico.
Ma di nemici Daniel ne ha anche altri. Il più pericoloso e insidioso è senz’altro un giovane predicatore che si finge “ispirato da Dio”. Questo, dopo aver ceduto a Daniel i suoi terreni ricchi di petrolio, comincia a osteggiare in molti modi i lavori della costruzione dei pozzi per ricavarne a sua volta profitto e potere.
Pian piano il giovane converte molti lavoratori dell’azienda di Daniel, e pretende altro denaro per l’edificazione di una chiesa.
Nel frattempo “il petroliere” è stato avvicinato da un uomo che si spaccia per l’unico fratellastro che non ha mai conosciuto, ma quando scopre l’inganno il ricco magnate lo uccide senza pietà, come uccide senza pietà, molti anni dopo, anche l’ex “giovane predicatore” che si riaffaccia nella sua vita in cerca di altri soldi.
Inutile dire che la vita di Daniel finirà in solitudine.
Ho trovato il Petroliere un bel film, sicuramente crudo ma di grande impatto. Innanzitutto per la sua “materialità”. In certe scene il film mi è sembrato talmente “corposo” che sembra quasi di sentire l’odore del petrolio, della terra del sottosuolo e del sudore dei corpi.
Poi perché questa vicenda (tratta in parte dal romanzo “Oil” di Upton Siclair, ispirato alla vita di un magnate del petrolio) può aiutare a comprendere qualcosa in più sulle dinamiche psicologiche che sono alla base del moderno capitalismo. Gli elementi ci sono tutti: ricerca ossessiva delle ricchezza, sfrenata ambizione personale, logica del profitto, arrivismo a tutti i costi, la solitudine in cui si ritrovano tutti quelli che arrivano “in cima” alla piramide del potere, menzogna, inganno, sfruttamento a oltranza di uomini e risorse…fino all’omicidio.
L’ottima recitazione di Daniel Day-Lewis non la definirei nemmeno recitazione, tanto è reale il suo personaggio e…non so se tutti i petrolieri sono come questo ma, se così fosse meglio starne alla larga.
Il Petroliere – By Giuseppe
Un uomo duro, Daniel Plainview, duro, determinato, scaltro e amorale.
Arrivato nell’Ovest degli Stati Uniti a fine ’800, come tanti altri in cerca di argento, il giovane Daniel vi trova invece il petrolio.
In breve l’uomo si ritrova ricco e in grado di espandere la sua nuova attività di “petroliere”.
Da allora in poi la sua vita sarà dedicata esclusivamente alla ricerca di maggior ricchezza e potere, senza riguardo per nulla e nessuno, anche a scapito del suo rapporto con l’unico figlio (che in seguito a un incendio sul cantiere diviene sordo), e finisce con l’allontanarlo da sé che è ancora un adolescente, facendone un suo nemico.
Ma di nemici Daniel ne ha anche altri. Il più pericoloso e insidioso è senz’altro un giovane predicatore che si finge “ispirato da Dio”. Questo, dopo aver ceduto a Daniel i suoi terreni ricchi di petrolio, comincia a osteggiare in molti modi i lavori della costruzione dei pozzi per ricavarne a sua volta profitto e potere.
Pian piano il giovane converte molti lavoratori dell’azienda di Daniel, e pretende altro denaro per l’edificazione di una chiesa.
Nel frattempo “il petroliere” è stato avvicinato da un uomo che si spaccia per l’unico fratellastro che non ha mai conosciuto, ma quando scopre l’inganno il ricco magnate lo uccide senza pietà, come uccide senza pietà, molti anni dopo, anche l’ex “giovane predicatore” che si riaffaccia nella sua vita in cerca di altri soldi.
Inutile dire che la vita di Daniel finirà in solitudine.
Ho trovato il Petroliere un bel film, sicuramente crudo ma di grande impatto. Innanzitutto per la sua “materialità”. In certe scene il film mi è sembrato talmente “corposo” che sembra quasi di sentire l’odore del petrolio, della terra del sottosuolo e del sudore dei corpi.
Poi perché questa vicenda (tratta in parte dal romanzo “Oil” di Upton Siclair, ispirato alla vita di un magnate del petrolio) può aiutare a comprendere qualcosa in più sulle dinamiche psicologiche che sono alla base del moderno capitalismo. Gli elementi ci sono tutti: ricerca ossessiva delle ricchezza, sfrenata ambizione personale, logica del profitto, arrivismo a tutti i costi, la solitudine in cui si ritrovano tutti quelli che arrivano “in cima” alla piramide del potere, menzogna, inganno, sfruttamento a oltranza di uomini e risorse…fino all’omicidio.
L’ottima recitazione di Daniel Day-Lewis non la definirei nemmeno recitazione, tanto è reale il suo personaggio e…non so se tutti i petrolieri sono come questo ma, se così fosse meglio starne alla larga.
Altri articoli sul genere: