La memoria dell’acqua provata scientificamente
Oh, finalmente ci sono arrivati: l’acqua ha una sua memoria. La “scoperta” porta la firma di Montagnier (si, proprio lui, quello famoso), e potete trovare l’intero articolo in versione PDF, a questo link.
La notizia, di straordinaria portata scientifica, è stata ovviamente tenuta ben nascosta dai media italiani, che se ne sono ben guardati da dare risalto alla cosa, anche se potete trovarne un breve accenno qui.
Cos’hanno scoperto i nostri prodi scienziati? Semplicemente quello che, da diversi anni viene affermato nel mondo moderno da persone regolarmente trattate a pesci in faccia dalla comunità scientifica e che da molti più anni viene affermato da diverse culture millenarie: l’acqua ha una sua memoria tramite cui “registra” l’impronta elettromagnetica prodotta dal DNA.
Il DNA è il codice genetico di un essere vivente. Questa macromolecola emette delle onde elettromagnetiche a bassissima frequenza. Tali onde non solo vengono rilevate dall’acqua, ma vengono addirittura memorizzate in essa, anche quando il DNA non è più presente.
Ecco quindi che finalmente viene provato qualcosa che, come detto sopra, viene detto da tanti anni: l’acqua ha una sua memoria in grado di registrare cambiamenti a livello energetico e conservarli in se’ stessa.
Ricordo che in molte medicine cosiddette alternative, quali omeopatia, spagiria, ayurveda e altre, questo principio è noto da tempo e viene sfruttato proprio per cercare di curare le umane sofferenze.
Ma tralasciamo questo aspetto per occuparci di un altra considerazione macroscopica, che mi sta molto più a cuore: l’ennesima figura di merda del mondo accademico ufficiale.
Fintanto che non è arrivato Montagnier a dire che la memoria dell’acqua è una realtà, tutti quelli che hanno detto la stessa cosa prima di lui sono stati sbeffeggiati, emarginati, praticamente linciati dalla comunità scientifica mondiale, definiti come cialtroni o peggio.
Ma siccome Montagnier è un tantinello famoso, questa volta invece di dargli del cretino come hanno fatto con tutti gli altri, applaudono alla grande scoperta.
L’ennesima dimostrazione di come l’ambiente della ricerca scientifica in generale (e quella medica in particolare) sia completamente corrotto da moralismi e interessi economici che lo rendono del tutto disfunzionale, fatte salve rarissime occasioni.
Per una volta però, in questo caso, il sistema ha giocato contro se’ stesso. Adesso che la cosa è provata, voglio vedere cosa diranno.
Sicuramente si inventeranno il modo di girare il bambino nella culla, ma intanto la faccenda è venuta a galla.
E a me, onestamente, ride anche il culo…