E tu… con chi preferiresti viaggiare? – By Giuseppe
Immaginiamo di essere saliti su un treno Intercity (di quelli a scompartimenti) e che ci aspetta un lungo viaggio.
Mentre ci dirigiamo, col biglietto in mano, verso lo scompartimento e il posto che ci è stato assegnato, notiamo con la coda dell’occhio che stiamo oltrepassando uno scompartimento occupato da cinque persone che emanano una luce particolare: si tratta di due donne e tre adolescenti.
In quel momento passa il controllore e, con una sfacciataggine insolita per noi, gli chiediamo a bruciapelo se conosce l’identità di quelle belle persone.
- Come no? – risponde l’uomo – ho il piacere di averle spesso su questo treno. Si tratta di due sorelle coi loro figlioli. Quella signora vestita di candido lino, coi capelli biondi e gli occhi verde mare si chiama Pura Presenza. I suoi graziosi figlioli si chiamano Qui e Ora, e sono sempre curiosi e attenti a tutto.
La signora di fianco, bella come la luna piena, si chiama invece Serenità, e la sua deliziosa figliola si chiama Gioia di vivere.
Le assicuro – continua il controllore – che tutte le volte che entro nello scompartimento occupato da loro non vorrei più andare via, tanto mi trovo a mio agio e tante sono le cose belle e interessanti che hanno da raccontare. -
Ringraziando l’uomo, che si allontana, restiamo un attimo in contemplazione dell’aura di gioiosa serenità che emana da quelle persone.
Ce ne sentiamo attratti, e vorremmo fermarci, e prendere posto nell’unica poltrona libera, sicuri di fare un viaggio piacevole e interessante in loro compagnia ma, rispettosi delle regole, andiamo oltre, verso il nostro posto.
E infine arriviamo al “nostro” posto.
Già prima di entrare notiamo l’enorme differenza di “atmosfera”.
Quella che si presenta ai nostri occhi è una scena a dir poco fosca e raccapricciante.
Vediamo una donna ansiosa, che ansima continuamente, seduta di fianco ad un uomo mal vestito, pallido in volto, spettinato e tremolante.
Tre ragazze mature, probabilmente le loro figlie, se ne stanno ognuna per conto proprio, come chiuse in un grigio magico sogno.
Abbiamo ancora la mano sulla maniglia della porta, indecisi se aprirla o meno, quando ripassa il controllore.
Intercettandolo al volo gli chiediamo se può essere così gentile di dirci chi sono gli occupanti di quel tetro scompartimento.
- Caro figliolo – risponde l’uomo – se le è stato prenotato un posto proprio in loro compagnia devo dirle che lei è stato più che sfortunato….Humm…Deve fare un lungo viaggio? – mi chiede incuriosito
- Temo proprio di sì! – rispondiamo con la voce tremolante -
- Ahiaiaiaiaaiii! – dice l’uomo – visibilmente dispiaciuto per noi – Vede, io stesso ho smesso da un pezzo di andare a controllare i biglietti di quelle persone. Cerco di starne lontano il più possibile…
…Vede quella donna ansiosa? -
Noi facciamo un cenno affermativo col capo.
- il suo nome è Speranza – continua il controllore – mentre l’uomo rannicchiato tutto tremolante in un angolo si chiama Timore. I due sono marito e moglie. E le loro tre sfortunate figlie si chiamano Aspettativa, Distrazione e Insoddisfazione. -
L’uomo si ferma e ci guarda pieno di commiserazione. – Le assicuro – dice mesto il ferroviere – che dopo un lungo viaggio con loro rimpiangerà di essere venuto al mondo. -
- Ma non si potrebbe…- chiediamo noi facendo un cenno verso lo scompartimento pieno di luce e gioia.
- Guardi – risponde complice l’uomo, strizzandoci l’occhio – io non ho visto niente. Su questo treno vi sono delle regole. Però…faccia lei…-.
…e tu che faresti: con chi preferiresti viaggiare?