Razionalizzare l’intuizione: se non lo fai è inutile per tutti tranne che per te.
L’intuizione, l’insight… chi non li ha sperimentati almeno una volta nella vita? Qualcosa dentro di te capisce, comprende, si illumina (nel suo piccolo, chiaro). E tu ti puoi muovere sulla scorta di quell’intuizione.
Ma… c’è un “ma”. (C’è sempre, puttana Eva!).
Se non riesci a razionalizzare quell’intuizione, ti troverai di fronte a una montagna di guai: in primis i tuoi condizionamenti che, forti dell’appoggio dell’ego e della mente meccanica, gli daranno contro a spada tratta, complice il fatto che tu non sai come ribattere.
E poi… non potrai spiegare quella tua intuizione, non potrai argomentarla: il che significa che, più sarà grande quell’intuizione, e meno servirà agli altri. Perchè un’intuizione, essendo tale, più e grande e più, in genere, va a cozzare contro gli schemi prefabbricati dell’ordine costituito, di qualunque genere esso sia (religioso, di gruppo, sociale, economico…).
Il che potrà non essere così grave ma, alla lunga, ti porterà a ritrovarti solo con il concetto in mano e nessuno che ti dia una mano; allora non avrai che due strade. Tirare dritto, senza deviare, oppure restare, perchè da solo non puoi fare nulla (cosa che accade spesso con le intuizioni migliori).
Ergo, la capacità di razionalizzare un’intuizione, in assenza di un eroismo congenito, è fondamentale.
L’intuizione, come tale, ti mostra però solo il risultato finale del processo. La conclusione, appunto, non preceduta da tutti i passaggi. E’ come quando eri al liceo e scrivevi direttamente il risutato dell’espressione e quel coglione di un prof. ti dava 4 perchè “avevi saltato i passaggi”.
Ecco, l’intuizione, l’insight, sono un processo realizzativo che avviene ad una velocità talmente elevata da sfuggire completamente alla mente razionale (e meno male, se no… addio intuizione!).
Per questo ricostruire il passaggio, il percorso realizzativo, è spesso molto arduo. Ma non è impossibile. Ci possono volere mesi o anni, ma alla fine il risultato arriva.
Occorre volontà, naturalmente, e anche una discreta terza forza, una motivazione (se non ti interessano gli altri e l’intuizione la puoi applicare, chi se ne frega di come ci sei arrivato?); e poi la pazienza. Bisogna stare sulla palla, mantenere l’intuizione al centro della focalizzazione mentale ma, e questo è il trucco, senza cercare di ricostruire i passaggi.
Se cerchi di farlo infatti, la mente razionale anticiperà ogni volta il passaggio successivo ma lo farà sulla scorta dell’esperienza pregressa. Ora, dato che la suddetta esperienza non ha nulla a che fare con il contenuto dell’intuizione, è ovvio che il percorso non verrà mai ricostruito in modo fedele all’originale. Occorre quindi semplicemente focalizzare la volontà sull’intuizione, con una ferrea e indomabile intenzione di comprenderla fino in fondo.
Prima o poi i passaggi dell’espressione emergeranno dalle ceneri dell’ID e si presenteranno alla mente razionale in tutto il loro splendore. Da quel momento in poi… è tutta discesa, e che discesa! Si, perchè comprendendo i passaggi logici, si percorrerà di fatto la legge che ha portato dalla causa (ancora sconosciuta) all’effetto.
Chiaro che dall’effetto non si può comprendere la causa, ma spesso, osservando una legge, se ne possono comprendere gli effetti che si manifestano in altre forme.
Ecco perchè è importante comprendere ma, alla fine, se non capisci un cazzo resti al palo!