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La mappa non è il territorio – By Giuseppe

Met­tia­mo di vive­re momen­ti di visio­ne luci­da e mag­gior­men­te consapevole.

Fram­men­ti di vita in cui la “men­te incon­sa­pe­vol­men­te e supi­na­men­te con­di­zio­na­ta” final­men­te tace, e si vedo­no le cose per quel­lo che sono (par­lo del­la real­tà quo­ti­dia­na, naturalmente).

E nel­la “real­tà quo­ti­dia­na” si vede una socie­tà stra­ti­fi­ca­ta e mul­tiet­ni­ca che vive, lavo­ra, pro­du­ce, inse­gue dei sogni e degli obiettivi…o sem­pli­ce­men­te dei bisogni.

In quei momen­ti si ha la net­ta sen­sa­zio­ne di esse­re “immer­si nel ter­ri­to­rio“, nel­la real­tà quo­ti­dia­na, appunto.

E ci si ren­de con­to che anche oggi, esat­ta­men­te come negli anni ‘60, l’uomo col­ti­va i cam­pi, lavo­ra negli uffi­ci e nel­le fab­bri­che, fa pic­co­li lavo­ri di arti­gia­na­to, commercia…è atti­vo, insomma.

E met­tia­mo che in quei momen­ti, entran­do in un bar, si pre­sti orec­chio ai discor­si di alcu­ni clienti.

Uno di loro, col gior­na­le in mano, com­men­ta la descri­zio­ne cata­stro­fi­ca che l’opinionista di tur­no fa del­la situa­zio­ne italiana.

Quel­le paro­le susci­ta­no com­men­ti di appro­va­zio­ne, e tut­ti sono dac­cor­do nel rite­ne­re che que­sto è il momen­to di non muo­ver­si, di non osa­re, di non investire…di non spendere.

E nell’ascoltare quel­la “descri­zio­ne” sen­tia­mo chia­ra­men­te lo stri­do­re del con­tra­sto tra ciò che vive, pro­va e desi­de­ra l’umanità che ci cir­con­da, nel suo desi­de­rio-biso­gno di pro­gres­so e di espan­sio­ne (che rap­pre­sen­ta la vita, il ter­ri­to­rio) e la descri­zio­ne ten­den­zio­sa e di par­te dell’opinionista (la mappa).

E notia­mo quan­ta gen­te casca nel tra­boc­chet­to, scam­bian­do la map­pa per il ter­ri­to­rio, veden­do chia­ra­men­te quan­ta gen­te cre­de e si iden­ti­fi­ca total­men­te nel­le paro­le di uno scrit­to­re, di un gior­na­li­sta o di un opinionista.

Vedia­mo, per esem­pio, mol­ta gen­te che pur aven­do sol­di da inve­sti­re in nuo­ve impre­se non lo fa per­ché il “momen­to” non è quel­lo giu­sto (così dico­no in tivù e sui gior­na­li), facen­do così pro­prio il gio­co di chi vuo­le spe­cu­la­re su que­sta faccenda.

Gen­te che col suo atteg­gia­men­to di chiu­su­ra con­tri­bui­sce così a gene­ra­re una spi­ra­le di pau­ra che risuc­chia ver­so il bas­so, ver­so il regres­so, la crea­ti­vi­tà e la voglia di fare di mol­ti di noi. Ten­den­do a para­liz­za­re la società.

- Ma la map­pa non è il ter­ri­to­rio! - si vor­reb­be dire gen­til­men­te ai pre­sen­ti soste­ni­to­ri (pur­trop­po sem­pre più nume­ro­si) dell’ineluttabilità del­la cri­si economica.

- Sul­la map­pa non sono mes­se in evi­den­za le nostre indi­vi­dua­li­tà, le nostre brac­cia, le nostre risor­se, le idee…la nostra for­za e la voglia di vive­re. Se qual­cu­no con un cer­to pote­re fa un dise­gno di come dovreb­be anda­re il mon­do, non per que­sto dob­bia­mo fare da “ripe­ti­to­ri” alle sue idee, accet­tan­do in mas­sa supi­na­men­te il “suo” dise­gno. -

E ver­reb­be voglia di con­clu­de­re con una fra­se di Lui­gi Einau­di: – Non le lot­te o le discus­sio­ni devo­no impau­ri­re, ma la con­dot­ta igna­va e l’unanimità dei con­sen­si. -

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Blushaft / wfal

Bel­l’ar­ti­co­lo , gra­zie per gli spun­ti di riflessione.…
In effet­ti gli sche­mi men­ta­li uti­liz­za­ti in un epo­ca, sono figli di quel­la epo­ca, del suo pro­gres­so o regres­so, del­le sue sfu­ma­tu­re e con­di­zio­na­men­ti, del­la iden­ti­tà di un popo­lo piut­to­sto che di un altro.…Cè li por­tia­mo die­tro fin dal­la nasci­ta, e “l’io ed il mio” ci da l’il­lu­sio­ne di pos­se­de­re qual­co­sa, un ter­re­no, una casa, una don­na o un uomo.…ma in real­tà se ci riflet­tia­mo bene noi pos­se­dia­mo qual­co­sa solo per una con­ven­zio­ne una­ni­me che dice che attra­ver­so lo scam­bio di metal­lo e car­ta (dena­ro) pos­sia­mo impos­ses­sar­ci di qualcosa.…ma se que­sta con­ven­zio­ne cades­se allo­ra non avre­mo più pote­re di acquisto.…e come si sen­ti­reb­be l’u­ma­ni­tà se cades­se­ro un po di con­ven­zio­ni che reg­go­no le rego­le e le basi di una socie­tò ma anche di un “libe­ro” pen­sie­ro o “sen­ti­re” ? Sicu­ra­men­te sareb­be il caos.…e per alcu­ni si tor­ne­reb­be indietro.…ma fac­cia­mo­ci una domanda.…dopo tut­te le gran­di rivo­lu­zio­ni vio­len­te del­la sto­ria il popo­lo come si sen­ti­va ? libe­ro dal­le con­ven­zio­ni libe­ro di pen­sa­re o di sentire.…?
Direi che anche in que­sta fase in ogni caso cè un oppres­so ed un oppres­so­re, e quin­di una par­te spe­ri­men­ta le con­ven­zio­ni di un altra.…ma allo­ra dove sta la Liber­tà e come fac­cia­mo a libe­rar­ci dagli sche­mi men­ta­li che non sono i nostri e sono solo il frut­to di un epo­ca.…? in pra­ti­ca dal­la mat­ti­na alla sera com­pre­so il rito del bidè è frut­to di que­sta epoca.…
ma noi dove sia­mo rispet­to a tut­to que­sto ? fac­cia­mo par­te del­l’ap­pa­ra­to orga­ni­co del pia­ne­ta o pos­sia­mo fare la differenza ?
Pos­sia­mo libe­rar­ci come indi­vi­dua­li­tà pre­ci­se e distin­te e sepa­ra­te o non cè scampo ?
For­se sia­mo solo un nume­ro di matri­co­la, per la pre­vi­den­za socia­le , per l’a­sl, e per il fisco…?

Fede

:out:

Giuseppe
Reply to  Fede

:wow: