Spezzare il cerchio della logica – By Giuseppe

 

Sebbene utile per muoverci nella realtà sociale (basata su convenzioni logiche), dobbiamo tuttavia ammettere che la logica, spesso, costituisce un vero e proprio limite alle nostre possibilità.

In pratica il ragionamento logico ci dice che poiché le cose sono sempre andate in un certo modo, non si vede perché dovrebbero cambiare: lasciamo le cose come stanno.

Ad esempio: secondo la logica di Edison (scopritore della corrente continua) la corrente alternata presentata da Nikola Tesla rappresentava un vero e proprio pericolo per l’umanità, perché la trovava illogica. Oggi sappiamo che non era così.

La logica, in sostanza, crea un “circuito” chiuso, dove gli assiomi e le regole sono già stati stabiliti e noi dobbiamo muoverci solo all’interno di quel range. Ripetendo sempre la stessa ottava.

Ma chissà perché a volte qualcuno – un genio, un folle o un coraggioso – smentisce clamorosamente i diktat della logica. Si parla allora di irrazionalità, dove è vero tutto e il contrario di tutto, e si entra nel campo del “paradosso”.

Consci delle enormi possibilità cognitive aperte dal paradosso non pochi filosofi, artisti, matematici e fisici hanno dedicato buona parte del loro tempo ad esplorarne i confini ma, essendo il paradosso “fuori” della portata mentale i lavori sono “ancora in corso”.

Famosi sono alcuni quadri di Escher, come la Casa di scale, Belvedere e molti altri, interamente basati su paradossi.

Anche lo scrittore Borges amò molto ambientare i suoi romanzi in situazioni irrazionali, paradossali.

Tra gli antichi sono famosi, ad esempio, i paradossi di Zenone (come il Paradosso della freccia o quello di Achille e la tartaruga), o di Eubulide di Mileto (il suo Paradosso del mentitore affermava: “Il cretese Epimenide afferma che il cretese è bugiardo). Da questo apparentemente semplice paradosso scaturiscono diverse equazioni matematiche, o soluzioni, che si smentiscono a vicenda.

Anche in una certa corrente dello Zen (se non ricordo male il Rinzai) il paradosso (il koan) ha costituito uno strumento d’eccellenza per mettere a tacere la “mente logica”.

Dal canto suo Einstein affermava: “Finché le leggi della matematica si riferiscono alla realtà, non sono certe, e finché sono certe, non si riferiscono alla realtà”.

E anche la fisica, già da un pezzo sta tentando di sfruttare un “logica” diversa. Ne è un esempio la Logica Fuzzy che, diversamente dalla logica dicotomica di Aristotele (dove una cosa o è nera oppure non può essere che bianca; cioè o è possibile oppure non può essere che impossibile), afferma che “si può attribuire a ciascuna proposizione un grado di verità compreso tra 0 e 1. Cioè vi sono molte “sfumature” di un dato reale.

Solo parole? No! Fortemente legata alla Teoria degli Insiemi Sfocati, e già intuita da molti filosofi e scienziati, la Logica Fuzzy già da qualche decennio ha trovato applicazioni pratiche nel settore industriale e in diversi altri campi. In Giappone, nel 1987 uno scienziato della Hitachi e alcuni suoi colleghi misero a punto un sistema automatizzato (secondo la Logica Fuzzy) per il controllo operativo dei treni della città di Sendai.

Ma non finisce qui. La Logica Fuzzy ha trovato ampia applicazione nella costruzione di lavatrici, elettrodomestici, macchine fotografiche e in tantissimi altri settori, non ultimo il campo finanziario.

Insomma, sembra proprio che ciò che la “ferrea” logica dicotomica ci mostra è solo una delle tante facce della realtà e (quel che è più utile a noi, nella nostra vita quotidiana) sta nel fatto che, rendendoci conto che la logica non è tutto – e che vi possono essere molte altre “modalità della realtà” fuori da tutto ciò che al momento ci sembra logico – possiamo cambiare non poche cose nella nostra vita.

Possiamo cambiare lavoro, città, partner, modo di vestire, di ragionare, di alimentarci…

Possiamo cambiare i nostri ritmi vitali e il modo stesso di considerare la vita e la morte, ma, soprattutto, possiamo liberarci dalla visione ristretta della “logica dell’impossibile”.

Nulla è impossibile!

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maurizio

credo che la logica,dovrebbe essere al servizio dell’analogia(se è un minimo consapevole).credo che la logica dovrebbe essere usata per dare un certo “ordine” ai pensieri, nello sbrigo iniziale di alcuni lavori, o faccende personali.nello “strumento”razionale possiamo trovare calcoli,risoluzione di formule matematiche ,l’organizzazione (superficiale)della nostra vita.personalmente, la filosofia fine a se stessa(figlia della logica)e per me di una noia mortale.nella mente analogica troviamo invece quell’infinito,quella “percezione”di micro e macroscopica “grandezza”di cui facciamo tutti parte.per cui logica si…!ma solo quando serve!!!!!!!. :bye: :swim: