Vuoi imparare a parlare? Scrivi!

Ovviamente non si discute del parlare abituale, ma dell’esprimersi, della capacità di infilare pensieri uno dietro l’altro in modo ordinato, logico e funzionale. E poter davvero comunicare.
Laddove per comunicare non si intende semplicemente esprimere ma mettere il destinatario della comunicazione in condizione di poter davvero capire quello che diciamo. Già, perchè se parli in Swahili a un italiano, sarà dura che ti capisca.
Allo stesso modo, se ti esprimi in modo poco chiaro, confuso o inintelligibile, oppure per l’uso e consumo esclusivo delle tue proprie orecchie, significa che in realtà ti interessa solo ascoltare te stesso.
Se invece desideriamo che il nostro pensiero possa essere ricevuto nel modo più chiaro in modo che sia possibile confrontarsi sul quel pensiero oppure discutere, allora dobbiamo preoccuparci di quello che il nostro interlocutore è in grado di capire.
Ricordo ancora qualche tempo del liceo, quando alcuni professori, di una cultura a dir poco spaventosa, non riuscivano in alcun modo a trasmetterla a noi ragazzi perchè non si preoccupavano di quello che eravamo in grado di comprendere, ma solo di quello che faceva loro piacere dire.
E’ un peccato, perchè così qualunque messaggio o contenuto va a finire nel vuoto oppure, in alcuni casi, genera addirittura problemi come incomprensioni o conflitti.
Personalmente ritengo che scrivere (come avviene ad esempio su un blog, o su un diario o su un libro) sia di grande aiuto, non solo per ordinare i propri pensieri (che abitualmente si agitano alla rinfusa), ma anche per imparare ad esprimerli in maniera sintetica e il più precisa possibile.
Non è che se uno sa scrivere allora sa anche parlare, perchè quest’ultimo atto implica pensare a quello che si dice in tempo reale, mentre la scrittura permette una sorta di analisi “differita”, ovvero a posteriori che da’ più tempo per modificare, rettificare, mettere in ordine.
Però aiuta moltissimo a dare una forma ed una sostanza ai pensieri che altrimenti tendono a sgusciare dalle mani come una saponetta, e come tale anche a deformarsi col passare del tempo.
Invece, una volta messi nero su bianco, le parole sono lì, stampate o digitali, in questo caso poco importa, e puoi raccontartela quanto vuoi, ma loro si alzeranno sempre in piedi a dirti:
“Eh no, bello! Questo è quello che pensavi quando hai scritto”.
Verba volant, scripta manent.
Appunto.