Il mistero di Rookford: vecchia scuola fa buon film
Un film intelligente, ma girato con grande gusto e garbo.
Una fotografia particolare, giocata su primissimi piani e profondità di campo che, insieme ai dialoghi lenti al punto giusto ma essenziali e per questo intensi, contribuisce a creare un’atmosfera davvero ottima.
Ambientato nell’inghilterra degli anni ’20, ci racconta la storia di una giovane donna dalla profonda erudizione (cosa davvero straordinaria per l’epoca), che si dedica a smascherare i ciarlatani ed i falsi medium.
Nel proseguire dell’azione si capisce però che la sua speranza è un’altra e che i sensi di colpa giocano un ruolo fondamentale in tutto il suo agire. La storia si avvia in modo progressivo ma trascina subito nell’atmosfera, con una qualità decisamente notevole.
Il titolo originale (The Awakening, ovvero Il Risveglio) è quanto di più appropriato alla trama si possa immaginare. E non si capisce in base a quale balordo ragionamento venga cambiato come al solito nella versione italiana.
Splendidamente recitato da Rebecca Hall, che davvero lo intrepreta nel senso più ampio del termine, trova anche nei comprimari una buona performance.
Il finale (tranquilli, non ve lo racconto), è un po’ forzato, un po’ troppo gigione e cede evidentemente un po’ alla tentazione di “fare il colpo grosso” che però in questo caso così grosso non è. Però, considerato il fatto che il film è l’opera prima alla regia cinematografica di Nick Murphy, direi che lo si può ampiamente perdonare.
Da vedere.