Tecnologia del dare
Tante volte usiamo il termine “dare”. Ma al di là dell’accezione materica di questo termine, cosa intendiamo realmente? Qual’è il vero senso del dare? Cosa accade in realtà?
Occorre innanzitutto, come sempre, osservare. Ma soprattutto comprendere e capire.
In realtà noi diciamo che qualcuno ci ha dato qualcosa quando, a seguito di un gesto, ci ritroviamo in possesso di cose che prima non avevamo.
Può trattarsi di un oggetto, denaro, ma anche di emozioni, passioni e perchè no? Energia.
Vi sono quindi fondamentalmente due modi di dare. Uno implica la trasmissione diretta di energia all’interno del campo energetico di qualcun altro.
L’altro modo invece il risvegliare qualcosa all’interno di coloro a cui stiamo dando.
Il primo modo è difficile da mettere in pratica. Parliamo di una trasmissione diretta, quindi non mediata da atti o altro. Possiamo farlo semplicemente toccando, oppure anche solo con la volontà. Occorre sapere come farlo, ovviamente, ma soprattutto occorre aver compreso alcune cose che riguardano l’essenza di quello che definiamo “energia” o “luce”. E poi altre due o tre cosucce.
Il secondo modo è quello più semplice, più diretto e che, in realtà, accade continuamente, senza che ce ne rendiamo conto, nella maggior parte dei casi.
Partiamo da un presupposto. Tutti noi veniamo alla luce su questo pianeta con alcuni doni. Che li possiamo definire piacevoli o no, positivi o negativi, in realtà dipende solo dal modo con cui li guardiamo, e dal momento in cui lo facciamo. Una qualità ci può rendere orgogliosi di possederla e ugualmente, anche solo pochi mesi dopo, farci vergognare come cani per averla espressa.
Ad ogni modo, nel momento in cui nasciamo, riceviamo in dote la possibilità di gestire una certa quantità di energia vitale e una serie di “talenti”, alcuni più espressi, altri meno, che la vita ci porterà a sviluppare o no, a seconda del cammino che avremo percorso.
Possiamo vedere questi talenti come tanti diapason, appesi in qualche modo nella nostra aura. Tutte le volte che qualcuno ci si avvicina, porta i suoi talenti vicino ai nostri, che ne sia consapevole oppure no.
A questo punto, i due sistemi, il nostro ed il suo, entrano in risonanza. Ecco che alcune cose che si trovano in noi ne fanno vibrare alcune simili nell’altro e viceversa. La risonanza è maggiore al crescere della similitudine, e questo vale che le cose siano espresse oppure no.
In buona sostanza abbiamo un trasferimento di informazione da un essere umano all’altro. Chi riceve (in realtà entrambi), si trova in mano dei diapason che fino a quel momento erano silenti o comunque più silenziosi. Ecco che la cosa, vista da un punto di vista soggettivo, equivale al ricevere in dono quei diapason che non avevamo mai sperimentato.
Ogni volta che dedichiamo la nostra energia a qualcuno, ci avviciniamo a lui, anche se non fisicamente. La nostra energia mette in risonanza la sua e avviene… il dare. Ma dato che nello stesso momento il processo si esprime in senso inverso… ecco che abbiamo il famoso “Do ut des”, dare per avere. Ecco perchè, fino ad un certo livello vibratorio non è possibile dare qualcosa senza ricevere qualcos’altro in cambio.
“Chiedi e ti sarà dato”, “tratta il prossimo tuo come te stesso”… sono solo alcuni esempi di “tecnologia del dare”.
Per quanto mi attiene, l’unica tecnologia che abbia davvero un senso.
Tutto il resto è strumento
😀