Propongo di usare i social network per qualcosa di utile

Face­book, Twit­ter, Goo­gle plus… gli esper­ti di mar­ke­ting non fan­no altro che insi­ste­re sul­la pla­tea di pub­bli­co rag­giun­gi­bi­le gra­zie a que­ste piattaforme.

E han­no ragio­ne… se non fos­se che in sen­so lato ed in gene­ra­le, più che min­chia­te, cita­zio­ni vec­chie, tri­te e ritri­te (e oltre­tut­to mol­to spes­so fal­se) e ton­nel­la­te di gat­ti in tut­te le sal­se, media­men­te non si trova.

Nel mare magnum del­la ton­nel­la­ta di spaz­za­tu­ra che infe­sta le varie time­li­ne, la cosa che ha un sen­so spes­so sfug­ge (e non potreb­be esse­re altri­men­ti, vista la velo­ci­tà con cui si affol­la­no le varie home, spe­cie su FB.

Ora, nes­su­no dice di non posta­re una bat­tu­ta, un gat­ti­no, un ani­ma­le sim­pa­ti­co o altro; per l’a­mor del cie­lo, un po’ di risa­te e di alle­gria o tene­rez­za non fan­no cer­to male. Ma vista la fogna­tu­ra media­ti­ca in cui ci tro­via­mo costan­te­men­te immer­si, sfor­zar­si di posta­re un con­te­nu­to uti­le ogni, per fare un esem­pio, tre caz­za­te, potreb­be esse­re già qual­co­sa che cam­bie­reb­be gli asset­ti del­la rete.

Eh si, per­chè lo sap­pia­mo che la rete vie­ne costan­te­men­te moni­to­ra­ta, con par­ti­co­la­re riguar­do pro­prio per i social net­work. Quin­di, per­chè non usa­re que­sta cosa pro­du­cen­do noi un sov­ver­ti­men­to una vol­ta tan­to? Imma­gi­na­te che sal­to fareb­be­ro gli sce­rif­fi del­la rete e i vari guru, se venis­se fuo­ri che la mag­gior par­te degli ita­lia­ni sta con­di­vi­den­do (e par­lan­do) di una noti­zia che met­te in cro­ce qual­che por­ca­ta poli­ti­ca, socia­le o medica.

Non sareb­be dif­fi­ci­le no? E potreb­be con­tri­bui­re a ren­de­re alla rete quel pote­re di cui, ormai trop­po spes­so, diver­si pseu­do­gu­ru infor­ma­ti­ci van­no cianciando.

Se un pro­ble­ma resta iso­la­to a chi ce l’ha, il suo peso non potrà che gra­va­re solo sul­le sue spal­le. Se inve­ce vie­ne con­di­vi­so, ecco che improv­vi­sa­men­te il peso in que­stio­ne vie­ne anch’es­so “spal­ma­to” sul­le spal­le di tan­te persone.

Ognu­no potreb­be sen­tir­si meno solo e con­tri­bui­re allo stes­so tem­po a fare qual­co­sa per cam­bia­re una con­di­zio­ne che, di que­sto pas­so, potreb­be dav­ve­ro pre­sto diven­ta­re insostenibile.

Pen­sa­te­ci: non ser­ve mol­to… basta un click su “con­di­vi­di” o su “ret­weet” e potrem­mo cam­bia­re la storia!

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