Avengers: age of Ultron. Spettacolare, e pure sensato!
Il secondo episodio dedicato ai Vendicatori, ve lo dico subito, è una cosa stupefacente. La computer grafica è così abilmente realizzata, così perfettamente infusa nelle immagini da rendere il tutto di una veridicità impensabile anche solo un paio di anni fa.
Il ritmo è incredibilmente incalzante e anche solo la scena introduttiva da sola varrebbe il film se non fosse che il resto… è anche più veloce!
Mai una caduta di tono e neppure un ripensamento della trama garantiscono uno scorrimento fluido di tutto quanto, nonostante ci siano molti punti di “pausa” dall’azione.
E a questo proposito consentitemi di dire che ci sono due grosse partecipazioni in questo film: l’omnipresente ironia e molta introspezione. La prima rende il tutto molto leggero, con battute spesso davvero degne di nota (anche se qualche volta un po’… fuori tempo), mentre la seconda da la possibilità agli attori di dare prova della loro capacità di recitazione, Scarlett Johansson in primis, che in diversi punti ti fa chiaramente capire quanto sia decisamente bravissima.
Menzione speciale per Ultron che, pur essendo un perfetto figlio di puttana, alla fine è pure simpatico!
La colonna sonora è perfettamente integrata, e contribuisce splendidamente ai tanti climax emotivi della storia.
Unica nota un po’ sottotono è il 3D che, almeno nella versione real3d che ho visto io presenta qualche pecca, soprattutto dal punto di vista del ghosting, spesso un po’ troppo visibile, specie nelle scene più scure.
Tre nuovi personaggi si affacciano dall’universo Marvel: Scarlett, Quicksilver e Visione. Per chi conosce i fumetti originali c’è una certa distanza tra lo spessore dei personaggi originali e quelli del film ma, come spesso succede in queste produzioni, probabilmente il suddetto spessore si svilupperà nei prossimi episodi.
Scarlet infatti (non la Johansson, proprio il personaggio), nei fumetti è molto più interiore, profonda e combattuta, oltre che esperta nell’uso dei propri poteri.
La stessa Visione, ottimamente interpretata da Paul Bettany (già visto in notevole efficacia in The Priest e tanti altri action), non ha ancora quella profondità mistica che la contraddistingue nella versione stampata, ma regge comunque bene l’impatto.
Una nota su tutto: c’è una scena finale di combattimento così incredibilmente epica, che genera un tale crescendo emotivo che da sola vale non solo questo film ma anche tutti i precedenti.
Da vedere: senza “se” e senza “ma”!