Bullismo: odioso, certo, ma…

E’ di pochi giorni fa la notizia di una ragazzina di 12 anni che si è buttata dalla finestra a seguito (almeno questo pare da quanto scritto dai giornali) di reiterati episodi di bullismo da parte dei suoi compagni di classe.
Giustamente, le condanne sociali per quei ragazzini idioti che hanno attaccato la loro compagna non si sono fatte attendere e, altrettanto giustamente, sono state estese ai relativi genitori.
Giustamente dico perchè il bullismo, pur esistendo da sempre, ultimamente è diventato un fenomeno davvero preoccupante. Frutto di un’educazione a dir poco di merda (scusate il francesismo), da parte di genitori che, a ben guardare, devono essere più idioti dei rispettivi figli, se ne autorizzano, quando addirittura non assecondano, il comportamento vile.
Detto questo però, parliamo un po’ delle vittime del bullismo. Ora, chi mi conosce da quando ero piccolo, sa che fino ai 12 anni sono stato quello che oggi verrebbe definito un “grande obeso”. Ero grasso come una balena e, ovviamente, questo mi metteva spesso al centro dello sfottò e delle cretinate dei miei coetanei.
Innanzitutto, chiariamo una cosa: benché fossi un ragazzino, e nonostante le offese (peraltro non così cattive come quelle rivolte oggi dai ragazzi) non mi facessero di certo piacere, non mi è mai passato per l’anticamera del cervello di buttarmi dalla finestra o compiere un qualunque gesto estremo. Prima di tutto perchè, già da giovanissimo, amavo la vita. Poi perchè la mia vita si svolgeva fuori da scuola e i miei “compagni” non ne facevano più di tanto parte, e questo grazie al fatto che avevo parecchi interessi oltre allo studio.
Ma, soprattutto, avevo una cosa che mio padre e mia madre (soprattutto quest’ultima) mi avevano aiutato a sviluppare: il rispetto di me stesso. In qualche modo, forse da principianti, forse superficiale, i miei genitori mi avevano insegnato a non ascoltare il giudizio degli altri più del mio stesso sentire (lo dico oggi con queste parole, allora ovviamente non avrei saputo dirlo).
Risultato, dopo qualche mese di “bullismi” ai miei danni aventi come bersaglio la mia trippa, presi il toro per le corna; mi avvicinai al più sfegatato degli sfottenti e, dopo l’ennesimo insulto (provocato, lo ammetto) gli sferrai un gran calcio nelle palle. Lui andò giù come un sacco, e camminò per qualche giorno a gambe larghe; ci fu un po’ di parapiglia tra le famiglie ma il bullismo ai miei danni ebbe termine istantaneamente.
Se oggi leggiamo con costante quanto pedante regolarità di ragazzi che si suicidano o si fanno del male a causa della carogneria e della idiozia dei compagni… beh, la colpa non è di certo solo degli “altri”. La colpa (o meglio preferirei parlare di causa) è anche di chi, nel ruolo di genitore, non ha le palle per insegnare ad averle anche ai propri figli.
Con questo sia chiaro che non sto affatto giustificando i livelli di incredibile cazzoneria cui si permette a dei ragazzini di giungere, intendiamoci, sto dicendo che più passa il tempo e meno ai ragazzi vengono insegnati quei valori essenziali che poi permetteranno loro di stare, almeno un po’, in piedi da soli nella vita.
E sarebbe ora di finirla con questa incapacità genitoriale, con questa mollezza educativa, con questo montessorismo esagitato.
Sveglia genitori: è il vostro lavoro!
E se scoprite che voi per primi non avete le palle… beh, trovate qualcuno che vi aiuti a svilupparle, se non per voi stessi, almeno per i vostri figli.
Altrimenti… che cazzo li avete messi al mondo a fare?
Eh che noia essere tanto spesso d’accordo con te! Però mi succede anche questa volta, che ci possiamo fare? 🙂
Noi abbiamo intrapreso alcune iniziative contro il bullismo, ma certo è impossibile sostituirsi ai genitori (e, anche se fosse possibile, non sarebbe corretto farlo, in quanto è a loro che spetta il compito educativo prima che a chiunque altro). E’ ai genitori che spetta il compito di accompagnare i bambini prima ed i ragazzi poi nella crescita, mitigando comportamenti troppo aggressivi ma anche incoraggiando a non essere vittime sacrificali. La ricerca dell’equilibrio è lunga e faticosa, ma è bene che si cominci il cammino accompagnati da chi ci ha messi al mondo.
Tanto per cambiare, complimenti per l’articolo. Ciao.