Antirazzismo razzista

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Quan­do ero un bam­bi­no cir­ca sui 10 anni, ave­vo dei com­pa­gni di clas­se, un paio in par­ti­co­la­re, che riu­sci­ro­no a far­mi cre­de­re che chi ha la pel­le nera è cat­ti­vo. Durò due gior­ni: alla pri­ma fra­se raz­zi­sta che tirai fuo­ri mia madre mi pre­se per mano, mi fece sede­re sul diva­no, poi andò alla libre­ria e tirò fuo­ri un libro.

Non un libro qual­sia­si, ma uno foto­gra­fi­co. Ades­so one­sta­men­te non ricor­do il tito­lo ma, nei ricor­di del bam­bi­no che ero, era gran­de, qua­dra­to e pie­no di foto a colo­ri. Non era­no foto qual­sia­si: era un libro inte­ra­men­te dedi­ca­to a non so qua­le ecci­dio com­piu­to da bian­chi in ter­ra afri­ca­na. Mia madre non dis­se una paro­la; si limi­tò a vol­ta­re tut­te le pagi­ne, una per una. E io pian­ge­vo. E lei vol­ta­va le pagine.

Si, per­chè in ogni pagi­na c’e­ra­no cada­ve­ri mutilati.

E io pian­ge­vo. E lei vol­ta­va le pagine.

Sol­da­ti che spa­ra­va­no alla testa a qualcuno.

E io pian­ge­vo. E lei vol­ta­va le pagine.

Die­ci sol­da­ti che pic­chia­va­no una don­na coper­ta di sangue.

E io pian­ge­vo. E lei vol­ta­va le pagine.

I mor­ti era­no tut­ti di pel­le nera. I sol­da­ti di pel­le bianca.

E io pian­ge­vo. E lei vol­ta­va le pagine.

Alla fine del libro, quan­do non ave­vo più lacri­me per pian­ge­re, dis­se semplicemente:

“Anche quei sol­da­ti cre­de­va­no che chi ha la pel­le nera è cattivo”.

Fine del razzismo.

Lezio­ne dura? Spro­po­si­ta­ta? For­se. Indub­bia­men­te effi­ca­ce. Al pun­to che oggi rico­no­sco il raz­zi­smo anche dove tut­ti pen­sa­no che non ci sia.

Il raz­zi­smo esi­ste ma dob­bia­mo ricor­da­re una cosa: quan­do il raz­zi­smo diven­ta la scu­sa per la dema­go­gia, allo­ra chi fa quel­la dema­go­gia diven­ta un raz­zi­sta peg­gio di un capi­ta­no di una nave negriera.

Si, per­chè sot­to la pel­le di qua­lun­que colo­re c’è un esse­re uma­no e, su que­sto, sia­mo tut­ti d’ac­cor­do (tran­ne i raz­zi­sti).

Quel­lo su cui la dema­go­gia e i buo­ni­sti cial­tro­ni a tut­ti gli effet­ti non sono d’ac­cor­do (per­chè sono raz­zi­sti) è sul fat­to che esi­sto­no esse­ri uma­ni buo­ni e cat­ti­vi, esse­ri uma­ni che pre­fe­ri­sco­no delin­que­re che esse­re one­sti, esse­ri uma­ni a cui pia­ce vio­len­ta­re una don­na etc. etc. etc. a pre­scin­de­re dal colo­re del­la pel­le, dal­la ten­den­za ses­sua­le, dal­la fede o qua­lun­que altra cosa.

Per cui, qua­lun­que cosa acca­da ad una per­so­na di colo­re, deve esse­re per for­za un epi­so­dio di raz­zi­smo, o qua­lun­que cosa acca­da ad una per­so­na omo­ses­sua­le deve esse­re per for­za un epi­so­dio di omo­fo­bia etc. etc.

Così facen­do, il buo­ni­sta cial­tro­ne non fa altro che affer­ma­re che una per­so­na di colo­re o una per­so­na omo­ses­sua­le (etc. etc.) non sono per­so­ne come le altre, ma diverse.

Trat­ta­re in modo diver­so non signi­fi­ca trat­ta­re meglio o peg­gio. E’ que­sto che gene­ra il raz­zi­smo: trat­ta­re in modo diver­so quan­do non esi­ste il mini­mo moti­vo per farlo.

Un delin­quen­te o un bra­v’uo­mo di colo­re sono rispet­ti­va­men­te un delin­quen­te o un bra­v’uo­mo. Pun­to. Il colo­re non c’en­tra.

Un delin­quen­te o un bra­v’uo­mo omo­ses­sua­le sono rispet­ti­va­men­te un delin­quen­te o un bra­v’uo­mo. Pun­to. Con chi van­no a let­to non c’en­tra.

Un esse­re uma­no iner­me che vie­ne ammaz­za­to è una per­so­na iner­me a cui è sta­ta tol­ta la vita. Pun­to. Maschio o fem­mi­na non c’entra.

Tut­to il resto, que­sto si, è raz­zi­smo. Punto.

Ci si vede in giro!

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2 Commenti
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Toba

Un clas­si­co esem­pio di quan­to sia sem­pli­ce un prin­ci­pio, sen­za tan­ti giri di parole
Far­lo capi­re al 99,99% del­le per­so­ne e’ un epi­so­dio trat­to dal Film MISSIONE IMPOSSIBILE atto 1
Gra­zie di cuo­re a lei
Toba

Franz
Reply to  Toba

Gra­zie a lei, del com­men­to e del sor­ri­so che mi ha regalato