E’ oggettivamente un momento storico molto difficile quello che stiamo vivendo in tutto il mondo.
Per molti è forse il più tragico e pesante. Per tantissimi, forse per la maggior parte di noi, il peso comunque, anche se sani o quasi, si fa sentire. Paura, ansia, dubbi di tutti i tipi sul futuro, sono tutti sentimenti più che giustificati che fanno a gara a chi fa più danno.
Oggi però siamo evidentemente di fronte ad uno “STOP!” planetario ed è su questo fatto che, almeno ritengo, dobbiamo porre la nostra attenzione. E’ ovvio che in questo momento si è presi dalla situazione, non si aspetta altro che di vedere un calo dei contagi ma, soprattutto, dei morti. Ed è ovvio che tutti non vedono l’ora di poter tornare a muoversi liberamente, abbracciare un amico, dare un bacio al nonno, all’amico/a, fare la spesa in santa pace, anche passeggiare per strada nella città che più si ama.
Questo è normale ed è pure, per molti versi naturale. Non è su questi aspetti inerenti la libertà e il contatto e le relazioni umane che voglio esprimere il mio pensiero.
Quello su cui voglio parlare è sulla volontà di tornare esattamente alla vita di prima, quella precedente al virus: è questo che deve essere compreso come il peggior errore che potremmo fare.
“Ripetere lo stesso comportamento, sperando che il risultato cambi, è da folli” scriveva qualcuno, molto probabilmente non Einstein ma non cambia nulla: la verità resta tale a prescindere da chi la dice. E dunque, per quanto logico, aspettare solo di riprendere esattamente la stessa vita di prima dopo un disastro come questo non può che essere da folli.
Come detto prima, non sto parlando di aspetti sociali, umani, affettivi, fisici etc. etc. Quelli, almeno secondo me, è perfettamente sano (e forse anche salutare) volerli riprendere al più presto.
Quello di cui parlo sono le priorità, il modo di vivere, i valori che abbiamo inseguito finora. Questo virus ci sta costringendo a fermarci: cogliamo l’occasione per osservare, comprendere, capire (l’ordine dei termini non è casuale). Osserviamo che cosa nella nostra vita possa essere davvero indispensabile e cosa no. Osserviamo come ci comportiamo e come si comportano le altre persone, i governi, le istituzioni, il vicino di casa, il partner, l’amico. Osserviamo senza giudicare, senza trarre conclusioni (altrimenti non è osservazione) e lasciamo spazio al silenzio dentro di noi, in modo che le intuizioni e la comprensione trovino la via per emergere. A carte ferme: in quel momento potremo trarre le (questa volta si) dovute conclusioni e a quel punto, solo a quel punto, trovare la forza per mettere in atto un vero cambiamento, reale, attivo, che includa anche fare pagare al giusto prezzo a chi di dovere i suoi sbagli politici, professionali, gestionali, umani.
Ripensiamo l’economia, che oggi è basata su un costante aumento dei consumi. Le risorse non sono infinite: inseguire bellezza ed armonia non significa possedere beni di lusso ma acquisire la capacità di vedere la bellezza in ciò che c’è qui, ora.
Ripensiamo la nostra alimentazione, che oggi è basata sulla sofferenza e la morte di altri esseri, sofferenze e morti inflitte nel modo più malvagio possibile per abbattere i costi.
Ripensiamo la medicina, a come viene oggi condotta la ricerca medica, basandosi su ciò che fa guadagnare e non su ciò che può curare e guarire davvero.
Ripensiamo alla scienza, che oggi è diventata la nuova religione con i suoi dogmi, comandamenti e persino i suoi profeti, santi ed eretici.
Ma soprattutto ripensiamo a noi stessi, alla nostra vita, a quali siano davvero i valori che ci devono guidare, a come vogliamo che sia il futuro della vita non solo nostra ma anche dei nostri figli e nipoti (anche perchè prima o poi sarà di nuovo la nostra vita… indipendentemente da quanto ci si creda).
Ripensiamo ai nostri modelli, a come sia assurdo, per fare un esempio, che un ragazzo prenda a modello un cosiddetto “influencer” al punto da volerlo imitare in tutto, compresa la vita privata, che ne faccia il suo sogno. Da genitori, pensiamo a come fare perchè quello stesso ragazzo apprenda da noi il valore dell’integrità, dell’amore, dell’onestà della compassione.
Ripensiamo a come ci rapportiamo agli altri, a quante volte li accusiamo di cose che poi mettiamo noi in atto per primi, impariamo a voler comprendere le persone invece che a pretendere che siano loro a comprendere noi. Impariamo a riconoscere l’amore anche quando si manifesta in un modo che per noi non è comprensibile.
E dopo aver ripensato a tutto questo, pensiamo a come potremo fare, non appena ne avremo l’occasione (cioè qui ed ora) per fare in modo che la nostra vita cambi in rapporto a questo.
Pensiamo a come cambiare la nostra vita in modo che diventi più naturale, armonica e bella ma non in conseguenza di ciò che possediamo, bensì in rapporto a ciò che siamo.
Come diceva non so che saggio, “dobbiamo trovare il modo di diventare ciò che siamo davvero”… e trasformare la nostra vita di conseguenza.
E allora nessun virus ci farà più paura e, molto probabilmente, nemmeno si presenterà. Siamo ancora in tempo. Siamo sempre in tempo per una cosa come questa, non è mai troppo tardi ma attenzione: ogni volta che rimandiamo il cambiamento diventa troppo tardi.
Ecco cosa possiamo DAVVERO fare. E scusate se è poco!
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E’ oggettivamente un momento storico molto difficile quello che stiamo vivendo in tutto il mondo.
Per molti è forse il più tragico e pesante. Per tantissimi, forse per la maggior parte di noi, il peso comunque, anche se sani o quasi, si fa sentire. Paura, ansia, dubbi di tutti i tipi sul futuro, sono tutti sentimenti più che giustificati che fanno a gara a chi fa più danno.
Oggi però siamo evidentemente di fronte ad uno “STOP!” planetario ed è su questo fatto che, almeno ritengo, dobbiamo porre la nostra attenzione.
E’ ovvio che in questo momento si è presi dalla situazione, non si aspetta altro che di vedere un calo dei contagi ma, soprattutto, dei morti. Ed è ovvio che tutti non vedono l’ora di poter tornare a muoversi liberamente, abbracciare un amico, dare un bacio al nonno, all’amico/a, fare la spesa in santa pace, anche passeggiare per strada nella città che più si ama.
Questo è normale ed è pure, per molti versi naturale. Non è su questi aspetti inerenti la libertà e il contatto e le relazioni umane che voglio esprimere il mio pensiero.
Quello su cui voglio parlare è sulla volontà di tornare esattamente alla vita di prima, quella precedente al virus: è questo che deve essere compreso come il peggior errore che potremmo fare.
“Ripetere lo stesso comportamento, sperando che il risultato cambi, è da folli” scriveva qualcuno, molto probabilmente non Einstein ma non cambia nulla: la verità resta tale a prescindere da chi la dice. E dunque, per quanto logico, aspettare solo di riprendere esattamente la stessa vita di prima dopo un disastro come questo non può che essere da folli.
Come detto prima, non sto parlando di aspetti sociali, umani, affettivi, fisici etc. etc. Quelli, almeno secondo me, è perfettamente sano (e forse anche salutare) volerli riprendere al più presto.
Quello di cui parlo sono le priorità, il modo di vivere, i valori che abbiamo inseguito finora. Questo virus ci sta costringendo a fermarci: cogliamo l’occasione per osservare, comprendere, capire (l’ordine dei termini non è casuale). Osserviamo che cosa nella nostra vita possa essere davvero indispensabile e cosa no. Osserviamo come ci comportiamo e come si comportano le altre persone, i governi, le istituzioni, il vicino di casa, il partner, l’amico. Osserviamo senza giudicare, senza trarre conclusioni (altrimenti non è osservazione) e lasciamo spazio al silenzio dentro di noi, in modo che le intuizioni e la comprensione trovino la via per emergere. A carte ferme: in quel momento potremo trarre le (questa volta si) dovute conclusioni e a quel punto, solo a quel punto, trovare la forza per mettere in atto un vero cambiamento, reale, attivo, che includa anche fare pagare al giusto prezzo a chi di dovere i suoi sbagli politici, professionali, gestionali, umani.
Ripensiamo l’economia, che oggi è basata su un costante aumento dei consumi. Le risorse non sono infinite: inseguire bellezza ed armonia non significa possedere beni di lusso ma acquisire la capacità di vedere la bellezza in ciò che c’è qui, ora.
Ripensiamo la nostra alimentazione, che oggi è basata sulla sofferenza e la morte di altri esseri, sofferenze e morti inflitte nel modo più malvagio possibile per abbattere i costi.
Ripensiamo la medicina, a come viene oggi condotta la ricerca medica, basandosi su ciò che fa guadagnare e non su ciò che può curare e guarire davvero.
Ripensiamo alla scienza, che oggi è diventata la nuova religione con i suoi dogmi, comandamenti e persino i suoi profeti, santi ed eretici.
Ma soprattutto ripensiamo a noi stessi, alla nostra vita, a quali siano davvero i valori che ci devono guidare, a come vogliamo che sia il futuro della vita non solo nostra ma anche dei nostri figli e nipoti (anche perchè prima o poi sarà di nuovo la nostra vita… indipendentemente da quanto ci si creda).
Ripensiamo ai nostri modelli, a come sia assurdo, per fare un esempio, che un ragazzo prenda a modello un cosiddetto “influencer” al punto da volerlo imitare in tutto, compresa la vita privata, che ne faccia il suo sogno. Da genitori, pensiamo a come fare perchè quello stesso ragazzo apprenda da noi il valore dell’integrità, dell’amore, dell’onestà della compassione.
Ripensiamo a come ci rapportiamo agli altri, a quante volte li accusiamo di cose che poi mettiamo noi in atto per primi, impariamo a voler comprendere le persone invece che a pretendere che siano loro a comprendere noi. Impariamo a riconoscere l’amore anche quando si manifesta in un modo che per noi non è comprensibile.
E dopo aver ripensato a tutto questo, pensiamo a come potremo fare, non appena ne avremo l’occasione (cioè qui ed ora) per fare in modo che la nostra vita cambi in rapporto a questo.
Pensiamo a come cambiare la nostra vita in modo che diventi più naturale, armonica e bella ma non in conseguenza di ciò che possediamo, bensì in rapporto a ciò che siamo.
Come diceva non so che saggio, “dobbiamo trovare il modo di diventare ciò che siamo davvero”… e trasformare la nostra vita di conseguenza.
E allora nessun virus ci farà più paura e, molto probabilmente, nemmeno si presenterà. Siamo ancora in tempo. Siamo sempre in tempo per una cosa come questa, non è mai troppo tardi ma attenzione: ogni volta che rimandiamo il cambiamento diventa troppo tardi.
Ecco cosa possiamo DAVVERO fare. E scusate se è poco!
Ci si vede in giro (tra un po’)!
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