Cialtroni che ti vogliono come loro

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E’ un clas­si­co mec­ca­ni­smo degli idio­ti, dei cial­tro­ni: disa­bi­li­ta­re chi cial­tro­ne non è.

L’i­dio­ta, tan­to per ini­zia­re non si ren­de con­to di esser­lo (per­chè per ren­der­si con­to di esse­re un idio­ta occor­re in pri­ma istan­za… non esser­lo). Quin­di la pri­ma cosa che fa quan­do incon­tra qual­cu­no che gli spiat­tel­la in fac­cia la sua idio­zia è di com­bat­ter­lo. Den­tro di sé pen­sa che l’i­dio­ta è l’al­tro e quin­di è da com­bat­te­re ma, vista da un pun­to di vista ester­no, in real­tà quel­lo che sta facen­do è di rom­pe­re lo spec­chio che gli sta facen­do vede­re quan­to sia cretino.

Il grup­po fa lo stes­so ma in modo anco­ra più for­te, coer­ci­ti­vo. Se qual­cu­no all’in­ter­no si fa veni­re un dub­bio (per­chè da idio­ta pas­sa allo sta­to suc­ces­si­vo), farà di tut­to ma pro­prio di tut­to per­chè “rien­tri nei ran­ghi”, altri­men­ti quel sin­go­lo “ribel­le” gli dimo­stre­rà (al grup­po) quan­ta cial­tro­ne­ria ci sia lì dentro.

Allo stes­so modo, impe­di­rà a qua­lun­que sti­mo­lo ester­no di pene­tra­re all’in­ter­no, con lo sco­po di per­ma­ne­re nel­la cial­tro­ne­ria, altri­men­ti il grup­po si sfa­scia. E que­sto è quel­lo che di soli­to fa il cial­tro­ne capo (ce n’è sem­pre uno).

Se pren­dia­mo un popo­lo, che man­da al gover­no degli idio­ti, non biso­gna pren­der­se­la con quel­li al gover­no, ma con il popo­lo, per­chè quel­li che ven­go­no man­da­ti al gover­no, di fat­to, sono scel­ti alla fine, di rif­fa o di raf­fa, tra per­so­ne appar­te­nen­ti a quel­lo stes­so popo­lo (Machia­vel­li docet).

Ora chi va al gover­no nel­la fat­ti­spe­cie, pur essen­do un idio­ta, non lo è tan­to da non apprez­za­re i van­tag­gi che può dare il pote­re e a quel pun­to, per para­fra­sa­re Pla­to­ne, “il cane che assag­gia il san­gue si tra­sfor­ma in lupo”. Ed ecco che, guar­dan­do­si alle spal­le, si ren­de con­to del­l’i­dio­zia che lo ha por­ta­to dove è e rea­liz­za anche che l’i­dio­zia è una cosa che, da sola, lo potrà anche tene­re dov’è.

Ecco che quin­di farà di tut­to per­chè il popo­lo “bue” riman­ga tale, ali­men­tan­do­ne l’i­dio­zia e crean­do un cir­co­lo vizio­so infinito.

C’è solo una solu­zio­ne: smet­te­re di esse­re degli idio­ti e per far­lo, il pri­mis­si­mo pas­so è: ren­der­si con­to di esser­lo. Da quel momen­to in poi, l’i­dio­zia ha i minu­ti con­ta­ti per­chè a nes­sun pia­ce esse­re idio­ta e, pri­ma o poi, a furia di capoc­cia­te, stu­dian­do, cre­scen­do matu­ran­do, a meno di tare ere­di­ta­rie (peral­tro deci­sa­men­te non signi­fi­ca­ti­ve da un pun­to di vista sta­ti­sti­co), ces­se­rà di esserlo.

Cer­to, da quel momen­to in poi dovrà lot­ta­re con­tro tut­ti gli altri che anco­ra, a vol­te pure fie­ra­men­te, lo sono e che, come det­to sopra, faran­no di tut­to per far­lo ritor­na­re al loro livel­lo di cial­tro­ne­ria. Ma sape­te cosa suc­ce­de, alme­no a quel­la per­so­na che non è più un idio­ta? Che pren­de­rà in mano la pro­pria vita e, come mini­mo, cer­che­rà di ren­der­la dav­ve­ro feli­ce. Se non per sé stes­so, alme­no per colo­ro che ama. Ed è qui che nasce l’in­ghip­po, per­chè non potrà fare altro che influen­za­re colo­ro che gli stan­no intor­no, pro­vo­can­do quel­la scin­til­la che, per pri­mo in sé stes­so, gli si è sve­glia­ta dentro.

E’ così che si cam­bia­no le cose: ini­zian­do da noi stessi!

Ci si vede in giro!

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