Il nuovo perbenismo vittoriano: perchè è un enorme pericolo…

Post vecc­chia manie­ra… di quel­li da leg­ge­re. Per ora. Poi maga­ri, pas­sa­to il raf­fred­do­re, regi­stro anche un pod­ca­st o un video. Nel frat­tem­po, se vi va, leggete.

Ci fu un tem­po in cui, ai tem­pi del­la Regi­na Vit­to­ria in UK, si svi­lup­pò quel­la moda­li­tà defi­ni­ta “per­be­ni­smo” o anche “mora­li­smo” vit­to­ria­no. Una deri­va di quel­lo reli­gio­so dal­l’e­po­ca di quel man­gia­moc­co­li di Cromwell.

Un mora­li­smo bece­ro, tra l’al­tro del tut­to ipo­cri­ta visto che l’im­por­tan­te non era tan­to com­por­tar­si in un deter­mi­na­to modo, quan­to che non si venis­se a sape­re qua­li por­ca­te si com­met­te­va­no col “favo­re del­le tene­bre”. Recen­te­men­te ci stan­no ripro­van­do col “poli­ti­cal­ly cor­rect”, quel­la cor­ren­te di pen­sie­ro che, inve­ce che alla sostan­za, striz­za l’oc­chio qua­si esclu­si­va­men­te alla for­ma. Ed ecco epi­so­di tipo quel­li di un noto per­so­nag­gio pub­bli­co che pre­ten­de­reb­be che la cate­na di risto­ran­ti “Holy Cow” cam­bias­se nome per­chè potreb­be dare fasti­dio a qual­che india­no (per cui la vac­ca è dav­ve­ro sacra), cosa ovvia­men­te del tut­to assur­da per­chè ci sarà pure qual­cu­no che stor­ce il naso ma, san­to Dio, non sia­mo a Madras, per cui se ne stia zitto.

Oppu­re come recen­te­men­te acca­du­to alla Pen­guin, una del­le più impor­tan­ti case edi­tri­ci del mon­do, dove qual­cu­no ha pen­sa­to bene di toglie­re dai testi di Dahl i ter­mi­ni come “gras­so”, “brut­to”, “nano”, “paz­zo” ma anche “don­na del­le puli­zie” e una lun­ga serie di altri ter­mi­ni che, secon­do appun­to que­sto nuo­vo per­be­ni­smo vit­to­ria­no, potreb­be­ro (nota il con­di­zio­na­le) risul­ta­re offen­si­vi per qualcuno.

Ma por­co caz­zo! Come si fa a ragio­na­re in ter­mi­ni tan­to bece­ri e ipo­sen­zien­ti? E’ ovvio che qua­lun­que cosa tu dica oggi potrà risul­ta­re offen­si­vo per qual­cu­no. Qualsiasi!

Ma a pre­scin­de­re da que­sto, i pro­ble­mi sono altri. Tan­to per comin­cia­re: se l’au­to­re di un testo (e con auto­re non par­lo di un qua­lun­que pen­ni­ven­do­lo ma un vero Auto­re, un auten­ti­co Scrit­to­re) usa un ter­mi­ne in un suo testo, lo fa a ragion vedu­ta, per que­stio­ni di rit­mo, pro­sa e sin­tas­si e, soprat­tut­to, per crea­re un cer­to pathos emo­ti­vo. Inol­tre par­lia­mo di un auto­re mor­to nel 1990 ma che ha scrit­to la mag­gior par­te dei suoi libri alla metà cir­ca del ‘900.

Cam­bia­re quei testi in nome del­la cosid­det­ta “sen­si­bi­li­tà” odier­na (che più che sen­si­bi­li­tà defi­ni­rei demen­zia­li­tà) signi­fi­ca cam­bia­re qual­co­sa che ha un suo valo­re intrin­se­co enor­me. E’ la stes­sa cre­ti­na­ta di met­te­re le mutan­de agli angio­let­ti di Miche­lan­ge­lo nel Giu­di­zio Uni­ver­sa­le del­la Cap­pel­la Sisti­na. Non cam­bia nul­la: là la pau­ra di offen­de­re qual­cu­no, qua la pau­ra di offen­de­re il comu­ne (ma poi dove?) sen­so del pudo­re. E allo­ra di que­sto pas­so cosa fare­mo? Cen­su­re­re­mo Dan­te per­chè “…elli avea del cul fat­to trom­bet­ta”(Can­to XIX)?

Al di là del­le faci­li bat­tu­te il pro­ble­ma è dav­ve­ro gran­de; se oggi vi abi­tua­te a lasciar com­pie­re que­sti scem­pi, doma­ni cosa fare­te? Per­chè il fat­to è che non sape­te il mora­li­smo di doma­ni cosa vor­rà cen­su­ra­re. Oggi sono i ter­mi­ni “gras­so” e “nano”, doma­ni potreb­be­ro esse­re i capel­li lun­ghi (o cor­ti), la cal­vi­zie o il seno trop­po gran­de o trop­po pic­co­lo, oppu­re gli occhi azzur­ri… che ne sapete?

Il fat­to è che il mora­li­smo vie­ne sem­pre pro­mul­ga­to e spin­to da chi gover­na, per­chè crea­re un movi­men­to basa­to sul­la mora­le coin­ci­de sem­pre con il pilo­ta­re la popo­la­zio­ne e i suoi sen­ti­men­ti nel­la dire­zio­ne desi­de­ra­ta, sen­za fare par­ti­co­la­ri sforzi.

Per que­sto non dove­te sta­re zit­ti, di fron­te a que­ste scem­piag­gi­ni, per que­sto dove­te espri­me­re quan­to meno il vostro dis­sen­so quan­do qual­cu­no si inven­ta sce­men­ze di que­sto livel­lo. Occor­re com­pren­de­re che se chi è un filo più sve­glio del­la mas­sa non fa nul­la, sarà com­pli­ce di una mas­sa sem­pre più addor­men­ta­ta e sem­pre vit­ti­ma del poli­ti­can­te, del capo reli­gio­so o del bigot­to che per evi­den­ti fini pra­ti­ci da par­te di un esta­blish­ment eco­no­mi­co, rie­sce ad arri­va­re in una posi­zio­ne auto­re­vo­le. Sia­mo sem­pre lì: il male­det­to pen­sie­ro unico.

Altri­men­ti non stu­pi­te­vi quan­do qual­cu­no vi addi­te­rà come dei cri­mi­na­li per­chè sta­te man­gia­no un gela­to, in quan­to sim­bo­lo del­la dipen­den­za dagli zuccheri!

Ricor­da­te­vi di esse­re eccezionali!

Ci si vede in giro!

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