A cosa porta Tik Tok?

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Parliamoci chiaro: Tik Tok è sostanzialmente un programma per rincoglionire le persone e, nel frattempo, raccogliere il massimo numero di informazioni su di loro per scopi vari. E lo fa benissimo, visto che la media di permanenza sull’app è di oltre 90 minuti al giorno!

L’app, oltre che essere gratuita per gli utenti, mette a disposizione dei cosiddetti “creators” (cioè coloro che creano video) una valanga di “filtri”, sfondi sonori, e strumenti vari. Tutti gratuiti.

E poi c’è la permanenza dell’attenzione: meno di 10 secondi, di cui i primi tre determinano se l’utente (quello medio) proseguirà nella visualizzazione o continuerà nel famoso gesto del pollice che “scorre” i video.

Tik Tok è completamente gratuita per l’utente ma, ovviamente, ha un costo di esercizio mostruoso, tra server, banda passante e altro, considerati i milioni di fruitori contemporanei credo costi davvero un fantastiliardo di dollari al minuto!

Tik Tok offre l’illusione di poter diventare famosi e fare del denaro (qualcuno ci riesce, peraltro, alcuni, pochissimi in realtà, ne fanno davvero tanto).

Come si fa denaro con Tik Tok? Al di là delle vendite dirette (“sponsorizzate”) l’income di solito è indiretto: diventi famoso per qualcosa che fai per primo (o meglio degli altri), raccogli migliaia di persone che ti guardano, che condividono o rimbalzano i tuoi video. Pubblicità gratuita e inoltre, questo diventa il tuo biglietto da visita che ti permette di promuovere la tua attività. Per uno che ci riesce, centinaia di migliaia lo imitano sperando di avere lo stesso successo senza capire che, di fatto, conta solo il primo: gli altri no.

Tik Tok è soprattutto famoso (dal punto di vista tecnico) per il suo algoritmo, che gli permette di “capire” i gusti dell’utente e proporgli quindi contenuti in quel settore. In teoria! In pratica, l’algoritmo sfrutta sofisticati sistemi di analisi comportamentale per capire dell’utente anche cose che manco lui sa di sé stesso.

E qui viene il bello!

Dice una saggia massima che ho già espresso in altre occasioni:

“Se ti danno qualcosa di gratuito, il prezzo sei tu”.

Con Tik Tok è particolarmente vero. L’app è gratis, i “filtri” pure, le colonne sonore anche. L’utente viene associato ad un numero di telefono e ad una mail. Durante il tempo che passa sull’app vengono analizzati, tramite i sensori del cellulare e altri sistemi interni all’app stessa, i tempi di permanenza su ogni contenuto, quanto ci mette a mettere “like”, se condivide o no quel contenuto e con chi e dopo quanto tempo. Quanto guarda di ogni filmato, se lo fa con il sonoro o senza e comunque a che volume.

A quanto pare (ma è solo un’illazione), vengono analizzati i dati dei sensori non solo per la geolocalizzazione ma anche per capire cosa sta facendo l’utente in quel momento: se sta fermo, cammina, persino se usa la mano destra o sinistra, se interagisce con qualcun altro etc. etc.

Credo che ormai siano tutti diventati degli esperti di ChatGPT, l’intelligenza artificiale che spopola praticamente ovunque in rete. Molti quindi sapranno che un’IA viene addestrata dandole in pasto una serie di contenuti fino a che non diventa in grado di apprendere o svilupparsi in qualche modo autonomo. Nel caso di Tik Tok l’uso dell’IA ha un solo fine: profilare l’utente nel modo più “atomico” e preciso possibile.

Lo scopo? Guardatevi intorno, di certo non serve che ve lo dica. Ma soprattutto, provate a pensare che la profilazione estrema degli utenti non è solo un asset formidabile che può fare (come effettivamente fa) gola a migliaia di pubblicitari. No, questo è l’aspetto minore!

Quello che accade è che nel flusso dei filmati che vi vengono proposti, in mezzo agli altri ce ne sono alcuni cosiddetti “sideable”, vale a dire “accostabili”; per contenuto, argomento o chissà quale altro parametro, simili a quelli che avete mostrato di apprezzare ma non esattamente della stessa risma. Pian piano, un accostamento dopo l’altro, vi accorgerete che quello che vi viene mostrato non è diventato sempre più specializzato verso ciò che vi piace quanto nel senso di ciò che a qualcun altro interessa che vi piaccia.

Come espresso e dimostrato nel validissimo “The Social Dilemma”, la conseguenza non è tanto l’uso dei vostri dati di profilazione (già grave di per sé), quanto la modifica del vostro comportamento.

Una modifica sottile, progressiva, condotta sempre a un ritmo che non faccia scattare allarmi nella vostra mente (oggi questa soglia è così alta in media che in effetti potrebbero anche fregarsene) ma che porti il vostro pensiero in un’altra direzione, allo stesso modo dell’ormai celeberrimo esempio della rana nella pentola di acqua tiepida che alla fine si ritrova lessata.

Per esempio avete mai fatto caso a quei video in cui c’è un venditore o un poliziotto o un insegnante stronzi che vessano il protagonista salvo poi essere “sistemati” dal “giustiziere” di turno (il direttore, il capitano, il preside) che li licenzia o li punisce?

Sono video che producono una precisa (quanto banale) reazione psicologica. Quella reazione, riprodotta e riprodotta in continuazione non fa altro che “scavare” un percorso emotivo (e quindi di pensiero) ben definito. Quale? Ancora una volta non sta a me dirvelo!

A questo punto arriva il secondo fattore: l’imitazione. Centinaia se non migliaia di persone che creano brevi clip con il proprio viso, il proprio corpo, magari la propria casa o il loro luogo di lavoro in bella vista.

Lo fanno per i motivi che abbiamo vistro sopra ma non si rendono conto che tra le clausole contrattuali accettate all’ingresso nell’app c’è sia da parte di Tik Tok che delle aziende che creano i “filtri” più famosi una liberatoria all’uso sostanzialmente infinito di qualunque informazione riguardi voi o persino altri che appaiono involontariamente nei vostri video che pubblicate. Gli altri tiktokers non possono fare nulla ma chi ha creato l’app e chi crea di volta in volta i vari filtri può farne (e di fatto ne fa) quello che vuole. Se volete… leggetevi l’informativa privacy di Tik Tok (https://www.tiktok.com/legal/page/eea/privacy-policy/it-IT).

Qui vi cito solo alcune frasi… illuminanti sui dati che Tik Tok raccoglie:

 Raccogliamo i contenuti da voi creati o pubblicati attraverso la Piattaforma, come fotografie, video, registrazioni audio, livestream e commenti, nonché i relativi metadati (come, quando, dove e da chi è stato creato il contenuto). Nei contenuti creati o pubblicati dagli utenti sulla Piattaforma potrebbero comparire informazioni che vi riguardano, anche se non siete utenti.” 
In altre parole se c’è qualcuno che registra un video e per caso vi inquadra, per esempio mentre bevete una birra di una determinata marca, questo viene registrato.

“Raccogliamo i contenuti (tra cui testo, immagini e video) dagli appunti del vostro dispositivo”

Quindi se avete copiato il vostro IBAN in un messaggio SMS e poi entrate su Tik Tok, quell’IBAN può essere registrato, oppure se avete copiato una foto di qualcuno per incollarla in un messaggio, anche quella può essere registrata. Pensate se avete copiato un video di casa vostra, ad esempio…

“Raccogliamo informazioni sul contenuto del messaggio e sui relativi metadati”

Qualunque cosa scriviate in un messaggio su Tik Tok viene registrato.

“Qualora sia necessario effettuare un pagamento, raccogliamo i dati della vostra carta o altre informazioni di pagamento di terzi (ad esempio, PayPal). Conserviamo inoltre la cronologia delle transazioni e degli acquisti.”

Quindi Tik Tok sa cosa comprate (sulla piattaforma, ovviamente), da chi, quanto lo pagate, quando etc. etc.

Per il resto vi invito a leggere l’intera pagina al link sopra.

E se qualcuno ancora crede di essere intelligente nell’affermare “Tanto non ho nulla da nascondere” è meglio che si ricreda di corsa.

E poi, oltre a tutto questo, c’è naturalmente l’effetto incredibilmente dannoso dell’identificazione. Provate a rimanere minimamente presenti mentre scorrete i vari video. Ammesso che ci riusciate (perchè per provare a rimanere presenti occorre sapere cosa significa e come si fa), vi accorgerete che dopo pochi secondi non sapete più quanto tempo passate davanti a quello schermo e neppure quanto i vsotri pensieri vengano influenzati, incanalati, diretti e sviluppati in direzione precisa.

Il pensiero meccanico davanti a Tik Tok si sospende quasi completamente. Sono certo che se facessero una serie di RMN funzionali ad un campione di utenti, vedrebbero ampiamente quanto i “normali” processi mentali si modifichino.

Volete farvi quattro risate con i vari “Weeeee!” o “WOW! I feel good!” ? Va benissimo! Ma fatelo da presenti, non da addormentati, altrimenti finite, come i protagonisti di Inception, in un ulteriore livello di sogno. E la cosa peggiore è che, nel farlo, diventate facili prede.

Pure contente!

Ci si vede in giro!

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