Come la Meditazione può cambiare pensiero, percezione e azioni. Parte 2

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Proseguiamo dal post precedente; eravamo arrivati all’accesso a realtà più profonde.

Ora, quando si accede a piani più profondi della realtà, quei piani diventano più dilatati ma sono “nascosti” tra le pieghe della materia densa. E’ per questo che nella Meditazione accediamo a piani più sottili e quindi più elevati spiritualmente ed è per questo incidentalmente, che si usano dire frasi come: “L’intero universo trova posto sulla punta di uno spillo” oppure (molto più comune come assioma esoterico): “La Verità è dentro di noi”.

L’accesso a dimensioni spiritualmente “superiori” avviene immergendosi sempre più profondamente in sé stessi. Come in alto così in basso, ricordate? Per questo cercare la Verità “fuori” non porta che ad allontanarsi da essa, anche se, molto più lentamente, alla lunga si finisce per ritrovare la stessa condizione (e ne sapevano qualcosa personaggi come Einstein, e altri grandi pensatori e ricercatori del passato).

Dimensioni più elevate esistono in uno spazio-tempo completamente diverso da quello che sperimentiamo abitualmente e la Meditazione è il passaggio verso di esse, letteralmente, alla stessa stregua di un “wormhole” che prima o poi risulterà chiaro nella sua funzione.

Quando si esce dal corpo, la sensazione è quella di andare verso l’alto. Ma non c’è un “alto”, se non in senso di frequenza vibratoria maggiore. Se la nostra frequenza aumenta, perdiamo progressivamente congruenza con il piano materiale, fino a non vederlo letteralmente più. E questo avviene sia nell’ “uscita” dal corpo che nell’immersione al nostro interno.

Contattare in modo tangibile dimensioni più elevate (o più profonde se vogliamo), avviene per quella che viene definita “dilatazione coscienziale” ed è ciò che, come effetto collaterale indiretto, causa il cambiamento del nostro pensiero; è come quando da adolescenti scopriamo l’amore: è un’esperienza che ci cambia per sempre, così come il sesso.

Oppure, per essere ancora più semplici, quando scopriamo che la fiamma scotta. La nostra vita cambia completamente perchè da quel momento in poi avremo un atteggiamento completamente diverso verso il fuoco.

Lo stesso avviene quando sperimentiamo dimensioni più dilatate, elevate o superiori che dir si voglia: quelle precedenti diventano sempre più limitate, puerili se vogliamo.

Ora, quando usciamo da uno stato meditativo, rallentiamo la nostra frequenza vibratoria ma non fino a tornare a quella che avevamo prima dell’immersione, quantomeno per un po’ di tempo.

Allo stesso modo in cui quando usciamo dall’acqua rimaniamo comunque bagnati fino a che non ci asciughiamo, uscendo dalla meditazione rimaniamo per così dire “bagnati” da una frequenza più elevata che manteniamo per un certo periodo.

Sia durante l’immersione che nei momenti immediatamente successivi, questo cambio di frequenza e l’esperienza fatta, cambiano il nostro modo di pensare. Dapprima è un fenomeno transitorio; si torna quindi dopo poco alle normali modalità ma poi diventa progressivamente più permanente.

Ciò che si sperimenta durante la Meditazione, viene sperimentato con sensi che sono decisamente diversi da quelli ordinari, anche se, nel momento in cui sono attivi, vengono sperimentati in modo ordinario. Per questo motivo, quando si “riemerge” alla condizione di consapevolezza “ordinaria”, quello che si ricorda è sempre una frazione di ciò che si è sperimentato.

Tuttavia, la parte oggettiva dell’esperienza viene immagazzinata in una struttura che non è quella della memoria fisica ma va direttamente ad imprimersi nella nostra parte più interna. Quando la riportiamo alla memoria è quindi ridotta ma il fatto che si sia inscritta nella nostra Coscienza più vera, la rende perfettamente efficace nel modificare (in senso evolutivo, ovviamente) il nostro pensiero. In sintesi, potremo non ricordare perfettamente quanto sperimentato ma saremo comunque cambiati di conseguenza.

Questo cambiamento, e questa è la cosa importante, è cumulativo. Ad ogni pratica, ad ogni immersione, diventiamo più allenati, efficienti e veloci. Quello che sperimentiamo cambia di conseguenza. Quando emergiamo dalla Meditazione, quello che portiamo con noi a livello di ricordo ma anche di Conoscenza va a sommarsi a quello che abbiamo sperimentato in precedenza. Non si ricomincia mai dallo stesso punto; può essere più profondo o meno ma sicuramente l’accesso allo stato sarà, magari anche solo di poco, più “avanti” per usare un termine semplicistico.

E piano piano, il nostro pensiero ordinario cambierà di conseguenza, perchè sempre più mediato da un’accresciuta consapevolezza e la sua stessa costituzione non potrà che diventare sempre più sottile e quindi meno meccanica, il che implica che il “rumore” dentro la nostra testa diventerà sempre meno forte, sempre meno opprimente, fino a che ciò che davvero al nostro interno vale la pena ascoltare, pian piano emergerà sempre di più.

A quel punto la nostra visione diventerà “altro” e, di conseguenza, le nostre azioni e reazioni cambieranno progressivamente.

Ecco come la Meditazione cambia il pensiero ma, soprattutto, ci evolve.

Ricordatevi di essere eccezionali!

Ci si vede in giro!

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