Pappagalli, libertà e luoghi comuni
La ripetizione dei pappagalli in forma umana, che partono sempre dai più comuni… luoghi comuni e li propalano come fossero verità inconfutabili è una della cose che, personalmente, mi danno più ai nervi quando mi capitano in una conversazione.
Un esempio sopra tutti: “La mia libertà finisce dove inizia la tua”. Una frase usata spessissimo, per evocare il rispetto reciproco e altri rispettabilissimi e condivisibili valori, ma che, semplicemente, è una grandissima puttanata, anche se apparentemente bellissima, anche se a dirla fu M.L. King. Una frase che non avrebbe senso neppure su un pianeta di illuminati, figuriamoci sulla Terra.
A parte tutto quello che potremmo dire sulla libertà, che “da solo” sarebbe sufficiente a mandare in pensione qualunque concezione presente attualmente, la frase in sè è completamente sbagliata.
- E’ un “loop coscienziale”: la mia finisce dove inizia la tua ma allora anche la tua finisce dove inizia la mia. E’ impossibile capire dove iniziano o finiscono entrambe
- Come faccio a sapere dove inizia la tua libertà, a meno che non lo decida io? E se lo decido io, la tua che libertà è? (e viceversa)
- Se sei tu a decidere dove inizia la tua libertà, perchè io dovrei essere d’accordo? ( e viceversa)
- Se sono altri a decidere dove iniziano o finiscono le nostre libertà, di che libertà parliamo?
Potrei andare avanti ancora parecchio ma il punto reale è che la Libertà non è quella di cui le persone si riempiono la bocca (salvo poi contraddirsi alla prima contestazione, quando tentano di imporre il proprio pensiero agli altri: ricordatevi che la libertà non ha nulla a che vedere con la democrazia), ma è qualcosa di direttamente e completamente collegato alla consapevolezza e alla realizzazione.
Nel 1.200, solo per fare un esempio, gli esseri umani erano liberi di circolare armati, oggi non più. Nel 1.200 le donne non potevano votare, oggi si. In Italia una donna non può circolare con il volto coperto, in Afghanistan non può farlo a volto scoperto .
Dunque la libertà di cui si parla è una funzione del tempo, della religione, del paese, degli usi, dei costumi e, soprattutto, delle leggi umane, che a loro volta dipendono da legislatori, politici, ministri e religiosi e altri esseri umani che, come sappiamo benissimo, nella stragrande maggioranza dei casi l’unica luce a cui fanno riferimento è quella dello scintillìo dei “sesterzi”, anche se sono rappresentati in forma di potere.
Oggi la frase di M. L. King viene sempre sfruttata nel nome di una morale sempre più corrotta, di un intelletto sempre meno lucido e di una straordinaria volontà di prevericazione, possibilmente sfruttando al massimo il moralismo presente.
Libertà, come detto, stradetto e ridetto, non è “libertà di…”, nell’istante stesso in cui aggiungiamo quel “…di…” non stiamo più parlando di libertà ma di leggi materiali e umane. Sulle quali si apre tutto un altro capitolo.
La libertà non ha inizio e non ha fine. Vale per tutti ma il problema è che nessuno (se non pochissimi), lo realizzano. E quindi non hanno la minima idea di cosa sia la libertà.
In compenso a tutti interessa avere il potere di dire agli altri cosa possono o non possono fare, perchè questo è, in questo pianeta terribilmente oscuro, il concetto di potere.
Ricordatevi di essere eccezionali!
Ci si vede in giro!