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Sovvertire per castrare: le sette – 2

A con­ti­nua­zio­ne di quan­to scrit­to nel­lo scor­so post, innan­zi­tut­to una pre­ci­sa­zio­ne. Le set­te inte­se nel­l’ac­ce­zio­ne comu­ne del ter­mi­ne esi­sto­no, nes­su­no qui vuo­le nega­re que­sto fatto.

Esistono fon­da­men­tal­men­te per due moti­vi: il pri­mo è che la man­can­za di scru­po­li non ha limi­ti. Il secon­do è che le per­so­ne sono sem­pre meno con­sa­pe­vo­li e sve­glie ma soprat­tut­to sem­pre più super­fi­cia­li ed è quin­di mol­to faci­le, per chi fa del­la diso­ne­stà la pro­pria via, ingan­nar­le.

Con que­sto inten­do dire che se una per­so­na è atten­ta, inte­gra e soprat­tut­to con­sa­pe­vo­le, sarà dif­fi­cil­men­te ingan­na­bi­le. La rete è pie­na di “deca­lo­ghi” su come rico­no­sce­re una set­ta. Su una cosa con­cor­da­no tut­ti: sul fat­to che l’ag­gan­cio ini­zia­le da par­te di una set­ta avvie­ne media­men­te nei momen­ti in cui una per­so­na è più debo­le: un lut­to, un trau­ma o un perio­do di gros­sa cri­si sono media­men­te i momen­ti in cui un esse­re uma­no è por­ta­to a far­si veni­re dei dubbi. 

Ma se que­sti dub­bi non sono ori­gi­na­ti dal desi­de­rio di tro­va­re una rispo­sta alle doman­de che ti fio­ri­sco­no den­tro, quan­to al desi­de­rio di sfug­gi­re alla sof­fe­ren­za che la vita impo­ne in alcu­ni momen­ti, ecco che la per­so­na è faci­le pre­da del pri­mo pir­la che, pas­san­do­le accan­to, pro­po­ne un modo per usci­re dal­la con­di­zio­ne. avere sempre il cervello collegato

Ecco per­chè è così faci­le cade­re pre­da di una “set­ta”: per­chè l’uo­mo non cer­ca la veri­tà, le cau­se. L’uomo, anche quan­do dice di cer­ca­re que­ste ulti­me, media­men­te lo fa solo per fug­gi­re da una con­di­zio­ne di sof­fe­ren­za. Il che può esse­re una mol­la ma solo nel momen­to in cui uno deci­de che la sof­fe­ren­za non è neces­sa­ria, obbli­ga­to­ria, ma soprat­tut­to non ha sen­so il mdo in cui vie­ne vis­su­ta. Allora si darà da fare con intel­li­gen­za per tro­va­re un modo per com­pren­der­la o scon­fig­ger­la. Ma non per sfug­gir­la.

Fuggire dal­la sof­fe­ren­za, signi­fi­ca non voler­la vive­re. Questo a sua vol­ta signi­fi­ca non rico­no­scer­la per quel­lo che è: una del­le tan­te mani­fe­sta­zio­ni del­la vita. In ulti­ma ana­li­si fug­gi­re dal­la sof­fe­ren­za signi­fi­ca quin­di non voler vivere. 

E per sod­di­sfa­re que­sto desi­de­rio ci sono deci­ne di figli di put­ta­na dispo­stis­si­mi a dar­ci una mano.

- Continua

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11 Comments

  1. sytry82 ha detto:

    Fungono da dro­ghe insom­ma … le set­te sono cer­ta­men­te mol­to ansio­li­ti­che. Ma io esten­de­rei il discor­so a tut­te le reli­gio­ni in generale.

  2. Sting ha detto:

    Trovo che la “matri­ce” sia con­ce­pi­ta in modo da rin­for­za­re l’il­lu­so­rio, la fuga dal­la real­tà, con viag­gi “vir­tua­li”, “emo­zio­ni” in full HD da 39€ al mese, i bri­vi­di del­le squa­dre del cuore.
    Nessuno, o qua­si, vuo­le spe­ri­men­ta­re emo­zio­ni vere, nes­su­no vuo­le guar­dar­si in fac­cia, per­so com’è nel guar­da­re imma­gi­ni fal­se e narcolettiche.
    Purtroppo, che piac­cia o no, la vita va avan­ti lo stes­so, e qual­cu­no appe­na appe­na più sve­glio e sga­ma­to, se diso­ne­sto, è pron­to a silu­rar­ci il didietro.
    Che si chia­mi “san­to­ne”, papa o pre­si­den­te del consiglio.
    Franz dice una cosa mai abba­stan­za com­pre­sa, quan­to più si è con­sa­pe­vo­li, “drit­ti”, pron­ti a guar­da­re negli occhi le vicen­de che la vita ci pone, quan­to meno si è vul­ne­ra­bi­li a “pene­tra­zio­ni” non richieste.
    Il fat­to che si voglia con­ti­nua­re stre­nua­men­te a cre­der­si in gra­do di deci­de­re e deter­mi­na­re la pro­pria vita, è, a mio pare­re, la più gran­de vit­to­ria di chi ci vuo­le come peco­re di allevamento.

    • franz ha detto:

      Si, potrem­mo in qual­che modo defi­nir­la matri­ce, e la cosa diven­ta più chia­ra. Tra l’al­tro mi sono sem­pre chie­sto la ragio­ne del­la scel­ta del ter­mi­ne “Matrix” per il film, e ti rin­gra­zio per­chè me l’hai appe­na spiegato.
      E anche per il resto del com­men­to ti quo­to in pie­no! :thum­bup:

  3. the_highlander ha detto:

    C’è una spe­cie di ansia per tut­to quel­lo che comu­ni­ca “c’è di più nel­la vita, non sei libe­ro e nean­che lo sai, se vuoi ti aiu­to”. Una fra­se del gene­re fa scat­te­ra subi­to il… “OK, dov’è la fregatura??”.

    Concordo che ci sono tan­tis­si­me per­so­ne che o per ego e per sol­di o per igno­ran­za rac­con­ta­no mez­ze veri­tà o pro­prio fan­do­nie e maga­ri tro­va­no anche segui­to in per­so­ne biso­gno­se di soste­gno emo­ti­vo che sono pron­te a “paga­re” in un modo o nel­l’al­tro (ooops, ho appe­na rias­sun­to il 90% del nostro siste­ma com­mer­cia­le o sba­glio?), ma la cosa che mi rat­tri­sta è che non c’è asso­lu­ta­men­te spa­zio per far­si veni­re un dub­bio che for­se c’è qual­co­sa in più e qual­cu­no che lo ha rea­liz­za­to e addi­rit­tu­ra qual­cu­no che vuo­le trasmetterlo.
    Pienamente d’ac­cor­do con Sting nel­la sua ulti­ma fra­se; i Romani sape­va­no bene che panem e cir­cen­ses tie­ne le mas­se bra­ve e buo­ne… guai a chi vuo­le di più.

    • franz ha detto:

      E’ la ragio­ne di que­st’an­sia che sto inda­gan­doin que­sta serie di arti­co­li sul­le sette.
      In qual­che modo mi stai effet­ti­va­men­te anti­ci­pan­do e… si hai appe­na descrit­to il nostro siste­ma com­mer­cia­le… ma al 100% 

      In real­tà lo spa­zio per far­si veni­re un dub­bio c’è ecco­me, solo che sia­mo tut­ti gira­ti dal­l’al­tra par­te! :wha­te­ver:

  4. dimaco ha detto:

    non solo il siste­ma com­mer­cia­le , ma anche in ambi­to lavo­ra­ti­vo ci sono le sette.Sopratutto nel set­to­re del­le ven­di­te. per­so­nal­men­te ho lavo­ra­to come onsu­len­te pres­so una mul­ti-nazio­na­le e ciò che più mi ha col­pi­to è sta­to il siste­ma di indottrinamento.
    la pri­ma cosa che face­va­no era iso­lar­ti dagli amici(quelli veri, quel­li che cono­sci da una vita), auto­pro­po­nen­do­si come gli uni­ci ami­ci veri che potre­sti ave­re al mon­do. il secon­do pas­so e iso­lar­ti dal­la fami­glia. Anteponendo gli inte­res­si del­l’a­zien­da ai tuoi fami­glia­ri. ter­zo è il cul­to del dana­ro, uni­ca cosa vera da pren­de­re in considerazione.
    Praticamente alla fine ti resta­no solo il alvo­ro e i col­le­ghi. E quan­do sei a quel pun­to ti han­noin pugno.
    pec­ca­to che con me non ha fun­zio­na­to, e ci han­no pro­va­to vera­men­te tan­to, sino ad arri­va­re a dire che dove­vo schiac­cia­re i miei fami­glia­ri come ver­mi per­chè mi impe­di­va­no di dedi­car­mi ani­ma e cor­po al lavo­ro e altre cax­xa­te del genere.
    Il fine di tut­te le set­te è comun­que ave­re il con­trol­lo tota­le sul­la tua men­te e sul­la tua vita.
    Pensa che nem­me­no mia madre rie­sce a con­trol­lar­mi, e ci han­no pro­va­to degli estra­nei. lol

    • franz ha detto:

      Ciao dima­co e gra­zie per il commento.
      Mi è capi­ta­to qual­che anno fa di par­te­ci­pa­re ad alcu­ni cor­si nel­lo stes­so alber­go in cui si tene­va­no gli incon­tri di un grup­po di quel­li di cui par­li nel tuo com­men­to. Non dico il nome, ma era una del­le tan­te orga­niz­za­zio­ni di ven­di­ta pira­mi­da­le che si occu­pa­va­no di immobili.
      E’ esat­ta­men­te come dici. Ad ogni sera­ta, al ter­mi­ne del­le riu­nio­ni (tre al gior­no, non una) vede­vo aggi­rar­si per l’al­ber­go per­so­ne asso­lu­ta­men­te allu­ci­na­te, che sem­bra­va si fos­se­ro tira­ti un bido­ne di coca a testa. Sudati, ros­si in viso, si muo­ve­va­no a scat­ti per l’al­ber­go com­ple­ta­men­te fuo­ri di testa.

  5. Valeria ha detto:

    Approfitto di que­sto arti­co­lo per aggiun­ge­re qual­co­sa a pro­po­si­to di ansiolitici:
    indub­bia­men­te le set­te ci sono e intrap­po­la­no le per­so­ne più fra­gi­li, ma il più dif­fu­so ansio­li­ti­co che mi vie­ne in men­te è la televisione.
    E’ entra­ta in tut­te le case, è il prin­ci­pa­le stru­men­to di for­ma­zio­ne del­le opi­nio­ni, è insi­dio­sa per­ché l’utente è con­vin­to di non esser­ne dipen­den­te ne influen­za­to, costa poco, nes­su­no ci obbli­ga ad accen­der­la, pos­sia­mo gira­re cana­le in qual­sia­si momen­to per­ce­pen­do la sen­sa­zio­ne di poter sce­glie­re. La tele­vi­sio­ne agi­sce sull’identificazione sul­la qua­le non si ha alcun con­trol­lo. Fa mol­ta com­pa­gnia, appa­re del tut­to inno­cua, atte­nua l’ansia e pro­du­ce un len­to e con­ti­nuo condizionamento.
    Occhio alle set­te cer­to, ma anco­ra di più occhio ai mes­sag­gi che ci fac­cia­mo pro­pi­na­re quo­ti­dia­na­men­te con tan­to candore.