Non solo sette – by Valeria
Un giorno transitavo di fronte alla sede dei centri sociali. Credo che l’edificio sia stato ottenuto anni fa tramite un “esproprio proletario” in qualche modo “concesso” dal Comune di competenza e ora, dopo vari restauri, è diventata una bella casetta a due piani ricoperta da scritte e disegni dalle tinte forti e improbabili.
Da tempo la sera vi si tengono concerti di musica rock e metallara e durante il giorno è rifugio di ragazzi che pensano in un certo modo, si esprimono con il loro lessico particolare, discutono e si confrontano.
Quel giorno quella palazzina, di fronte alla quale transito regolarmente, mi impose una riflessione che fece sorgere molti dubbi e alcune scoraggianti considerazioni.
La strategia per secoli è stata quella di reprimere qualunque movimento filosofico o di pensiero “diverso” dal pensiero dominante.
Quel giorno mi domandai perché quella palazzina era lì, con tutti i suoi significati “diversi”, sotto gli occhi di tutti, frequentata da ragazzi tutto sommato intoccabili (fatta salva qualche azione di polizia che di solito ha effetto esclusivamente di facciata).
Forse perché i meccanismi di potere si sono evoluti e raffinati. In fondo ogni forma repressiva fa discutere e, soprattutto, produce oppositori, quelli veri.
Allora potrebbe essere più “opportuno” creare (o lasciare che si creino da sé) dei contenitori che possano raccogliere tutte le diversità umane di quel 10% (circa) di popolazione che non si identifica nei messaggi propagandistici diffusi dai media.
Si dà loro un contenitore, un simbolo, uno slogan che si adatti il più possibile al loro sentire. Il livello di complessità del messaggio dipenderà dalla complessità degli individui a cui esso è rivolto.
Si tiene il tutto rigorosamente sotto controllo, magari con l’ausilio consapevole o meno dei loro “comandanti”, e il gioco è fatto! Ecco creata per loro una riserva speciale nella quale essi potranno esprimere liberamente l’irrequietezza che li contraddistingue e simulare la sensazione di fare qualcosa. Di fatto saranno messi in condizione di “non nuocere”; nel senso di non interferire col corso degli eventi.
Eccesso di immaginazione? Forse! Ma se messe nere e un cappuccio in testa possono far sorgere molti legittimi dubbi nel cervello di chiunque possieda un minimo di sale in zucca, altri ambienti che nulla hanno di particolarmente inquietante possono non produrne nessuno.
E nessun dubbio vuol dire “cervello a riposo”.
Abbiamo allora trovato il nostro “ansiolitico personale”, quello che fa per noi, integro, incorruttibile, pulito, e ci sentiamo finalmente appagati. Abbiamo trovato la nostra casa nella quale poterci finalmente addormentare, paghi e compiaciuti.
E’ del sonno che dovremmo diffidare, quello indotto o auto indotto; dovremmo diffidare di ogni tipo di identificazione, negativa o positiva, perché è sempre sonno, diffidare di tutto ciò che ci induce a perderci nella nostra immaginazione.
Un Uomo straordinario una sera disse: “Imparate a spostare”.
Ecco, appunto, “spostare” non significa cambiare vestito o cambiare città, significa cambiare sé stessi, intimamente, faticosamente, costantemente, tenendo gli occhi aperti e osservando anche ciò che non ci piace. Altrimenti ci siamo solamente addormentati, anche noi scivolati in quel tranquillo, pacato limbo quotidiano.
contenitori sociali: le riserve Pellirosse: hanno invaso la Loro terra, gli hanno massacrati perbenino e poi gli hanno circondati col filo spinato!!…
Io chiedo scusa per la divagazione ma la Causa Pellirosse mi sta Tanto a cuore.
E nessun dubbio vuol dire “cervello a riposo”.
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:ban:
A proposito del “dubbio metodico” di cartesiana memoria.
Senza dubbio vuol dire anche IMBECILLE.
Valeria, è la regola valente per tutti ma, come tutte le regole, ha l’eccezione. Inenascio Padidio è l’unica eccezione, perché possiede la Fede in Cristo priva del dubbio. Ovviamente, impossibile per Emanuele Severino: il mio stolto, proprio come io sono stolto al cospetto di Dio. Ne ho le prove probanti.
Sono addivenuto ad interpretare Dio divinamente.
Nel “manicomio privato” di mq 16 in 3 piccoli ambienti, dove vivo in solitudine assoluta dal 3/3/1994, gradirei dormire 12 ore, perché mi corico e subito m’addormento, con sogni idilliaci.
Giuro che la massima droga presa, nei miei 70 anni d’eà, è il caffè nel latte. L’unica grande pecca che ho è che fumo da quando avevo 6 anni, allorché mio padre mi sorprese e mi diede botte da orbi, indimenticabili.
A 10–12 anni io, alle mie dilette 3 figlie, spiegai loro che fumare è un brutto vizio di cui si rimane schiavi. «Signorine, ascoltatemi bene, non dovete ricorrere al fumo di nascosto, potete fumare già ora, anche in mia presenza. Fuma pure la mamma e voi potete fumare se volete ridurvi la bocca a un letamaio, soltanto per fare quello che noi e cert’altri fanno».
Soltanto la primogenita VALERIA prese il vizio, che poi litigava con le altre 2 sorelle, costrette al fumo passivo al mattino, nella loro stanzetta. Cominciò a fumare a 16 anni, indotta dall’amichetto GIANNI che era agli studi universitari e che poi sposò a 26 anni, dopo la laurea in sociologia.
I genitori devono dare consigli ed esempi nei comportamenti. Non devono assolutamente privare della libertà i figli. La libertà è tutto, miserabile è chiunque priva il proprio simile della libertà.
La libertà, addirittura illimitata e incondizionata, ce la dona il nostro meraviglioso Creatore. Spetta a chiunque imitarlo. Io ci sono riuscito. Spero che ci addiverrete anche Voi tutti. È troppo bello, bello bello. :smirk:
Secondo me, la Libertà è una conquista Intima e Reale acquisibile andando-verso il Divino…
:sick: