Morte di un Maestro del Tè – di Giuseppe Merlicco
Vi sono film che aprono una finestra su mondi a noi sconosciuti: Morte di un Maestro del tè è senz’altro uno di questi.
Scritto, diretto e interpretato nel miglior stile della tradizione nipponica questo film (diretto da Kumai Kei) narra di come visse e morì il Maestro del tè Sen no Rikyu (interpretato da Toshiro Mifune).
Vissuto tra il XVI E XVII secolo in un Giappone tormentato da guerre intestine tra clan rivali, il Maestro Rikyu cercò, attraverso la sua arte perfetta, di far comprendere ai potenti dell’epoca l’importanza dell’Armonia e del Rispetto tra gli uomini.
“…la Libertà è sacra, ed è naturale rifiutare qualsiasi idea che spinga l’uomo all’aggressione.” Questa era l’idea del Maestro.
Ma la visione del Maestro – come quella dei monaci zen, o di altri maestri della Cerimonia del tè, che “vedevano in un filo d’erba l’Assoluto” – non poteva certo essere condivisa dal suo “signore” Hideyoshi.
Uomo avido di potere, Hideyoshi pur rispettando enormemente il Maestro Rikyu (elevandolo al grado di primo cerimoniere di corte) e partecipando con la massima sacralità possibile al rituale sacro, non riuscì mai a penetrare lo “spirito” della Cerimonia del tè.
Quindi, pian piano, il film rivela l’unico grande errore (ma forse non aveva altra scelta) del Maestro Rikyu: l’aver accettato un compromesso con il potere politico. Infatti “Rikyu, servendosi del potere politico aveva sognato di creare in questo mondo uno spazio, un piccolo spazio libero dal potere, libero dal denaro, libero dalla filosofia dell’apparire. Sogno che si rivelò impossibile da realizzare”.
Così, quando il signore Hideyoshi lo privò della propria dignità, Rikyu – uomo dignitoso che credeva e viveva nell’assolutezza del gesto – non poté rispondere in altro modo che con un gesto assoluto: facendo Seppuku. Ed è proprio quest’ultimo gesto che sigilla definitivamente la grandezza e la coerenza di un uomo “libero dentro” che agiva per un buon fine: quello di insegnare ad essere dignitosi.
Morte di un Maestro del tè è un film poco rumoroso, essenziale, dai ritmi lenti, sicuramente difficile da digerire per chi è abituato alla frenesia dei tempi moderni. Ma non mancherà di regalare belle sensazioni e preziosi spunti di riflessione a coloro che cercano, attraverso la meditazione, di penetrare il mistero del vuoto e dell’essere.