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Apocalypse Now – By Giuseppe

In quell’inferno che è sta­ta la Guerra del Vietnam un vete­ra­no, un Capitano dell’esercito, rice­ve un inca­ri­co “top secret”.

L’uomo dovrà rag­giun­ge­re ed ucci­de­re un Colonnello sta­tu­ni­ten­se (Marlon Brando) che si è ribel­la­to alla poli­ti­ca e al modo di vive­re americano.

Il colon­nel­lo, plu­ri­de­co­ra­to – e desti­na­to a rag­giun­ge­re i più alti ver­ti­ci del­lo Stato Maggiore dell’Esercito – a capo del­la sua divi­sio­ne vive nel­la giun­gla cam­bo­gia­na in un modo con­si­de­ra­to fol­le dai ver­ti­ci del pote­re “per­ché ha supe­ra­to il pun­to di non ritorno”.

Così il Capitano si ritro­va in mis­sio­ne e secon­do le sue paro­le: “Ognuno ottie­ne quel­lo che vuo­le, io vole­vo una missione…una mis­sio­ne dav­ve­ro spe­cia­le, e una vol­ta con­clu­sa non ne avrei volu­te altre”.

Nel suo viag­gio lun­go un fiu­me il Capitano ci por­ta con sé a sco­pri­re più da vici­no quell’assurdità che è sta­ta la Guerra del Vietnam: altri colon­nel­li anch’essi paz­zi, ma con­si­de­ra­ti nor­ma­li – che fan­no stra­gi di inno­cen­ti al suo­no di “La Cavalcata del­le Valchirie” e che con­qui­sta­no un ter­ri­to­rio solo per­ché vi sono “le cre­ste d’onda giu­ste per fare Surf” -; gio­va­ni ame­ri­ca­ni in pre­da al ter­ro­re e alla fol­lia omi­ci­da; coni­gliet­te di Playboy che van­no ad allie­ta­re le trup­pe e pron­te a ven­der­si per un bari­le di car­bu­ran­te; esu­li fran­ce­si che vivo­no iso­la­ti da tut­to e da tut­ti e, infi­ne, il Colonnello, un uomo sen­za più fil­tri men­ta­li, sen­za sche­mi, diretto.

Il Colonnello, un uomo dal­la viso­ne tal­men­te luci­da che all’affermazione del Capitano che asse­ri­sce di esse­re un sol­da­to, dice: “Lei è solo un galop­pi­no man­da­to dal dro­ghie­re a incas­sa­re il sospe­so”.

Il Colonnello sa bene quan­to si è allon­ta­na­to dal­lo sta­tus nor­ma­le degli uomi­ni dal­la fac­cia­ta puli­ta ma col mar­cio dentro:


Non c’è nien­te che dete­sto di più

dell’odore di mar­cio del­le bugie”.

Ma il dia­lo­go più bel­lo del Colonnello, più for­te e inten­so, come inten­so è tut­to il film, è quel­lo in cui affer­ma, dopo aver descrit­to orro­ri e for­za di volon­tà vista nei suoi nemici:

Non esi­sto­no paro­le per descri­ve­re lo stret­to neces­sa­rio a colo­ro che non san­no cosa signi­fi­chi l’orrore. L’orrore ha un vol­to e biso­gna esse­re ami­ci dell’orrore. L’orrore e il ter­ro­re mora­le ci sono ami­ci, in caso con­tra­rio diven­ta­no nemi­ci da teme­re. Sono i veri nemici…C’è biso­gno di uomi­ni con un sen­so mora­le e allo stes­so tem­po capa­ci di uti­liz­za­re il loro pri­mor­dia­le istin­to di ucci­de­re. Senza sen­ti­men­ti, sen­za pas­sio­ne, sen­za giudizio…perché è il giu­di­zio che ci inde­bo­li­sce”.

Un uomo dav­ve­ro par­ti­co­la­re il Colonnello, e anche un uomo stan­co, al pun­to di lascia­re che il Capitano assol­va al suo com­pi­to pur poten­do­glie­lo impe­di­re con estre­ma facilità

Il Capitano a sua vol­ta com­pren­de l’uomo che ha di fron­te, for­se lo ammi­ra anche, eppur sapen­do quan­to si sia allon­ta­na­to dal­la nor­ma­li­tà: “Se i gene­ra­li in patria aves­se­ro visto quel­lo che vede­vo io avreb­be­ro volu­to che lo ucci­des­si? Probabilmente più che mai”, pure for­se non vor­reb­be por­ta­re fino in fon­do la sua mis­sio­ne, una mis­sio­ne che alla fine diven­ta un atto libe­ra­to­rio per il Colonnello.

Il Capitano…Un uomo, la sua missione…una mis­sio­ne che sen­te assur­da, come assur­da è sta­ta tut­ta quel­la guer­ra; eppu­re l’uomo, alla fine, assol­ve al suo com­pi­to, ma un com­pi­to tal­men­te ama­ro che una vol­ta con­clu­so non ne vor­rà altri.

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2 Comments

  1. Sciuscia ha detto:

    Davvero la descri­zio­ne del signi­fi­ca­to di que­sto film miglio­re che abbia mai letto.

  2. Giuseppe ha detto:

    Grazie Sciuscia, mol­to gentile.