Quando scoppia ‘a bbumma!

Ore 10.30. Sole africano ma vento italiano, mare dolce, non freddo, fresco tutto da godere nonostante i 35 gradi.
E infatti la spiaggia si affolla. Piano piano, alla chetichella, arrivano gli autoctoni (di turisti poca ombra o quasi nulla)
Ore 11,45. Inizia la gara di resistenza.
La spiaggia ora è gremita.
Panze sbracate e deretani cellulitici coesistono fianco a fianco con culetti da passerella e addominali scolpiti.
Interi gruppi familiari si ammucchiano all’ombra di agglomerati di ombrelloni, le seggiole da spiaggia che scricchiolano sotto il peso dei culi da 120 chili.
– Ste! O’ Ste’! –
– Giovaaaaa! Venn’accaaaa!
– Mariiiiaaaaaaaaa! Esci dall’acquaaaaaaaaaaa!!!! –
Il concerto per mamma e orchestra è iniziato. Voci simpatiche quanto un dito nel culo appena alzati si alternano con pianti, urla e strepiti di ragazzini viziati e vessati, il sole che da’ spettacolo e pompa ormoni nell’isteria collettiva.
Soluzione strategica: la fuga.
Ti lanci in acqua e nuoti al largo. Un lungo bagno tonificante tra piccole onde. Neanche 100 metri e ti raggiunge il fischietto del bagnino, con tanto di urla. Ti guardi attorno cercando il nuotatore in difficoltà ma non c’è traccia di essere vivente intorno a te. Allora ti nasce il dubbio: ce l’avrà mica con me, vero?
Pochi secondi e il pattino rosso con la scritta “soccorso” (meno male che non ci hanno scritto “rescue” se no affogavi per le risate) si stacca dalla riva e con energiche pedalate di bagnino e assistente, ti raggiunge.
– Signore, deve uscire dall’acqua –
Difficile da credersi, ma soprattutto trattenersi.
– E chi lo dice? –
– Lo dico io! –
La prosopopea e la spocchia sicula del sedicente responsabile trasudano da quell'”io” come il grasso dal formaggio lasciato al sole. Non c’è scelta: occorre agire senza esitazione. Stessa lingua sua, autorità un po’ più autentica.
– E ammìa ca cazzo me ne futte? Chi minchia si tu? ‘a gguardia costa? – (perchè la cosa dovrebbe riguardarmi? Sei forse un membro della guardia costiera?)
Lui (evidentemente stizzito, anzi incazzato)
– Uscite immediatamente dall’acqua! La bandiera rossa è! –
– Sint’ammè, cacacazzo: vatinne fora dippede. Ca’ cunti un cazzo! Vatinne! O la gguarda costa t’a chiamo io! – (mi ascolti, gentil signore, qui la sua autorità è notevolmente affievolita. Voglia usarmi la cortesia di allontanarsi, prima che debba esser costretto al richiamo personale della guardia costiera!)
Con la spocchia ripiegata sotto l’ascella destra e le pive in altro pertugio, l’importuno decide di lasciare, gira il pattino da soccorso e ritorna in spiaggia a sedurre il suo pubblico.
Finalmente in pace nuoti ancora un po’ e giochhi con l’acqua e la schiuma, prima di ritornare in spiaggia.
Ore 13.00. Scoppia la bbumma! (esplode la bomba).
In un attimo la spiaggia si desertifica, gli ombtrelloni si chiudono, le sedie spariscono e panze, culi, culetti e addominali svaniscono nel nulla!
Deserto dei tartari! E’ ora di pranzo. Gli agglomerati umani sono tutti attorno a pantagrueliche tavole, occupati a far strage calorica e lipidica per le successive due ore.
Da quel momento è pace totale. Ce n’è in abbondanza per mangiarsi un panozzo sacrosanto e poi sdraiarsi al sole, satolli e cullati dalla risacca ora finalmente udibile e dal vento gentile che ti rinfresca mentre, lentamente ma inesorabilmente, scivoli via in un sonno profondo.
Fino alle 16.30.
– MARIIIAAAAAAAAAA! ESCI DALL’ACQUAAAAAAAAA –
Ora di rientro.
E’ finita la bbumma!
Sei forte Franz, hai descritto le spiagge del sud in modo eccellente, compresa la storia del bagnino. Stupendo! :muah:
:muah: :muah: :muah:
è verissimoooo!!!
La stessa cosa succede di qua dallo stretto, poco più su, Tropea, adorabile luogo di infiniti splendidi ricordi.
Mamma in ansia da merenda, con piccolissimo neonato tra le braccia, seduta su asciutamano microscopico, circondata da borse, borsoni e frigoriferi portatili da sfamare un intero kilometri di spiaggia, alla ricerca del pargolo maggiore che si aggira silenzioso e incurante tra i piccoli rovi ai bordi della spiaggia: “ANTTOOOOOOOONIOOOOOOO!!! VIDI CA’ VENGOOOOOOO!!!” senza muovere il deretano dalla salvietta, a ripetizione e a intervalli di circa un minuto… Fantastiche le mamme da spiaggia, tutte uguali!