Sicurezza nazionale e privacy. Posso ridere?
Riguardavo venerdi sera il sempre mitico “Nemico Pubblico”, con Will Smith e Gene Hackman.
Un filmone in cui si denuncia la NSA e la mania americana di farsi i cazzi di tutti appena può. Se non l’avete visto, guardatelo. E’ una vera bibbia.
Will Smith viene preso di mira da un figlio di troia, pezzo grosso della National Security Agency americana e in un attimo la sua vita si trasforma in un inferno. L’informazione mediatica, manipolata, lo espone come un pericolo pubblico. Carte di credito bloccate, telefoni intercettati, satelliti… tutti i mezzi della tecnologia venogno usati per seguire e braccare un uomo.
E’ il 1998, in piena era “complottista”, i film come questo si sprecano. Iniziata forse nel 1987 con “The Running Man” (tratto dall’omonimo romanzo di Richard Bachman, alias Stephen King e malamente storpiato in italiano con il titolo “L’implacabile”, con Schwarzenegger), l’era in questione si è da poco conclusa. Non un film ormai parla più dei governi e dei loro piani occulti, delle distorsioni del potere, delle perversioni della leadership.
Era l’era del complotto, ma anche quella dell’individuo che vince sulla macchina, sulla massa. Un sogno che oggi, probabilmente, risulterebbe incongruo, e non senza motivo.
Ma i problemi non sono cambiati. E con essi non sono cambiate neppure le perversioni. Solo il loro linguaggio, la loro sintassi.
Le perversioni sono sempre lì, la privacy è solo per l’uomo della strada, per quelli come me e voi. Non per chi comanda, per chi detiene il potere. Per loro la privacy non esiste. Quantomeno la nostra.
Quello che è cambiato invece è la capacità di credere nella forza dell’individuo. Oggi nessuno più è disposto a credere che il singolo possa vincere contro il sistema. In parte è anche vero, ma non del tutto.
Il singolo non può vincere contro il sistema… DA SOLO.
Ma tanti singoli INDIVIDUI possono prendere il sistema e buttarlo giù per lo scarico del cesso, AGENDO ASSIEME.
Certo, prima di tutto occorrono individui.
Fino a che si parla di cerebrolesi iposenzienti… beh, mi pare ovvio che non c’è alcuna speranza!
Sopratutto in Italia!