Dalle nebbie del tempo: sistemi umani

La nebbia di oggi, originariamente pubblicata nel Gennaio 2011.
Sistemi umani e termodinamici: l’entropia vale lo stesso
Pubblicato originariamente il: 22/01/10.
Un essere umano è un sistema termodinamico aperto a tutti gli effetti; è costituito da un insieme di elementi (organici e non) che interagiscono per formare una “macchina” anche termodinamica. Essa scambia energia con l’esterno, sotto forma ad esempio di cibo, idee, parole, azioni.
Come tale, la sua energia non è costante, ma varia in relazione a quanta ne immette e a quanta ne emette. L’entropia per un essere umano tende naturalmente ad aumentare ma, essendo esso un sistema aperto, non arriva all’equilibrio.
Quando però l’essere umano smette di scambiare energia con ciò che lo circonda, l’energia tende rapidamente ad equilibrarsi. Il sistema diventa chiuso e l’entropia tende naturalmente ad aumentare. Lo stato entropico finale corrisponde alla stasi energetica sotto tutti i punti di vista.
A questo punto l’energia può essere naturalmente rappresentata da una linea piatta, esattamente come quella del grafico di tutte le sue funzioni e anche come la sua posizione finale, ovvero quella orizzontale.
In poche parole, per un “sistema uomo” lo stato di massima entropia coincide con la morte.
Espandendo il concetto, un sistema di esseri umani, normalmente definito “gruppo”, rimane in vita e contrasta il naturale aumento dell’entropia fintanto che scambia energia con l’esterno. Socialmente parlando, il gruppo si comporta proprio come un sistema termodinamico, apparendo all’esterno come una entità che si muove in un modo definito da leggi e dinamiche abbastanza costanti e definite.
Fintanto che il “gruppo” interagisce con altri gruppi, individui, situazioni ed eventi, scambiando energia, idee, cognizioni e nozioni, contrasta l’entropia, l’energia fluisce sia dall’interno verso l’esterno che viceversa, portando variazioni all’interno del gruppo e quindi ai suoi componenti ma anche all’esterno, producendo modificazioni nell’ambiente circostante.
Quando però il gruppo diventa chiuso, ovvero si isola rispetto all’ambiente circostante, ancora una volta si trasforma in un “sistema” chiuso.
Come tale l’entropia inizia immediatamente ad aumentare con i ritmi che le sono abituali.
Nel caso del singolo essere umano la morte sopraggiunge rapida, poichè vengono a mancare gli elementi necessari alla vita. O meglio, essendosi concluso un ciclo vitale più o meno predeterminato, il singolo essere umano cessa di scambiare energia, chiude il sistema e, rapidamente, muore.
Nel caso di un gruppo la fine può non essere così rapida e soprattutto non produce, a meno di casi particolari, la morte fisica dei singoli elementi quanto quella dell’insieme di tali elementi.
Allo stesso modo in cui la morte di un singolo essere umano non produce la morte delle molecole che lo compongono quanto il loro ritorno al sistema immediatamente superiore, la fine di un gruppo produce la morte dell’insieme di esseri umani ed una disgregazione del grupppo come tale i cui singoli componenti, gli esseri umani appunto, si diperdono all’interno del sistema immediatamente superiore.
Quando un’azienda chiude, ad esempio, il “sistema azienda” cessa di esistere e i singoli lavoratori fluiscono in modo disordinato all’interno del “sistema lavoro” che è il sistema immediatamente superiore. Il “sistema delle aziende attive” fagocita in qualche modo i singoli componenti del sistema morto.
Quando una classe di liceo affronta l’esame di maturità, al termine dello stesso il “sistema classe” si disgrega rapidamente e i suoi componenti fluiscono in quello immediatamente superiore, ad esempio il “sistema lavoro”
L’entropia è una legge praticamente non infrangibile ed onnipresente.
Ciò che le impedisce di manifestarsi è unicamente la condizione di sistema aperto, perchè in qualunque sistema chiuso, di riffa o di raffa, l’entropia si manifesta portando il sistema alla condizione di equilibrio e quindi alla fine del sistema come tale.