Dalle nebbie del tempo: vibrazione e suono

La nebbia di oggi, originariamente pubblicata nel Settembre 2009
Dalla vibrazione al suono
Pubblicato originariamente il: 26/09/09.
Nei post precedenti sullo stesso argomento, abbiamo visto come la materia sia considerabile uno stato particolare dell’energia, di fatto un rallentamento di una frequenza vibratoria, che man mano che diminuisce diviene sempre più densa fino ad assumere quelle caratteristiche che conosciamo come proprie della materia.
Il fatto di considerare la materia non più come oggetto ma come stato, ci permette di ampliare il nostro possibile spazio di esperienza di diverse grandezze.
Primo fatto non trascurabile fra tutti, quello di poter trascendere i sensi ordinari per poter condividere la nostra percezione. Come dimostrato in questo post infatti, i sensi forniscono una mappa assolutamente inesatta della realtà, una mappa già obsoleta nel momento stesso in cui si forma ma soprattutto difficilmente comunicabile a causa della soggettività della percezione sensoriale.
E questo solo per stare nel campo dei sensi. Di fatto però esistono altre strutture, ordinariamente considerate interiori ma che tali non sono, che si frappongono tra la realtà e la percezione da parte nostra; il pensiero, le emozioni, le considerazioni, la morale, i condizionamenti etc. etc. etc.
Queste strutture, altrettanto illusorie che i sensi, sono sottoposte all’errore ancora più che questi ultimi e quindi, aggiungendo errore ad errore, di fatto allontanano sempre più le nostre percezioni dalla realtà.
Tutto questo insieme di “generatori di errore” però ha una cosa in comune con la realtà: ne fa parte. Transitoriamente, parzialmente e inutilmente… ma ne fa parte.
Esiste quindi la possibilità di utilizzare i sensi e le altre strutture per un contatto, a patto di non cascare nella trappola di credere fermamente che sia tutto lì.
Questa possibilità è data dal fatto che non siamo solo “tutto lì” e, inoltre, dal fatto che il nostro corpo, il nostro cervello e tutto quanto è congruente con la nostra struttura materiale, è comunque composto di energia come tutto il resto della materia, energia che può essere portata a vibrare su frequenze più elevate e quindi a rispondere, percepire e quindi in ultima analisi ad usufruire di spazi di esperienza più ampi.
Il suono in tutto questo bailamme, è la cosa più “vibrante” che conosciamo. A tutti gli effetti una forma di vibrazione della materia corrispondente alla vibrazione che caratterizza l’energia su frequenze più alte. Il fatto che una vibrazione trasporti sempre energia è una nozione elementare di fisica, valida nel campo della meccanica quanto in quello dell’elettromagnetismo. In un qualsiasi mezzo materiale un’onda non trasporta materia ma energia. Un’onda del mare non sposta l’acqua, se non quando si infrange, ma nel suo progredire trasporta con se’ una quantità di energia sotto forma potenziale che può anche essere estremamente elevata, come nel caso di uno tsunami.
Il suono è una vibrazione dell’aria e anch’esso porta con sè dell’energia, tanto è vero che può indurre stati vibratori tali da infrangere i legami molecolari della materia. Come per esempio il classico andare in pezzi dei vetri di un palazzo a causa dell’onda d’urto di un’esplosione.
Tuttavia il suono, proprio per la sua natura vibratoria, può portare con sè anche energia non prettamente meccanica. Il suono di una voce umana può trasmettere tantissimo in termini ad esempio emotivi ma non solo. Le parole possono essere fraintese, in quanto non vengono mediate solo dai sensi ma anche dalla mente ordinaria con tutto il suo carico di condizionamenti, mentre il suono delle parole non viene percepito subito dalla mente.
Prima viene captato dall’emotivo e prima ancora, anche se non sempre, da altre strutture a maggior frequenza vibratoria e minor densità, che potremmo definire più “sottili”. Esistono suoni che potremmo definire universali perchè producono sempre lo stesso effetto, in barba ai sensi, alle emozioni e alla mente.
Potrà variare la forza dell’effetto prodotto ma la qualità rimarrà costante. Sono suoni che possono essere definiti “oggettivi”.
I mantra, ad esempio, sono suoni oggettivi. Se prodotti con la giusta tecnica e la giusta intonazione producono sempre quell’effetto e non un altro.
Ecco perchè quando ho presentato alcuni post sui mantra li ho classificati alla voce tecnologia interiore. La conoscenza dei mantra e dei modi per utilizzarli è a tutti gli effetti tecnologia: studio della tecnica. Per l’appunto tecnologia interiore.