Dalle nebbie del tempo: concezione emotiva e crescita

La neb­bia di oggi, ori­gi­na­ria­men­te pub­bli­ca­ta in set­tem­bre 2009

Tecnologia interiore. Errore e differenza: la concezione emotiva impedisce la crescita.

Pub­bli­ca­to ori­gi­na­ria­men­te il: 12/09/09.

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Erro­re vie­ne da erra­re; vaga­re sen­za una meta. Un signi­fi­ca­to emo­ti­va­men­te nega­ti­vo che non fa altro che trar­re in ingan­no.

Par­tia­mo dal­l’er­ro­re in sen­so scien­ti­fi­co. L’er­ro­re è la dif­fe­ren­za tra una dimen­sio­ne e la misu­ra­zio­ne che se ne può fare. L’er­ro­re nul­lo in que­sto caso, quin­di la misu­ra esat­ta, non esi­ste. Esi­ste il caso in cui la dif­fe­ren­za tra misu­ra­zio­ne e ogget­to del­la stes­sa diven­ta tra­scu­ra­bi­le.

Esi­sto­no inte­ri trat­ta­ti su que­sto argo­men­to, soprat­tut­to sul pro­ble­ma di quan­do defi­ni­re “tra­scu­ra­bi­le” una dif­fe­ren­za. Come si può ben imma­gi­na­re, un erro­re di pochi mil­li­me­tri su distan­ze astro­no­mi­che può sen­z’al­tro esse­re tra­scu­ra­bi­le ma più ci si avvi­ci­na al limi­te tra una situa­zio­ne ed un’al­tra e meno l’er­ro­re diven­ta tra­scu­ra­bi­le.

Alla fine l’er­ro­re è la dif­fe­ren­za tra la real­tà e la per­ce­zio­ne che ne abbia­mo. Potre­mo affi­na­re la nostra per­ce­zio­ne ma fin­tan­to che ver­rà media­ta dai sen­si ci sarà sem­pre una dif­fe­ren­za tra ciò che per­ce­pia­mo e ciò che esi­ste.

La per­ce­zio­ne del­la dif­fe­ren­za allo­ra può real­men­te venir­ci in aiu­to. La dif­fe­ren­za tra per­ce­zio­ne e per­ce­pi­to non può esse­re qual­co­sa di cogli­bi­le tra­mi­te i sen­si. La dif­fe­ren­za non è una gran­dez­za fisi­ca. La per­ce­zio­ne del­la dif­fe­ren­za è pro­prio la coscien­za del­l’er­ro­re, inte­so come sepa­ra­zio­ne tra real­tà e per­ce­zio­ne.

La con­ce­zio­ne emo­ti­va del­la dif­fe­ren­za (e quin­di del­l’er­ro­re) por­ta ine­vi­ta­bil­men­te al sen­so di col­pa, all’au­to­com­mi­se­ra­zio­ne e a tut­ta una serie di con­se­guen­ze emo­ti­ve che non fan­no altro che aumen­ta­re la distan­za tra noi e la real­tà, ovve­ro l’errore.

L’er­ro­re quin­di ha una sua fun­zio­ne impor­tan­tis­si­ma: quel­la di far­ci coglie­re la dif­fe­ren­za tra per­ce­zio­ne e real­tà. Coglie­re appie­no que­sta dif­fe­ren­za signi­fi­ca ine­vi­ta­bil­men­te amplia­re la nostra per­ce­zio­ne al pun­to da inclu­de­re l’er­ro­re e quin­di annul­la­re la dif­fe­ren­za, tut­ta o in par­te a secon­da di quan­to pro­fon­da ed ogget­ti­va sia sta­ta la nostra percezione.

Com­pren­de­re un erro­re non signi­fi­ca quin­di coglie­re la dif­fe­ren­za tra giu­sto e sba­glia­to, ma tra real­tà e per­ce­zio­ne.

Spes­so però occor­re un altro pas­sag­gio. Quel­lo dal­la per­ce­zio­ne alla com­pren­sio­ne. Pos­sia­mo per­ce­pi­re una dif­fe­ren­za ma non ave­re coscien­za del­la sua natu­ra intrin­se­ca. E anco­ra, altro pas­sag­gio neces­sa­rio, quel­lo che por­ta dal­l’a­ve­re coscien­za di qual­co­sa al por­ta­re que­sta coscien­za a livel­lo frui­bi­le dal pen­sie­ro. Ciò che vie­ne ordi­na­ria­men­te defi­ni­to “capi­re”. Com­pren­de­re pri­ma, capi­re poi.

Nel caso del­l’er­ro­re, sape­re che c’è non por­ta ad una vera cre­sci­ta. Com­pren­de­re l’er­ro­re si, per­chè lo eli­mi­na, por­tan­do la per­ce­zio­ne del­la real­tà oltre la dif­fe­ren­za osser­va­ta.

Ergo se qual­cu­no vi dice che sie­te in una con­di­zio­ne di erro­re che voi non per­ce­pi­te ma con­tem­po­ra­nea­men­te non vi for­ni­sce la com­pren­sio­ne del­la dif­fe­ren­za o gli stru­men­ti per rag­giun­ger­la pur ten­tan­do di aiu­tar­vi sta sem­pli­ce­men­te per­den­do il suo tem­po, ma soprat­tut­to il vostro, a meno che, per qual­che moti­vo, non sia­te voi a pro­cu­rar­vi det­ti stru­men­ti; allo­ra quel­lo diven­ta un aiu­to pre­zio­so. E il tem­po di entram­bi non è anda­to per­so.

Una cosa impor­tan­te, per­chè il tem­po, per quan­to gran­dez­za total­men­te illu­so­ria e ine­si­sten­te quan­do osser­va­to da una dimen­sio­ne supe­rio­re, nel mon­do del­le 3 dimen­sio­ni è l’u­ni­ca cosa che non può esse­re data.

Il tem­po a nostra dispo­si­zio­ne è quel­lo che è. Se voi rega­la­te il vostro tem­po a qual­cu­no, quel qual­cu­no non ve lo potrà mai ren­de­re, così come a lui o lei non avre­te dato più tem­po.

E quan­do il tem­po fini­sce… fini­sce, quin­di è meglio non per­der­lo e non far­lo per­de­re agli altri, per­chè nel pri­mo caso nes­su­no ce lo potrà rida­re e nel secon­do a noi non vie­ne in tasca nep­pu­re un mil­li­se­con­do in più.

Ci si vede in giro!

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4 Commenti
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valentina petrova

…mol­to complicato!Oggi,devo ammettere,per me,l’espressione,il lin­guag­gio è complicato.Nel senso,l’autore di soli­to usa la paro­la in un modo“scorrevole“e si arri­va di capir­lo e di comprenderlo.E poi,non ci sono altri commenti,che mi pos­so­no aiutare.Comunque,la dedu­zio­ne che mi sono fat­ta è:sè il mio vici­no mi ama,questo è un suo “problema”;sè inve­ce io lo odiassi,è un mio di problema.Oppure-se ci amas­si­mo entrambi,è sem­pre affa­re nostro-con un uni­ca dif­fe­ren­za-non è sta­to per­so il tem­po di nes­su­no di noi.Quindi,è ‚non solo sag­gez­za ma,anche un bene.Un’altra osser­va­zio­ne-per me,prima si capisce,poi si comprende.Perchè,sè qual­cu­no par­la in italiano,ad esempio,prima-capisco che si par­la in una cer­ta lin­gua e poi,comprendo cosa si stia dicendo.(Franz,se doves­si rispondere,abbi pieta,per favore.Sò chè puoi man­dar­mi in nok­do­wn lol3: con un uni­co cal­cio rotante).P.s.La con­ce­zio­ne del­la con­ce­zio­ne emotiva,se fos­se errata,impedisce la crescita.

valentina petrova

Gra­zie del­la gentilezza.Sei sta­to chiarissimo,Franz.Ancora nel pre­ce­den­te articolo.Infatti,io non ho spie­ga­to ‚la mia tesi.E sola­men­te per esse­re coerente,lo farò,il pri­ma possibile.Ti rin­gra­zio moltissimo,per quel­lo che fai -“spingerci“di usa­re il dono piu gran­de che il Crea­to­re ci ha rega­la­to-la mente.Adesso ti saluto,ti augu­ro una buo­na giornata,buon lavo­ro e…molta pazienza(ti servirà,forse,nell trat­ta­re quel­li come me )Ricam­bio il salu­to! :bye:

valentina petrova

.……da pic­co­li venia­mo non educati,ma ammae­stra­ti dai genitori,dagli insegnanti,dagli adul­ti-non ci veni­va spiegato,quasi niente,venivano inve­ce in modo non sem­pre “orto­dos­so” ‚degli innu­me­re­vo­li ordini:Non si fà cosi,ma”;Devi rispon­de­re cosi,sè…”;Fai cosi,se vuoi esse­re bravo”;Non fare questo,perche NESSUNO lo fà”…etc.,etc…Fino ai gior­ni nostri ‚nel­la cosi det­ta socie­tà civilizzata.Ora,è una que­stio­ne di storia,modi,cultura,mentalità…MA!NON SOLO!Per me,è una sto­ria di con­sa­pe­vo­le scel­ta di esse­re ipocriti,convenzionali,perche cosi,la vita sareb­be piu “facile”.IL risul­ta­to-sop­pri­me­re la Verità,che ognu­no di noi,esseri umani,porta nel­le cel­lu­le del cuo­re e nel­l’a­ni­mo e puo ‚se lascia­to libe­ro o meglio,guidato diligentemente(come ad esem­pio tra le civil­tà scom­par­se dei pellerossa,o tra i tibet­ta­ni oggi)arrivare alla com­pren­sio­ne di sè e quindi,alla com­pren­sio­ne dell’Universo,se volesse…Infatti,è esat­ta­men­te quel­la “voce“interiore che ci spin­ge di cer­ca­re cosa,come o chi e La Verità…E qui,il cer­chio si chiude,nel sen­so-ogni indi­vi­duo decide!!!è piu con­ve­nien­te far fin­ta di vivere,comodamente,oppure cer­ca­re e dire,ed agi­re secon­do La Verità?!E qindi,chi se ne fre­ga dal­la com­pren­sio­ne del­l’er­ro­re e la sua pre­zio­sa lezio­ne? …Tut­to qui!Secoli e seco­li di esistenza,sprecati,annullati,infangati,perche e piu conveniente,comodo,sicuro…E una vera,autentica tragedia,ma per chi????SI,e auten­ti­co spreco,perdere il “tempo”-la vita!!!Anzi,è mol­to peggio!!!Ma,siccome alla “materia“del Tempo,si attri­bui­sce un valo­re appun­to materiale,la per­di­ta vie­ne attri­bui­ta al denaro‑e si distor­ce tutto!Fino al pun­to ‚di accet­ta­re l’il­lu­sio­ne per Real­tà e viceversa.…Un saluto,Franz.Non smet­te­re di dare for­za aquei pocchissimi,che,nonostante tutto,come te cer­ca­no LE VERE RISPOSTE.Per favore…