Oggi digiuno, vale a dire…

«Il digiu­no è sem­pre sim­bo­li­co, è una puri­fi­ca­zio­ne, i nostri cin­que sen­si ingur­gi­ta­no tut­to, si trat­ta di dige­ri­re e crea­re uno spa­zio di inte­rio­ri­tà, di tro­va­re in sé la pro­pria liber­tà inte­rio­re, di non divo­ra­re ma entra­re in una rela­zio­ne cor­ret­ta e libe­ra con le cose e con gli altri: cia­scu­no deci­de in coscien­za ciò da cui aste­ner­si, le cose che lo ren­do­no schia­vo o con le qua­li ren­de schia­vi gli altri…».

E que­sta defi­ni­zio­ne di Padre Sal­vi, uno dei mas­si­mi teo­lo­gi in vita, ci ricon­du­ce diret­ta­men­te al con­cet­to di sacri­fi­cio inte­so come “uffi­cio sacro”. La sof­fe­ren­za volon­ta­ria por­ta sem­pre, andan­do con­tro la natu­ra­le ten­den­za alla minor resi­sten­za, un attri­to. Ma por­ta anche qual­co­s’al­tro: ener­gia. Ener­gia che si sca­ten­za pro­prio per­chè andia­mo “con­tro”.

E allo­ra andia­mo “con­tro” il mene­fre­ghi­smo, l’in­dif­fe­ren­za. E andia­mo con­tro la cial­tro­ne­ria. Creia­mo dav­ve­ro uno spa­zio inte­rio­re nel qua­le ci sia posto per una pre­ghie­ra con­ti­nua. Non neces­sa­ria­men­te una cano­ni­ca o codi­fi­ca­ta. Anche un ane­li­to, una richie­sta di gra­zia, per­chè ces­si que­sta assur­di­tà volu­ta dagli Sta­ti Uni­ti, un’as­sur­di­tà che ricor­da tan­to quel­la con­tro Sad­dam Hus­sein: anche lì con la scu­sa del­le armi chi­mi­che, mai tro­va­te, l’in­ter­ven­ti­smo ame­ri­ca­no ha sca­ra­ven­ta­to nel­la pol­ve­re tan­tis­si­me vite.

Ci sono milio­ni di altri modi per inter­ve­ni­re in Siria: uno di que­sti è di chie­de­re una gra­zia. Que­sto alla fine è la pre­ghie­ra, alme­no rife­ri­ta a que­sto ambi­to: richie­de­re che qual­cu­no, non impor­ta chi, dal­l’al­to, pos­sa sneb­bia­re il cer­vel­lo di colo­ro che gover­na­no. Sono uomi­ni anche loro, alla fine. For­se dal­l’al­to san­no come far­gli cam­bia­re idea.

Chi se ne fre­ga se sia­mo cat­to­li­ci, bud­d­hi­sti, atei o agno­sti­ci: è una del­le poche cose che pos­sia­mo vera­men­te “fare”.

Fac­cia­mo­la!

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