Excalibur – di Giuseppe Merlicco
Vi sono film che lasciano un segno perché sono fatti bene e altri che lasciano un segno perché hanno qualcosa da raccontare. Infine vi sono anche film che lasciano un segno perché hanno degli insegnamenti da dare. Excalibur fa parte di questi ultimi.
Adattato dal romanzo “La morte di Artù” di Sir Thomas Malory, e diretto da John Borman, Excalibur racconta della Leggenda del Santo Graal e dei Cavalieri della Tavola Rotonda, di Re Artù, Ginevra, Mago Merlino, Lancillotto e Parsifal senza cadere nel filone “favolette per bambini” o in una “melensa storia d’amore e di tradimento”.
Questo, invece, è ricco di spunti e frasi profonde che mostrano molti dei dati salienti legati alla storia della Cavalleria, il cui scopo era servire la Verità e la Giustizia in nome dell’Unità. Una “Fratellanza d’armi” unita nel Principio dell’Anello e rivelata da una frase di Merlino:
- Voi siete tutt’uno sotto le stelle -.
Allo stesso tempo ci vengono rivelati i “valori” di un Cavaliere: Coraggio, Onestà, Misericordia, Altruismo, Veridicità, Nobiltà d’animo, Lealtà, Dignità.
Già questo potrebbe bastare per affermare che questo film è stato fatto con scrupolo da qualcuno che “masticava” qualcosa di Cavalleria.
Ma non finisce qui. Excalibur è veramente denso di insegnamenti, che si susseguono a ritmo incalzante, ambientati in un “tempo” di transizione tra l’epoca dei Re Eroi e semidivini a quella degli uomini senza più un re (o governati da re senza misericordia). Uomini il cui destino è ora affidato quasi esclusivamente nelle proprie mani.
Excalibur ci mostra dunque che un film può raccontare molto a chi sa osservare ed ascoltare.
Sono tanti i dialoghi da segnalare, da:
- La più grande qualità di un Cavaliere è la Fedeltà alla Verità –
frase di Merlino, a quelle di Lancillotto
– Un re senza una spada, la Terra senza un re –
(perché anticamente era il re a garantire la prosperità della terra e del popolo, e la sua Spada era un simbolo del suo potere) e
– Qui è il mio dominio (il cuore) -.
Ma non è possibile enumerare tutti i dialoghi importanti, meglio vedere il film.
Un film all’insegna del sacrificio di un Mago (un Mago che non potrà più aiutare quando verrà tradita l’amicizia verso il re, allora faranno il loro ingresso i Maghi Neri).
Un Mago che impiega ogni energia personale per guidare sulla strada della giustizia degli uomini che, seppur nobili, ancora conservano delle debolezze. Ma è anche la storia del sacrificio di uomini con buoni ideali e coraggiosi che si sforzano di diventare giusti, fino al sacrificio estremo della propria vita.
E anche se l’orgoglio, la rabbia e la vanità (o la semplice ingenuità) ostacolano enormemente la speranza di diventare giusti e saggi, la speranza di un cambiamento non è ancora morta finché si ammettono i propri errori e la propria nullità; così la purezza originaria può ancora essere ritrovata.
L’Eroe decisivo si rivela allora essere Parsifal, il Cavaliere dal cuore puro e indomabile. Sarà lui infatti a ritrovare il Santo Graal, dopo aver affrontato (e superato) numerose prove e tentazioni.
E sempre lui ne capirà il segreto:
- Di chi è il Graal? Di chi è al servizio? – chiede il Graal al Cavaliere senza macchia.
– Tu e la Terra siete Uno –risponde Parsifal dopo aver capito che il Graal, il Re Santo (in questo caso Artù) e la Terra sono la stessa cosa – e noi siamo al tuo servizio -.
Un film bello e intenso, che in alcune scene è reso ancor più forte dalla musica del Carmina Burana.
Ottimamente Joseph
Grazie Fede.
Completamente d’accordo con questa apologia. Un film che vale qualcosa è quello in grado di sviscerare il soggetto da cui parte.