Stati di realizzazione oggettiva – By Giuseppe

Una “realizzazione oggettiva” è uno stato di consapevolezza intenso in cui la coscienza realizza una verità di ordine oggettivo.
Questa (la realizzazione oggettiva) arriva sempre alla fine di un percorso esperienziale, più o meno lungo (se il soggetto è sveglio, naturalmente).
Diversamente (cioè fuori dalla coscienza oggettiva) si vive come in “stati di allucinazione”.
In questi stati coscienziali “allucinati” il soggetto non fa altro che mirare e rimirare le proiezioni soggettive della propria mente (fissazioni mentali, le sue opinioni, film mentali, immaginazioni, sogni ad occhi aperti…).
Una realizzazione di ordine oggettivo, invece, è come una porta che si apre sul reale (dal punto di vista soggettivo, s’intende, visto da oltre la manifestazione anche una visione oggettiva è illusoria).
Un chiaro esempio di uno “stato di realizzazione oggettiva” ci viene da questa storia:
– Un quarantenne figlio di un ricco industriale, laureato col massimo dei voti, pieno di soldi e…di boria, non fa altro che vantarsi con gli amici della sua brillante intelligenza e dello spirito di iniziativa che dimostra nell’azienda del padre.
Però egli spesso, con gli amici, si lascia scappare delle considerazioni di insofferenza per la sua condizione di “sudditanza” verso il padre.
Secondo lui, se il padre (uomo che si è fatto con le proprie forze a partire da zero) gli lasciasse in mano le redini dell’azienda, lui la farebbe decollare verso l’Olimpo.
Un suo amico, stanco di queste uscite vanitose, una sera, davanti a decine di altri amici e amiche, gli lancia una frase sibillina che sembra quasi una sfida: < Io credo che se tu ti trovassi tutto a un tratto povero, in un’altra città, senza sfruttare le conoscenze di tuo padre e senza usare la tua laurea, penso che il tuo spirito di iniziativa e la tua intelligenza sarebbero pari a zero. >
Punto sul vivo, forse perché anche un po’ brillo, il giovane prende la cosa sul serio, e davanti a tutti dichiara solennemente che andrà a vivere per un anno in un’altra città, senza soldi né sfruttando le conoscenze di papà, la sua laurea o i suoi masters.
Così, dopo aver sistemato le faccende in famiglia il nostro eroe parte in treno per una città europea, deciso a conquistare il mondo a…partire da zero…
Dopo due settimane il nostro avventuroso eroe ha finito completamente i soldi e di lavori neanche uno.
Eppure ha bussato a molte porte ma, non avendo esperienze specifiche o le qualifiche necessarie, non lo hanno accettato in nessun posto “dignitoso”.
A dire il vero una proposta gli è stata fatta: come lavapiatti.
Il giovane, che in un primo momento aveva rifiutato sdegnato, una volta a corto di soldi decide di accettare il lavoro (nel frattempo avrebbe cercato qualcosa di più adatto al suo “livello”).
Dopo tre mesi come lavapiatti l’unico “scatto di carriera” che gli è stato possibile è quello di cameriere in un pub…e di spirito di iniziativa neanche l’ombra.
Dopo altri tre mesi passati a servire birre, patatine e hot dog a ruttanti clienti scurrili, il quarantenne di “buona famiglia” che sei mesi prima aveva deciso di conquistare il mondo con la sua “brillante intelligenza” molla tutto e se ne torna sconfitto dal paparino, finalmente convinto che non è poi così facile farsi da sé “a partire da zero”, e deciso ad essere un po’ più realista e riconoscente verso il padre e la sua buona sorte. –
Ecco, questa è una realizzazione di ordine oggettivo.
Esperienza illuminante credo…
Grazie per l’articolo! :bye:
Sarà più grato al padre e alla vita…..
In pratica, se ho ben inteso, stai dicendo che una REALIZZAZIONE OGGETTIVA significa “VEDERSI per quello che si è e non per ciò che crediamo di o vorremmo essere”!? :hammer:
Esattamente, e non riguarda solo se stessi, ma…tutto il mondo oggettivo.
In pratica noi vediamo noi stessi e il mondo attraverso “gli occhi” delle opinioni che ce ne siamo fatti.
Una visione è più vicina alla realtà, cioé più oggettiva, proporzionalmente a quanto abbiamo capito della limitatezza di questo meccanismo (opinione, concetto). Allora ci sforzeremo di guardare le cose da più punti di vista…di comprendere più leggi e principi.
Più ne vediamo più è oggettiva la nostra visione…almeno io credo.
Ciao Giuseppe, è un puro caso che citi due settimane rappresentanti una fase lunare. Tre mesi rappresentanti una stagione e sei mesi rappresentanti una fase solare?
Artos, il tuo “uscire fuori tema” mi sembra un chiaro esempio di “visione soggettiva”.
Quindi, anziché attenerti al tema del post, ossia cercare di approfondire la differenza tra Visione Oggettiva e Visione Soggettiva, tu, che sei attratto dal “mistero”, cosa sei andato a scovare? Il significato nascosto nei numeri, numeri che sono puramente casuali.
Ciao, buona domenica.
Ti ringrazio, e scusa se sono uscito dal seminato. Buona serata anche a te