Globalizzazione e legge di unità

Ci sono i no-global e i pro-global. I giornali e i vari culturologi, tuttologi…. ecceterologi si riempiono la bocca con la parola “globalizzazione”.
Ma qualcuno ha studiato davvero questo fenomeno/tendenza? Parliamone…
La tendenza è quella di collegare, di mettere tutto assieme. Globalizzazione è soprattutto questo: connessione.
Come per tutte le cose che accadono su questo pianeta però, una cosa che in sè non potrebbe portare altro che benefici, rischia di venire pervertita.
Guardiamo la cosa da due lati. Il primo, dal basso.
Globalizzazione implica, all’atto pratico che tuttti sono collegati tra di loro, ma solo alcuni sono autorizzati ad accedere a questi collegamenti in modo da trarne profitto. Vedi, ad esempio, la GDO (grande distribuzione organizzata). Un settore commerciale in espansione da diversi anni, qualcosa che permette di avere sulla nostra tavola le arance in estate, le banane tutto l’anno e i kiwi anche d’inverno.
Il che non sarebbe male, se non fosse che, per realizzare tutto questo, intere popolazioni vengono schiavizzate per produrre frutta e verdura in quantità industriale. Loro, gli schiavi, la globalizzazione la vedono solo come un enorme, intero mondo che ha deciso di troncarglielo nel culo.
Noi, ci godiamo le arance d’inverno e le banane tutto l’anno.
La società tende a rendere tutti uguali, ma il fatto è che non lo siamo. Non siamo tutti uguali, anzi, siamo tutti diversi. Non ce n’è uno uguale all’altro. Ciononostante veniamo tutti indotti a mangiare contemporaneamente le stesse schifezze, ingoiare lo stesso pattume, fare delle cose che non ci competono.
Il secondo lato, dall’alto.
Tutto il mondo inizia ad essere sempre più strettamente collegato. Dal punto di vista dell’informazione, dei trasporti, della cultura… qualsiasi notizia può fare il giro del pianeta in meno di venti secondi.
Un frutto può essere trasportato a destinazione addirittura prima che sia maturato. Un bambino in Africa può avere il sangue analizzato a Boston ed essere curato con farmaci provenienti dalla Germania.
Siamo tutti diversi, ma in realtà siamo tutti diverse espressioni di una sola cosa. Renderci conto che ognuno è una singola, meravigliosa goccia in un unico, stupendo mare, potrebbe essere qualcosa di non più così lontano da realizzare. Così come il vivere in pace ognuno secondo il proprio sentire e la propria provenienza.
Vedete le due facce della medaglia? La globalizzazione non è altro che una conseguenza logica della legge di unità, un’estrinsecazione pratica del concetto secondo cui siamo tutti collegati.
Ma la nostra società, il livello tremendo di ignoranza dei molti (e di stronzaggine dei pochi), la grandiosa superficialità delle persone e la completa mancanza di interesse in qualsiasi cosa non sia materiale (mancanza solo da parte della gente, perchè chi realmente detiene il potere non solo si interessa a queste cose ma le usa pure), consentono la perversione anche di questo fenomeno che, a tutti gli effetti, dovrebbe essere un’autentica manna per tutti.
Vi ricordate lo spot della TIM di qualche anno fa, quello con il discorso di Gandhi che faceva il giro del mondo, trasmesso a tutti con ogni mezzo di comunicazione?
Ricordate che la qualità di quello spot era tremendamente commovente (se non vi siete commossi almeno un po’ siete delle bestie insensibili!) ?
Se ci fate caso, quella commozione aveva a sua volta una qualità particolare. E l’aveva perchè dentro ognuno di noi, ben sepolta da qualche parte, c’è sempre una piccola memoria, qualcosa che sa cosa è sacro, vero, bello e luminoso. Lo sa per istinto. E quello spot aveva la capacità proprio di andare a toccare “dentro” quella corda, quella che vibra subito, appunto, per legge di unità, quando si parla di unità.
La mia personale opinione è che la globalizzazione sia una conseguenza della legge di unità.
E la sua perversione, così come sta avvenendo, sia una conseguenza dell’oscurità in cui siamo immersi e da cui, porca di quella troia, sembra non freghi un cazzo a nessuno di uscire!
Come conseguenza dell’oscurità in cui siamo immersi, l’inconsapevolezza, l’attaccamento alla materia, al potere egoico. Quindi chi vede la globalizzazione come un’intero pianeta che glielo tronca nel culo, non desidera cambiare “le cose”, ma solo “la posizione”.
Essere l’ultimo della fila, che lo mette a tutti e non lo prende da nessuno.
E finchè non comprende che nell’unità non c’è né un “primo” né un “ultimo”… Bè, vediamo come vanno le cose…
Abbracci a tutti.
d’accordissimo con te..
legge di unità…e sovvertimento dle suo significato profondo..
ricordo peraltro la parodia di quello spot – sì era commovente – che ne mostrava involontariamente il lato oscuro…
http://www.youtube.com/watch?v=qp_wYEUfqpU
se la globalizzazione è gestita dall’alto, da pochi interessati gruppi, serve a creare un gregge globale..
non sono “connesso col mondo” se trovo alla mia stazione ferroviaria un McDonald’s al posto del bar meraviglioso che faceva prodotti locali (è un esempio e un fatto reale).. sono “uniformato”..” vengo negato nella mia unicità..
essere collegati dovrebbe ampliare la possibilità di scelta e interscambio, come muoversi dentro una grande rete o ragnatela di percorsi possibili…ma se il centro della rete è gestito per far sì che i miei percorsi siano obbligati , il mondo globalizzato diventa un grande carcere senza scelte..
è moooolto diverso