Osservare per cambiare le cose

Pote­te sca­ri­ca­re o ascol­ta­re il pod­ca­st diret­ta­men­te qui sotto:

Una del­le pri­mis­si­me tec­ni­che che si appli­ca­no nel lavo­ro su se stes­si, sostan­zial­men­te in qua­lun­que tra­di­zio­ne, è quel­la del­l’os­ser­va­zio­ne. Osser­va­re non signi­fi­ca rac­con­ta­re quel­lo che si vede, natu­ral­men­te, ma appun­to “guar­da­re” quel­lo che acca­de sen­za giu­di­zio, il che non è neces­sa­ria­men­te un’o­pe­ra­zio­ne sem­pli­ce in sé, ma sostan­zial­men­te potrem­mo dire che cor­ri­spon­de a non ver­ba­liz­za­re quel­lo che si vede e non modi­fi­ca­re il pro­prio com­por­ta­men­to in base a ciò.

L’os­ser­va­zio­ne, quan­do pro­trat­ta suf­fi­cien­te­men­te a lun­go e con la giu­sta con­cen­tra­zio­ne, por­ta incre­di­bil­men­te a… cam­bia­re ciò che si osser­va. Se inve­ce ten­tia­mo di cam­bia­re volon­ta­ria­men­te quel­lo che non ci sta sim­pa­ti­co, ecco che scat­ta tut­ta una serie di mec­ca­ni­smi per cui maga­ri quel­la cosa cam­bia anche, ma non nel modo cor­ret­to oppu­re si nascon­de sot­to men­ti­te spo­glie, ren­den­do par­ti­co­lar­men­te dif­fi­ci­le poi il cam­biar­la nuovamente.

Inve­ce il sem­pli­ce atto di osser­va­re quel­lo che acca­de al nostro inter­no, equi­va­le a cam­biar­lo, pro­prio nel momen­to in cui, para­dos­sal­men­te, non fac­cia­mo asso­lu­ta­men­te nul­la per cambiarlo.

La ragio­ne per que­sto effet­to è la stes­sa alla base del Prin­ci­pio di Inde­ter­mi­na­zio­ne di Hei­sen­berg, uno dei più soli­di del­la mec­ca­ni­ca quan­ti­sti­ca, che ci assi­cu­ra che, data una par­ti­cel­la, non è pos­si­bi­le cono­scer­ne con­tem­po­ra­nea­men­te velo­ci­tà e posi­zio­ne, dato che, nel momen­to stes­so in cui misu­ria­mo una del­le due, l’al­tra cam­bia immediatamente.

Una con­se­guen­za di que­sto prin­ci­pio è che la real­tà come noi la cono­scia­mo esi­ste solo nel momen­to in cui la spe­ri­men­tia­mo, dato che subi­to pri­ma è una del­le pos­si­bi­li e un atti­mo dopo è quel­la che esi­ste, ma ne par­le­re­mo in un altro momento.

Quel­lo che ci inte­res­sa per lo sco­po di que­sto arti­co­lo è com­pren­de­re che il modo miglio­re per cam­bia­re noi stes­si è quel­lo di per­ma­ne­re in una osser­va­zio­ne distac­ca­ta ma costan­te dei pro­ces­si in atto al nostro inter­no. A quel pun­to, il sem­pli­ce atto di osser­var­li ne pro­dur­rà il cambiamento.

Pro­va­re per credere!

Ci si vede in giro!

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