Le macchine non sostituiranno l’uomo: è già così!

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E’ un tema caris­si­mo alla fan­ta­scien­za di ogni epo­ca, da quan­do esi­ste que­sto gene­re: le mac­chi­ne che sosti­tui­sco­no l’uo­mo, con sce­na­ri con­se­guen­ti tra i più sva­ria­ti, dal­l’i­dil­lio di una vita dedi­ca­ta solo al pia­ce­re al disa­stro pla­ne­ta­rio alla Terminator.

La fan­ta­scien­za in par­ti­co­la­re e l’uo­mo in gene­ra­le, si sa, non inven­ta­no pra­ti­ca­men­te nul­la: van­no a pesca­re nel­l’A­ka­sha, nel­l’in­con­scio col­let­ti­vo, nel­la sto­ria dimen­ti­ca­ta ma mai del tutto.

Anche in que­sto caso, non c’è nul­la da inven­ta­re, per­chè in real­tà l’uo­mo, fat­te sal­ve alcu­ne rare ecce­zio­ni, anco­ra non esi­ste. Esi­ste la mac­chi­na uomo, quel­l’in­sie­me di azio­ni-rea­zio­ni auto­ma­ti­che che dan­no all’in­sie­me corpo/mente/emozioni la par­ven­za di una liber­tà che non esi­ste affat­to, di un’in­di­vi­dua­li­tà del tut­to falsa.

Quel­la bestia che è l’in­con­sa­pe­vo­lez­za impe­di­sce agli uomi­ni di ren­der­si con­to del­la pro­pria non indi­vi­dua­li­tà e, anzi, li con­vin­ce di esse­re in-divi­dui e pure libe­ri. Cono­sco pochi esse­ri uma­ni a cui, se chie­de­te se sia­no degli indi­vi­dui, rispon­da­no: “No”. For­se per­chè nel­l’i­stan­te stes­so in cui accet­ti la tua non indi­vi­dua­li­tà e mec­ca­ni­ci­tà ini­zia la cor­sa ad esse.

Ma pri­ma… pri­ma chiun­que ritie­ne di esse­re una per­so­na, un indi­vi­duo. Ed è per que­sto che, come scris­si in un post di qual­che tem­po fa, una cosid­det­ta “Intel­li­gen­za Arti­fi­cia­le” potrà esse­re scam­bia­ta per un esse­re sen­zien­te. Noi non sia­mo sen­zien­ti, non più di quan­to non lo sia un’e­vo­lu­ta IA. Ma pen­sia­mo di esser­lo e, dun­que, scam­bia­mo qual­sia­si cosa al nostro stes­so livel­lo per quel­lo che non è: per­chè non abbia­mo con­tez­za del­la nostra non esistenza.

Le mac­chi­ne non sosti­tui­ran­no l’uo­mo, per­chè al momen­to gli esse­ri uma­ni sono già del­le mac­chi­ne (nep­pu­re trop­po sofi­sti­ca­te, a dire la veri­tà) e quel­lo che temo­no che avven­ga in un futu­ro più o meno pros­si­mo è quel­lo che non rie­sco­no a rico­no­sce­re per vero ora.

La fra­se giu­sta da dire è quin­di, in realtà:

“Gli uomi­ni sosti­tui­ran­no le mac­chi­ne, un gior­no. Forse. ”

Ricor­da­te­vi di esse­re eccezionali!

Ci si vede in giro!

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